Scontro all'Ars dopo la bocciatura del 40% delle quote rosa nelle giunte comunali
Che il sistema dei partiti tradizionali abbia un problema con le quote rosa è provato dal fatto che a bocciarle all’Ars, con il voto segreto, sia stata una “maggioranza nascosta”. Il M5S infatti, che ha apertamente dichiarato la bocciatura, non ha alcun problema “di genere”, tant’è che la rappresentanza femminile viene garantita naturalmente e senza sotterfugi o “segnaposto”.
Chi si è nascosto dietro l’ombrello pentastellato sono quei deputati che non vedevano l’ora di togliere il “fastidio” dell’applicazione delle quote nelle giunte.
L’Ars ieri ha bocciato con 26 no e 16 sì la norma che introduceva nelle giunte dei comuni sopra i 15 mila abitanti la quota rosa del 40%.
Immediato è stato il caos con Pd e Udc che hanno puntato il dito contro i 5stelle “colpa di Cancelleri, si è scritta una pagina misogina– ha detto Eleonora Lo Curto- Siamo inorriditi dalla visione del mondo che tende ad escludere le donne dalle Giunte comunali e dalla politica in generale”.
E Marianna Caronia del Gruppo misto ha rincarato la dose evidenziando che il voto segreto ha aperto le porte alla bocciatura annunciando un disegno di legge, così come ha proposto anche il Pd.
La replica dei 5Stelle è arrivata con Cancelleri e Ciancio che hanno definito la questione di genere come il prezzemolo che sta bene ovunque: “Non serve una legge per fare entrare le donne in politica, basta candidarle. Nel gruppo Ars del M5S su 20 deputati otto sono donne”.
Il problema è tutto culturale. In un Paese normale non dovrebbe essere una norma a garantire la parità di genere, dovrebbe esserci una naturale composizione equilibrata di entrambi i sessi. Se è vero che le quote rosa hanno comportato un aumento della percentuale femminile è altrettanto vero che “fatta la legge trovato l’inganno”, il sistema ha trovato il modo per vanificare uno strumento utile e piegarlo a logiche di potere.
Se l’emendamento è stato bocciato col voto segreto (e con ben 26 no) significa che il problema non è dei 5stelle che la loro posizione la difendono apertamente (e le donne le candidano) ma degli altri partiti. Sarebbe il caso di porre fine a questa ipocrisia che si conclude con una pessima immagine delle donne spesso inserite nelle giunte con criteri che nulla hanno a che vedere con il rispetto delle quote rosa e della partecipazione femminile.
Alle donne basterebbe smettere di votare chi non rispetta, senza bisogno della “mannaia della legge” le quote rosa e la rappresentanza di genere.
Smettiamo di votarli e vedrete che le quote rosa saranno applicate naturalmente e nel migliore dei modi.
L’Ars, al di là di questa pagina d’ipocrisia, ha modificato il numero massimo di assessori nelle giunte comunali in base alla popolazione.
A Messina, dopo questa norma, il massimo sarà di 9 assessori.
Rosaria Brancato
le quota rosa sono una forzatura antidemocratica; il merito non ha sesso e non ha senso escludere persone valide per una stupida volontà di agevolare chi non ha consenso; il veterofemminismo è antistorico