Cittadini che depredano il loro stesso territorio. Un eucalipto secolare tagliato per farne legna. A segnalarlo è il consigliere della I circoscrizione e presidente dell'associazione "Amici per la rinascita di Galati Marina", Carlo Dainotta. La zona è quella bonificata dai cittadini e ribattezzata come "Parco Rinascita"
Aveva bisogno di legna e chi se ne frega se la materia prima è un eucalipto secolare, uno dei pochi esemplari rimasti delle piantumazioni che caratterizzano il territorio. Chi se ne frega se quegli alberi sono utili per la collettività, per chi usufruisce dell'ombra nelle giornate di gran caldo, per chi organizza picnic accanto alle radici o per chi ama passeggiare nel verde.
Ad un cittadino serviva della legna e così ha pensato bene di tagliare l'eucalipto e di portar via la legna ricavata. La zona è quella adiacente al ribattezzato "Parco Rinascita" di Galati Marina. Un'area precedentemente ridotta in discarica, a due passi dal mare, ed appunto fatta rinascere dai cittadini che l'hanno ripulita ed hanno provveduto alla manutenzione del verde. Accanto alla rinascita, però, c'è l'idiozia di chi antepone l'interesse personale a quello collettivo.
A spiegare la vicenda è Carlo Dainotta, consigliere della I circoscrizione e presidente dell'associazione "Amici per la rinascita di Galati Marina", quella che ha curato il nuovo parco. “Oltre al gesto incivile – afferma il consigliere -, la cosa che mi amareggia è l’assenza delle istituzioni in questa fetta di territorio e nelle aree demaniali e comunali, non ponendo le dovute attenzioni, non stanziando le risorse economiche e umane, lasciando che il tutto possa diventare discarica a cielo aperto, come lo era la zona del Parco “Rinascita”, e preda di malintenzionati”.
Dainotta esprime amarezza e chiede maggiore interesse da parte degli enti preposti: “Per fare un esempio, in Sicilia c’è un numero di operatori nel Corpo Forestale maggiore di uno Stato come il Canada. Tutto questo ci coinvolge in una situazione ridicola, causata a volte anche dall’incapacità e dal menefreghismo delle varie amministrazioni susseguite negli ultimi anni e ovviamente dall’inciviltà della popolazione locale, sminuendo e non comprendendo la potenzialità di queste aree che, se rese fruibili e ben sfruttate, comportano vantaggi in termini di turismo, lavoro e ricchezza da distribuire nel territorio stesso”.
(Marco Ipsale)