Vara 2023. "Viva Maria": un grido laico e religioso per liberare Messina

Vara 2023. “Viva Maria”: un grido laico e religioso per liberare Messina

Marco Olivieri

Vara 2023. “Viva Maria”: un grido laico e religioso per liberare Messina

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martedì 15 Agosto 2023 - 08:30

Affrancare la città dal bisogno e dalla rassegnazione: nel rito che si rinnova il seme di un possibile riscatto

MESSINA – Vara 2023. Quale Messina attende il grido di “Viva Maria” in questo 15 agosto 2023? In mezzo alle tempeste quotidiane, immaginiamo un’oasi di speranza e riscatto. Il seme di un possibile cambiamento culturale, politico, sociale. In quel semplice “Viva Maria” cogliamo un grido laico e religioso al tempo stesso. Ci vorrebbe un grande scrittore per raccontarlo. Per descrivere il gesto di ogni tiratore che vorrebbe trascinare con sé Messina. Sollevarla da una rassegnazione che ne paralizza ogni gesto. Che toglie respiro a ogni progresso. A ogni piccolo passo in avanti.

Sollevare Messina da cosa? Dal lavoro che non c’è in una città spesso preda di chi fa proliferare discariche abusive. E viola ogni regola del vivere civile in un traffico impazzito. Una città prigioniera di chi la vuole fare vivere nei rifiuti, nella melma.

E, intanto, si assiste al saluto di tanti messinesi in vacanza che ritornano nelle realtà in cui lavorano. Negli ultimi dodici anni sono andati via dalla Sicilia circa 310.000 abitanti. Di questi, circa 35.000, con un’età compresa tra i 18 e i 39 anni, hanno lasciato la provincia di Messina. Secondo le previsioni dell’Istat, ha ricordato di recente la Cgil, nel 2068 la Sicilia perderà quasi un milione e mezzo di abitanti. La nostra città è un esempio di spopolamento: ha perduto oltre trentamila abitanti negli ultimi vent’anni.

Allora, oggi, ogni tiratore è lì per tutti noi. Per sollevarci dalla Messina che ha deturpato, con l’edilizia incontrollata, la sua bellezza. Dalla Messina che quotidianamente calpesta i più deboli. Da qui la rassegnazione, il non credere a nessun possibile miglioramento.

La Messina baraccata. La Messina delle morti sul lavoro e del lavoro in nero. Delle mafie, del pizzo e delle borghesie parassite che la disprezzano. La Messina terremotata nell’anima, nella psiche.

Quante Messina ci sono? Quella delle divisioni sul ponte sullo Stretto. Quella delle ferite di un territorio che è stato violentato dalle fiamme degli incendi. Un territorio ad alto rischio sismico e idrogeologico e che, sotto ogni punto di vista, ha bisogno di una cura continua. Di una rinascita.

La Vara: un’occasione per recuperare il senso di comunità

La Messina delle vittime e quella dei carnefici. Oggi è un giorno di festa e il rito collettivo, sia per chi crede, sia per chi non ha fede, può tramutarsi in un’occasione per riannodare il rapporto con la comunità. Per recuperare una dimensione sana di rapporto con gli altri, in un’ottica di diritti e doveri da riaffermare ogni giorno.

Noi ci crediamo. Buon Ferragosto e buona Vara.

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7 commenti

  1. Un grido laico per liberare Messina dagli incivili e dallo spettro del Ponte.

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  2. messina sino a quando ci saranno i messinesi non sarà mai libera

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  3. Ma che articolo é??? Ma chi lo ha scritto, da dove viene
    da Marte??? Ma ancora non ha capito che Messina é morta?!?!? La città potrà rinascere dalle ceneri solo con l’estinzione del messinese. É lui, il messinese, l’artefice (con le sue “qualità” prerogative) la rovina della città. Che cosa ha da sperare (come scrive a fine articolo) io non lo so…fanno bene i giovani che scappano via, quelli in gamba chiaramente, nel frattempo chi rimane “grida”: VIVA MARIAAA!!! Ahahahahahah

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  4. Massimo rispetto per la fede e per le tradizioni. Ma mi spiegate che senso ha questa retorica di tutti voi giornalisti ?
    Liberare Messina? La rinascita di Messina? La ricostruzione di Messina ?
    Ma dde che?
    Stiamo parlando di una processione!! Importante, solenne e partecipata quanto si vuole, assolutamente si. Ma sempre di una processione si tratta, non certo della rivoluzione culturale, economica e sociale, per favore, date il giusto peso alle parole!

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  5. In 50 anni a Messina non sono mai andato a vederla sfilare.
    Associo questa processione all’essenza del messinese buddace, incivile e ignorante.
    A voi la vara, “devoti” messinesi.

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  6. Per liberarla in primis dai soggetti che la trainano, ma facciamo finta di nulla e parliamo d’altro va.

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  7. MessineseAttento 16 Agosto 2023 10:09

    I commenti a questo articolo rappresentano l’esatto esempio del messinese dal quale Messina andrebbe liberata.
    Proprio così, Messina vedrebbe la luce se fosse libera dai frustrati, sempre pronti a vomitare il veleno che hanno in corpo.
    In città come Catania e Palermo, dove certamente i simulacri di Sant’Agata e Santa Rosalia non sono attorniati da vergini senza peccato, nessuno mai si sognerebbe di diffamare l’espressione più alta di appartenenza alla comunità.
    È proprio da voi che la città dev’essere liberata.

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