Vara no, movida sì. E' possibile salvare le iniziative di ferragosto?

Vara no, movida sì. E’ possibile salvare le iniziative di ferragosto?

Daniele Ferrara

Vara no, movida sì. E’ possibile salvare le iniziative di ferragosto?

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giovedì 09 Luglio 2020 - 08:20

Non di sola Vara si fa il Ferragosto. Ci sono altre iniziative che potrebbero comunque tenersi. Nel frattempo però le discoteche riaprono.....

Ormai è ufficiale, a due mesi e mezzo dall’evento, che la Processione della Vara di Messina, quest’anno, non si farà. Una precauzione contro il coronavirus. Chiaramente è scorretto prendersela con l’autorità che deve compiere una scelta difficile, se non altro per solidarietà. Bisogna però avere comunque l’onestà di chiedersi: è stata una buona scelta? Quanto segue vuol essere una serena riflessione e non una polemica

Discoteche sì, Vara no?

La vita a Messina è tempestivamente ripresa sin dai primissimi momenti della riapertura: la gente si è – incautamente – fiondata fuori di casa. Ogni Sabato sera, da sùbito, le strade sono state travolte da un’abbondante presenza umana identica a quella dei “tempi di pace”, con una pressoché totale assenza di precauzioni che si può meritatamente definire sbalorditiva in quella prima fase di ripresa.

La Vara e la salute pubblica

Ora, è passato molto più delle due settimane d’incubazione del virus da quando le persone incoscientemente hanno iniziato di nuovo ad appiccicarsi viso a viso; se ci fosse stato ancora qualcosa, certamente la virulenza sarebbe riesplosa con conseguenze catastrofiche, ma ci è andata bene che qui la malattia è praticamente estinta, e non è accaduto. Ora che siamo a Luglio e le attività ricreative di massa aumenteranno, io mi domando con enorme perplessità: fino a che punto bloccare la Vara preserva la salute pubblica? Ora stanno aprendo le discoteche estive sulla riviera (tra i tanti ambienti ricreativi), ove a recarsi sono moltitudini di giovani la cui vicinanza è tale da quasi minacciare la distanza che c’è tra atomo e atomo; una pallazza, un ammasso di gente. Che differenza c’è con la Vara? Alcuna.

Vara no, movida sì

Anzi, la Vara avviene una volta sola, seppur provochi l’adunata d’un numero di gente molto superiore a quello di tutte le discoteche messe assieme in una singola nottata; invece la movida sulla Pompea avviene per tutta l’estate (generando una confusione tale da fare pentire persino il console Pompeo d’avere costruita quella strada). Tra i due, qual è il rischio più grosso? Se c’è un mezzo prìncipe per diffondere il coronavirus sono i grandi raduni con poco spazio; ciò non significa che non bisogna farne, ma bisogna stare in equilibrio.

A Reggio stanno valutando

Intanto a Reggio non sono state prese decisioni, si sta opportunamente aspettando prima di decidere se avviare i preparativi o bloccare lo svolgimento per quest’anno della Festa della Madonna della Consolazione, equivalente per importanza alla nostra Assunzione e che avviene un mese dopo; ciò perché forse, giustamente, non si vuole impedire una celebrazione così importante se non per un concreto – non supposto – pericolo di contagio. Pare davvero un atteggiamento esemplare quello dei nostri fratelli e delle nostre sorelle dell’altro lato dello Stretto! Sicuramente si poteva aspettare più tempo per decidere, anche da noi, e forse il tempo avrebbe decretato l’allestimento della Vara in piazza Castronovo.

Non di sola Vara si fa il Ferragosto

Tuttavia, è bene notare una cosa: la sola uscita della Vara è stata interdetta, non il Ferragosto in generale; sulle altre manifestazioni, infatti, non ci sono pronunciamenti. Occorre qui fare una riflessione. La Vara di questi tempi tende a essere erroneamente considerata l’unica attrazione dalla popolazione, mentre la processione dei Giganti e del Cammellaccio appare quasi bistrattata. Ma questa nostra festa di mezz’Agosto consta di tutto un complesso di riti che la rende qualcosa di unico in tutto il panorama mondiale delle feste, e non soltanto della Vara.

E l’agosto messinese?

Seppure possa essere inutile fermare la nostra amatissima machina del 15 Agosto, un sacrificio possiamo pur farlo e per un anno possiamo rinunciare alla Vara; per cautissima precauzione, per solidarietà verso le genti flagellate dalla pandemia, per evitare complicazioni con le misure imposte dall’alto, e per quant’altro. Ma il resto dell’Agosto messinese? Non si può bloccare tutto, non si può privare Messina di tutta la sua festa: significherebbe togliere la linfa della giovinezza a una città così frustrata da dovere aspettare il Ferragosto per gloriarsi.

Se già con la Vara il pericolo di contagio sarebbe basso (allo stato sanitario attuale), non sarebbe forse ulteriormente inferiore quello derivante da manifestazioni che per loro natura congenita non raccolgono grandi masse accalcate nella stessa area?

I giganti potrebbero sfilare

La Passeggiata dei Giganti può svolgersi regolarmente, per questo motivo semplice: quando i due colossi equestri e il loro corteo attraversano le strade di Messina, la gente non è accumulata nel loro luogo di partenza e nemmeno nel loro punto di arrivo, né li segue nel tragitto – a differenza della Vara, rischiosa proprio per questo motivo – ma piuttosto si distribuisce tutta ordinatamente lungo le strade dalle quali il corteo passerà e si disperde quando lo spettacolo è terminato, producendo un rischio minimo ancor più riducibile con opportune misure e buonsenso.

In condizioni sicure che possono essere certamente studiate, vogliamo rinunciarvi senza che ve ne sia l’inesorabile necessità? Sono la coppia fondatrice di Messina, sono Zanclo e Rea (non il rude moro e la bella cammarota) che costruirono Zancle in un tempo remoto: c’è in loro molto più che semplice cartapesta e legno, c’è l’immagine d’un tempo mitico del quale noi Messinesi siamo la discendenza.

Come compensazione, si potrebbe predisporre un giro eccezionalmente più esteso o distribuito in un maggior numero di giornate, cosicché i nostri antenati possano rincuorarci in questi tempi difficili e suscitare in noi la forza che spesso ci manca; e perché no, potrebbe essere concessa anche la salita a Camaro, che – sebbene non sia veramente quella la patria dei Giganti – è un appuntamento al quale le ultime tre generazioni di Cammaroti tengono molto e non c’è un valido motivo per deluderli, purché sia fatto nella consapevolezza che questa cosa non fa parte della tradizione.

Potrebbe anche sfilare il Cammellaccio da solo

E se anche la Passeggiata fosse motivo di complicazioni amministrative e di sicurezza, se persino anche quel poco di massa dovesse apparire problematico, possiamo fare girare anche solo il Cammello nelle aree pedonabili del centro storico, separandolo da “Mata e Grifone” e creando una manifestazione alternativa che in realtà sarebbe l’esatto recupero della danza che l’esotico animale praticava secoli fa, simile a un Carnevale. Apparirebbe in spazî aperti come la piazza del Duomo (proprio come allora) con un suo proprio corteo, da costituirsi con suonatori e danzatrici e quant’altro, e questo certamente creerebbe meno calca soprattutto con un buon servizio d’ordine.

Il Cammellaccio è anch’esso qualcosa che ci rappresenta: quello spirito dionisiaco mai domo che spinge a perseverare caparbiamente anche quando l’obbiettivo sembra impossibile, simboleggiato dall’ebbrezza del cammello che pur non essendo in grado di tirare dritto continua a camminare barcollando e alla fine completa il suo percorso.

Festeggiare il ferragosto

Che ben vengano, inoltre, anche altre iniziative. Si faccia QUALCOSA, insomma!Tra l’altro, rivisitare i rituali delle altre machine ferragostane ripristinandoli e arricchendoli è più che mai opportuno in un momento in cui non c’è la Vara, che normalmente attrae quasi tutta l’attenzione. Quest’anno può offrirci un irripetibile periodo di prova per attuare generali miglioramenti agli aspetti più trascurati del Ferragosto che poi potranno essere implementati e consolidati per gli anni a venire, tali da condurre questa festività agli onori almeno delle cronache mediterranee.

È futile volere festeggiare il Ferragosto?

Se la malattia fosse imperversata anche durante l’estate, sarebbe stato giusto senza dubbio evitare tutto per impedire i contagi; ma probabilmente, quando verrà Agosto, a Messina l’epidemia sarà già finita da più di due mesi; quando comincerà l’autunno e terminerà il divieto, sarà ferma da quattro mesi. Per questi motivi ben esplicati, che non si dica che la volontà di festeggiare è incapacità di capire il problema del momento! Ora, non c’è emergenza.

In ogni momento nel mondo e in aree più o meno vicine imperversano malattie che se si diffondessero creerebbero grossi problemi, ma non per questo viviamo ovunque con lo scafandro; se la situazione di salubrità persisterà anche in questo mese, non festeggiare sarà come non vivere per paura di morire. Non dobbiamo pensare che l’epidemia si possa scongiurare coprendo la legna con il telone da un solo lato: non possiamo, in condizioni sane, rinunciare a tutta la festa, mentre ci giunge alle orecchie la musica ad alto volume dai lidi.

Questa è una voce che parla per molte persone, e che pur dolendosi per l’immobilità del carro trionfale dell’Assunta, chiede con forza che ci si organizzi per onorare comunque la tradizione; una limitazione è accettabile e financo ragionevole, un annullamento pieno non altrettanto.

Se si vuole salvare il Ferragosto, c’è ancora tempo. Ma che ci si attivi prima che il tempo per preparare il tutto diventi troppo poco!

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