A pochi minuti dall'inizio dell'esame della delibera scoppia la grana dell'art. 16 della legge 30: i consiglieri che abbiano parenti fino al quarto grado interessati alla Variante hanno l'obbligo di astenersi. Ma fino ad ora nessuno era stato avvisato della norma....
Slitta l’esame della Variante al Prg e nel contempo spunta un nuovo “masso” che comporterà almeno un altro mese di tempo.
Se l’arrivo della Salvacolline in Aula è stato scandito da una lunga serie di levate di scudi e polemiche, tanto da non lasciar presagire vita facile alla delibera, l’inizio del dibattito in Consiglio è coinciso con una nuova “grana”, peraltro scoperta, in modo sorprendente soltanto adesso.
Il masso finito lungo il percorso della Salvacolline è infatti l’art.16 della Legge regionale del 2000 relativa all’Ordinamento delle autonomie degli Enti locali.
Ecco cosa prevede l’art.16:
1. Gli amministratori devono astenersi dal prendere parte alla discussione ed alla votazione di delibere riguardanti interessi propri o di loro parenti o affini sino al quarto grado. L'obbligo di astensione non si applica ai provvedimenti normativi o di carattere generale, quali i piani urbanistici, se non nei casi in cui sussista una correlazione immediata e diretta fra il contenuto della deliberazione e specifici interessi dell'amministratore o di parenti o affini fino al quarto grado.
Dopo un anno di polemiche sulla secretazione degli atti, sulla Zona Q, sul combinato disposto tra Variante e Piau, sul Ponte-Orcaferone, pochi minuti prima dell’inizio del dibattito “esplode” in Aula l’ordigno dell’art.16. I consiglieri comunali devono astenersi dal votare un piano urbanistico se vi sono interessi propri o di loro parenti o affini sino al quarto grado. In questo caso se nelle tavole (peraltro secretate) riguardanti le proprietà dei terreni risulti tra i proprietari di volumi da trasferire o vincolati un parente anche di quarto grado, il consigliere deve astenersi. Qualora non firmasse la dichiarazione di presenza di parenti tra i proprietari e poi votasse incorrerebbe in un reato. Se i consiglieri costretti all’astensione per motivi di parentela dovessero ad esempio essere troppi la conseguenza sarebbe la mancanza di numero legale.
La vicenda non è affatto di poco conto. Finora i consiglieri, proprio a causa della querelle sulla secretazione degli atti non hanno preso visione delle carte per evitare di essere accusati (e perseguiti) per violazione di segreto d’ufficio. Finora l’art.16 della legge 30 del 2000 non era mai stato neanche citato, pertanto nessuno dei consiglieri (molti dei quali hanno già esaminato la delibera in sede di commissione, dove è stata bocciata) ha la più pallida idea sulla presenza di parenti proprietari di immobili o terreni. La ricerca peraltro non si deve basare solo su figli, coniugi o zii ma fino al quarto grado di parentela…….
Non sarà operazione da sbrigare in pochi giorni anche perché, chi sbaglia, compie un reato.
Intanto l’avvio dell’esame della delibera è slittato per far spazio, domani, al voto sulla rimodulazione (l’ennesima) del piano di riequilibrio. Come di consueto e come da 5 anni l’amministrazione ha abituato il Consiglio, la delibera deve essere votata ENTRO L’1 MARZO, quindi in corner arriverà in Aula ed i consiglieri, come fanno ormai da 5 anni, la voteranno senza neanche leggerla….
Slitta quindi la patata bollente della Variante che a questo punto, anche se dovesse arrivare in Aula dopo le Politiche resterebbe ferma almeno fino ad aprile per le ricerche che i consiglieri dovranno fare attingendo all’albero genealogico……
Rosaria Brancato