I capigruppo hanno deciso: la Variante approderà in Consiglio dopo la seduta del 13 febbraio. Ma sarà scontro su zona Q e Ponte sullo Stretto
Dalla prossima settimana la Variante al Prg potrà approdare in Aula. E’ quanto emerso dalla seduta di capigruppo che hanno deciso di affrontare la delibera che è stata al centro di un lunghissimo scontro a proposito della “secretazione”. La Salvacolline sarà all’attenzione del Consiglio comunale subito dopo il 13, dopo che si chiuderà (probabilmente) la telenovela isola pedonale.
A dispetto della stagione, sarà quindi un febbraio rovente per l’Aula, dal momento che sulla Variante da mesi ci sono nuvole che provengono da più parti. In ultimo la querelle sul Ponte, apparso, con la definizione di “orcaferonte” da bloccare, nella relazione generale alla delibera da votare in Aula.
Il no al Ponte, del quale l’assessore Sergio De Cola non ha mai fatto mistero, è dentro la parte relativa alla zona Q (altra parte “calda” della querelle), là dove c’è l’assoluta inedificabilità.
In un contesto ad alto rischio di scontro, gli Ordini professionali daranno il loro contributo così come emerso a conclusione dell’incontro organizzato dal capogruppo di Felice per Messina Giuseppe Santalco, a fine gennaio. “Il dibattito sulla Variante ha dato un fattivo contributo per approfondire diverse tematiche conseguenti all’applicazione della Variante- spiega Santalco– La partecipazione attiva degli ordini professionali e docenti universitari è stata particolarmente significativa e chiarificatrice. Anche se ancora permangono alcuni aspetti da chiarire, soprattutto sui volumi della zona Q e sulla questione dei terreni interessati alla possibile realizzazione del Ponte. Ho proposto quindi in Commissione, d’intesa con gli altri capogruppo di avviare dopo il Consiglio fissato per il 13 la discussione in Aula. Rammarica la scelta dell’assessore di chiedere la nomina di un Commissario perché noi consiglieri abbiamo sempre dimostrato la volontà di approfondire i temi della Variante, nonostante le problematiche connesse alla secretazione degli atti voluta dall’amministrazione”.
A rendere ancor più complessa la vicenda è lo stop da parte della Commissione urbanistica, come pubblicato nei giorni scorsi da Tempostretto (leggi qui l’articolo), sul Piau, con motivazioni che evidenziano come i due strumenti urbanistici (Piau e Variante) non siano affatto due universi sganciati, come sostiene l’assessore De Cola.
Le perplessità espresse in modo chiaro ad esempio dal professor Cintioli, riguardano l’eccessiva edificazione del water front (in particolare zona Zir e Zis) che finirebbe con l’incrociarsi con il trasferimento delle volumetrie previsto dal Salvacolline.
Non sarà affatto un San Valentino tra amministrazione e consiglio comunale quindi.
E che non tiri aria di cioccolatini e fiori a Palazzo Zanca è evidente anche per un’altra vicenda. A quanto pare è pronto il trasferimento del dirigente Vincenzo Schiera (reo di aver più volte scritto in merito al Piau e al fatto che Piau e Prg camminano insieme) dal dipartimento urbanistico, mentre parte dei progetti andrebbero ad un altro dirigente, Cardia, attualmente alla Protezione civile.
Rosaria Brancato
Più che una Variante al Prg mi sembra sia una “rimodulazione degli indici di edificabilità tra le varie zone della città”. Riguardo al Ponte è stato inopportuno inserire, da parte dell’assessore De Cola, in una relazione di carattere tecnico riferimenti “mitologici”: il Consiglio potrebbe tuttavia togliere tali riferimenti con dei semplici emendamenti. Se la Zona Q prevede aree di inedificabilità assoluta è un dato di fatto che, mi sembra, non può essere cambiato dal Consiglio in tale fase di “rimodulazione”. Tuttavia se il Governo centrale riprendesse il progetto del Ponte si potrebbe fare una effettiva Variante o un nuovo Prg con diversi indici di edificabilità per la Zona Q. Rimuovere Schiera è un errore o un favore ai “predatori”.
ma l’Orcaferonte, lo Scarpantbus ed il Melillo sono della stessa razza?