I tempi per la valutazione ambientale della Variante al Prg saranno ben più lunghi di quanto ipotizzato. Di seguito la riflessione sulle ultime vicende da parte di Angelo Libetti, esponente del Pd.
Quanto scritto negli scorsi giorni dall’Ass. De Cola e dall’Arch. Schiera evidenzia che tutti e due i professionisti incorrono in una errata interpretazione della normativa ambientale, europea, nazionale e regionale
Intanto il modo di rappresentare tutti coloro che la pensano in modo diverso,( sulle procedure, non sugli obiettivi) , come servi della peggiore speculazione edilizia e responsabili del sacco del territorio è un metodo che ricorda tanto la prassi sovietica e totalitaria.
La lettura degli avvenimenti di questi giorni, peraltro, può essere fatta in modo diametralmente opposto, nel senso che interpretazioni errate e strumentali delle norme hanno portato alla inevitabile bocciatura delle procedure ambientali avviate dal Comune con il risultato di lasciare, quel territorio che si vorrebbe tutelare, privo di qualsiasi tutela
Nel 2014 la Regione, come prima risposta all’ indagine della commissione europea sulla gestione delle Z.P.S., notificava al comune che “ nelle more della definizione di una pianificazione generale sostenibile” , nelle aree con presenza di habitat comunitari dovesse applicarsi il principio di precauzione e, non rilasciare ulteriori autorizzazioni. autorizzazioni per piani e progetti
Con la intempestiva trasmissione della redigenda variante (rinominata, al di là dei suoi contenuti, di compatibilità ambientale) , il Comune tentò di mettere una pezza, chiedendo, peraltro la esclusione dalla Valutazione Ambientale Strategica, diversamente da quanto preannunciato alla Regione con nota dell’1/9/14
Infatti, così come denunciato da Ordini e Associazioni la variante predisposta non ha nessuna delle caratteristiche richieste, in essa non vi è neanche l’ombra di una qualsiasi seppur minima, progettazione urbanistica, limitandosi, invece, alla mera sovrapposizione di vincoli reali e/o probabilistici.
Il punto vero e le difficoltà che il Comune incontrerà nelle risposte da dare alla Regione è che di fatto,
La VARIANTE URBANISTICA DI COMPATIBILITA’ AMBIENTALE NON ESISTE E QUINDI ESSA NON PUO’ INTERFACCIARSI CON UN PROCEDIMENTO DI VAS.
Nasce da qui il tentativo di sottrarsi alla V.A.S.;
M il Piano Regolatore Generale vigente non è stato assoggettato a VAS e quindi non in grado di dare le risposte che la subentrata normativa ambientale richiede.
Il Piano regolatore Generale che restituirebbe questa Variante darebbe quelle risposte?
Questo è il punto e la risposta è che solo verificandola con il procedimento di Valutazione Ambientale Strategica riusciremo ad avere le risposte necessarie, non certamente rifuggendo da essa.
Purtroppo il percorso della VAS che detta l’art. 13 del D.Lgs. 152/06 prevede tempi ben diversi da quelli ipotizzati, occorreranno almeno 12/18mesi.
L’unica cosa certa è che fino a quando la pianificazione urbanistica non avrà piena compatibilità ambientale, il nostro territorio non avrà le tutele necessarie; nessuno dei problemi sarà definitivamente risolto e ci sarà sempre lo spazio per i “soliti furbetti” per eludere le norme, mentre tutti gli altri saranno costretti a restare al palo.
Occorre decidere subito, con il massimo di consapevolezza e onestà intellettuale. Diversamente i cinque anno della sindacatura Accorinti si concluderanno senza un solo atto urbanistico compiuto.
Oggi in campo ci sono la Variante (restituita da Palermo), il nuovo PRG, il PIAU ( che interessa le aree a valle della via La Farina, dalla zona falcata almeno fino a Gazzi) , il PIRU ( che deve rinormare urbanisticamente le aree ex ZIR e ex ZIS)
Considerato che il procedimento di redazione del nuovo P.R.G. è fermo, sine die, per mancanza della cartografia di base che la Regione ha comunicato di non poter mettere a disposizione e soprattutto in virtù della nuova normativa sulle aree metropolitane,l’unica scelta utile è quella di procedere alla Revisione dell’attuale P.R.G., assolutamente inattuato nelle sue parti qualificanti (come, peraltro, prescritto dall’art. 3 della L.r. 15/91), trasformando l’incarico affidato per il nuovo PRG, ricomprendendo in detta revisione il PIAU, il PIRU, la revisione dei Piani di Risanamento e rivedendo le norme di attuazione delle zone di recupero ( le B5), affiancando tutto il procedimento alla normativa ambientale, per poter dare alla città uno strumento urbanistico volto realmente allo sviluppo economico della città, nel quadro della salvaguardia del suo territorio
Fuori da questa scelta, che può sembrare azzardata e necessitata di tempi lunghi, non più di quanti ne siano, comunque, necessari, questa città non riuscirà ad uscire dalle nebbie in cui l’hanno cacciata le Amministrazioni comunali degli ultimi 30 anni.
.Angelo Libetti
troppa difesa nessuna difesa
troppa difesa nessuna difesa