I rappresentanti del “Laboratorio Propositivo Permanente” ribadiscono, dunque, che l’arbitraria determinazione dei dirigenti della Regione Siciliana e, a cascata, di quelli del Comune di Messina hanno minato fortemente lo sviluppo economico e sociale cittadino
“Né la Commissione europea, né nell’Eu Pilot, né tantomeno il Ministero dell’Ambiente hanno mai avanzato la richiesta e disposto la necessità di sospensione di tutte le procedure di valutazione di incidenza nelle Zone a Protezione Speciale del Comune di Messina”. A chiarirlo, proprio dopo un’interlocuzione con il direttore generale del Ministero all’Ambiente, sono stati i componenti del “Laboratorio Propositivo Permanente” che, questa mattina, in conferenza stampa, hanno illustrato i contenuti della nota ricevuta dagli uffici romani a cui si erano rivolti lo scorso febbraio.
“Nessun blocco dell’esame delle procedure ambientali è stato disposto dagli organi ministeriali o europei – ha affermato il presidente dell’Ordine degli Architetti di Messina, Pino Falzea – e non solo risultano arbitrari e illegittimi i provvedimenti di stop dell’esame delle procedure ambientali relative a piani edilizi e/o interventi agricoli imposti dai dirigenti dei Dipartimenti Urbanistica e Ambiente della Regione Sicilia, ma rischiano di rappresentare un boomerang per la mole di ricorsi che hanno generato”.
Il blocco era stato sollecitato dall’assessorato regionale del Territorio e dell’Ambiente e disposto dai due dipartimenti regionali che, nel maggio del 2019, hanno comunicato al Comune di Messina la sospensione di tutte le procedure in corso di valutazione di incidenza ambientale, di fatto, disponendo lo stop a ogni attività edilizia in oltre il 70 % del territorio comunale, compresi i territori già totalmente antropizzati, per i quali è difficile immaginare compromissioni della “Rete Natura 2000”.
Alla luce della nota inviata dal Ministero, i rappresentanti del “Laboratorio Propositivo Permanente” ribadiscono, dunque, che l’arbitraria determinazione dei dirigenti della Regione Siciliana e, a cascata, di quelli del Comune di Messina hanno minato fortemente lo sviluppo economico e sociale cittadino. “E’ opportuno adesso che gli uffici preposti esaminino le procedure presentate dai cittadini e ferme da lunga data, ed esprimano, con celerità europea, i pareri richiesti. Non ha più senso l’espansione edilizia della città, ma negare anche la possibilità di riqualificazione e stoppare qualsiasi intervento, anche nei terreni agricoli, significa mettere una pietra tombale su tanti settori dell’economia cittadina”.
I componenti del Laboratorio messinese sono: ordine degli architetti, ordine regionale dei geologi siciliani, ordine dei dottori agronomi e forestali, ordine dei periti industriali, collegio interprovinciale di messina enna degli agrotecnici e degli agrotecnici laureati, collegio dei geometri e geometri laureati, Uil, Sicindustria, Ance, Inarsind, Fondazione architetti nel mediterraneo, Legambiente dei peloritani, Istituto nazionale di bioarchitettura, Unicoop e Capitale Messina.