Ancora venti di guerra nel Pd. Dopo la nomina del gruppo di lavoro in vista del congresso cittadino, coordinato da Felice Calabrò,si registra la protesta di Daniele Zuccarello e Nicola Barbalace. In una lettera inviata al segretario provinciale Ridolfo, i due esponenti Pd contestano i metodi adottati, senza alcuna convocazione assembleare, "scelte calate dall'alto". Ridolfo risponde: "Incrementerò il gruppo dando spazio alle altre aree".
I metodi decisionali continuano ad essere “il punto debole” del Pd messinese. Le recenti scelte relative ad esempio alla candidatura unica del segretario provinciale, sono state al centro di durissime polemiche (“post-frittata fatta” per la verità..) dal momento che risultavano calate dall’alto più che frutto di una reale condivisione. Il copione si sta ripetendo, secondo Daniele Zuccarello e Nicola Barbalace, in vista del congresso cittadino, che comporterà l’elezione del segretario cittadino. Lunedì sera infatti, in seguito ad una riunione alla presenza del segretario provinciale Basilio Ridolfo,è stato individuato un gruppo di lavoro che guiderà il Pd fino al congresso cittadino, previsto non prima di marzo. A farne parte lo stesso Ridolfo, i capigruppo dei gruppi consiliari delle liste Pd, ed i presidenti di circoscrizione. Il gruppo è coordinato da Felice Calabrò.
Ancora una volta sono i metodi adottati a finire nel mirino di chi contesta, perché la forma è spesso anche sostanza e l’individuazione del gruppo di lavoro, nonché del coordinatore, non è andata giù, quanto appunto al sistema utilizzato, ai due Progressisti democratici.
“ll congresso cittadino del Pd deve essere momento di confronto e dibattito su tutte le problematiche della città- scrivono Zuccarello e Barbalace in una nota inviata al segretario provinciale Ridolfo-Deve essere l'occasione per far rilanciare l'attività del partito che a nostro avviso non può ripartire con scelte calate dall'alto ma solo e soltanto da un Vero congresso degli iscritti dove tutte le sensibilità che si riconoscono nelle mozioni devono avere titolo ad esprimersi”.
L’affondo dei due esponenti del Pd è critico sia sulla decisione di scegliere lo staff attraverso una semplice riunione, sia ignorando la presenza delle diverse anime del partito, che come è noto, non vanno affatto d’accordo tra loro. Affidare la guida, ad esempio, ai capigruppo delle liste Pd limita la rappresentanza solo a quanti sono stati eletti, peraltro all’interno di un partito che non privilegia il merito ma altre logiche, prime fra tutte la capacità di portare voti.
“Preso atto della tua scelta di nominare un gruppo di lavoro per il congresso cittadino che non solo non tiene conto di tutte le esperienze che sono patrimonio di questo partito ( e che non può più continuare ad essere solo il partito degli eletti nelle aule consiliari) ma addirittura attribuisce un potere di coordinamento ad un'area come se già il dibattito congressuale fosse consumato ancora prima di convocare la prima assemblea degli iscritti”.
Il nome di Felice Calabrò, individuato senza alcuna forma assembleare, rilevano Daniele Zuccarello e Nicola Barbalace, finisce con il privilegiare una sola area (la stessa che ha portato alla segreteria Ridolfo e che secondo i due Pd fa riferimento a Francantonio Genovese) e nel contempo limitarsi ai soli capigruppo non apre alle risorse presenti nel territorio. Da qui l’ultima frecciata: “Abbiamo affidato a te la guida del PD nella provincia di Messina come garante di tutti. Oggi ragioni di opportunità ci portano a chiederti di prendere in mano tu il coordinamento di questo gruppo di lavoro rivedendone la forma, che deve essere necessariamente più inclusiva ed aperta, e stabilendone i temi che deve affrontare concentrandoci sul partito TUTTO e non sulle ambizioni dei singoli”.
Il congresso cittadino è lontano, ma le armi si stanno già affilando ed è più che probabile che non si ripeterà quel clima di finta armonia che si è registrato con l’elezione di Ridolfo a ottobre, anche perché in questi mesi sono cambiati molti equilibri e scenari. Da qui al congresso inoltre c’è di mezzo il Tar di Catania.
Puntuale arriva la replica del segretario provinciale Basilio Ridolfo, che spiega le motivazioni che lo hanno spinto all’individuazione del gruppo di lavoro e si dice comunque pronto a incrementarlo: “La mia decisone, condivisibile o meno, è stata assunta dopo aver ascoltato molti contributi resi nell’ambito di un ampio dibattito svoltosi a Messina lunedì 27 nel corso della quale si è dato inizio ad una riflessione sui temi principali che interessano la città. La necessità di formare un “gruppo di lavoro” è emersa- nelle more della celebrazione del congresso cittadino – per affrontare i molteplici problemi di cui è afflitta la Città in una visione di fattivo supporto al segretario provinciale; non vi era alcuna intenzione di comprimere eventuali momenti di contributo alla definizione della linea politica del PD, atteso che il principio ispiratore che anima la mia azione di segretario è quello della piena affermazione di reali forme inclusive nella gestione del Partito”. Ridolfo spiega poi come il gruppo di lavoro avrà comunque una breve durata dal momento che dopo l’elezione del segretario regionale, fissata per il 16 febbraio, sarà avviata la fase per il congresso cittadino, “la pluralità delle diverse sensibilità di cui è composto il nostro Partito rappresenta una risorsa che va salvaguardata in ogni occasione. Pertanto ritengo utile e necessario incrementare il “gruppo di lavoro” coinvolgendo, a pieno titolo, i rappresentanti delle varie componenti del PD”.
Rosaria Brancato
Ma perchè non si fa una bella indagine sulle primarie, vinte in modo dubbio da Calabrò!? Si faccia luce sulla regolarità di quella beffa chiamata primarie e si porti alla luce il bacino di voti da cui, il verginello di periferia, ha attinto a piene mani.
Quelli che si ostinano a vedere in questo personaggio un uomo libero, o sono suoi parenti, o sono i soliti galoppini affamati.
Su una cosa sono d’accordissimo, basta con queste scelte calate dall’alto!!
Ma Giorgio Caprì che fine ha fatto? deve ancora smaltire la batosta elettorale? C’è forse aria di rottura?
della serie “puri i pulici hannu a tussi”
Ma siete seri?
Il PD messinese, o quello che osa chiamarsi ancora così, chiudendosi su se stesso e su vecchie logiche di potere, finirà per lasciare per strada tutti quelli che sin’ora l’hanno seguito e che si pentiranno e si fustigheranno per aver dato più volte credito a gente che pensa solo alle beghe di palazzo ed ai giochi di potere.
Giovani rampanti figli d’arte!!!