Alla fine hanno vinto loro: i 6 candidati e gli organizzatori delle primarie, gli unici a crederci fino in fondo ed a combattere contro vecchie logiche, farse, tentativi d'affossamento e scetticiscmi. Dal Megafono l'ultimo colpo di teatro, con il ritiro della busta chiusa e della partecipazione alle primarie.
Hanno vinto le primarie. Contro ogni strategia del caos, ogni gioco destabilizzante, ogni trattativa sottobanco,ogni vecchio metodo di gestione, contro lo scetticismo dei loro stessi leader hanno vinto i 6 candidati e i componenti del tavolo di coalizione che alle primarie hanno creduto, per le primarie hanno messo la faccia, il cuore e l’impegno ed oggi hanno dimostrato d’aver vinto. Non sappiamo come andrà a finire né chi dei 6 candidati vincerà il 14 aprile, ma la prima, vera grande vittoria di questo gruppo è stato l’essere riusciti a farle sul serio , nonostante tutto e nonostante tutti, compresi i leader dei loro stessi partiti. Oggi il Megafono ha aggiunto un altro capitolo alla farsa, che temiamo purtroppo non sia l’ultimo, ritirando la busta chiusa presentata ieri dopo aver chiesto tutti i rinvii possibili e immaginabili a primarie e presentazione delle firme. Ha ritirato busta e candidato senza neanche aggiungere una riga di “scuse”, se non altro per il tempo che ha fatto perdere, né di spiegazioni ad un balletto che sicuramente continuerà, perché non è dato sapere né se gli esponenti locali del Megafono voteranno alle primarie, né se presenteranno per le amministrative un candidato autonomo, né se, a primarie finite ricompatteranno la coalizione sostenendo il vincitore del 14 aprile. In attesa che Crocetta sveli l’arcano e che l’arcano duri più di 24 ore, oggi è stato il giorno della presentazione dei sei candidati alle primarie. Un traguardo per un Comitato organizzatore che in queste settimane ha dovuto combattere contro ogni tentativo d’impallinamento al punto che nessuno in città, tranne loro, pensava davvero che si sarebbero svolte sul serio. Quindi onore a: Ciccio Quero, Giuseppe Grioli, Felice Calabrò, Giuseppe Ramires, Emilio Fragale, Pucci Prestipino che ci stanno mettendo la faccia, l’impegno ed hanno raccolto le firme perché sicuramente le primarie non sono il migliore degli strumenti possibili, ma sono un metodo perfettibile.
“I problemi di questa città non possono essere risolti da qualcuno che ha la bacchetta magica o da un candidato sbaragliante- ha esordito Pippo Molonia, del Comitato promotore-ma attraverso un coinvolgimento dei messinesi. Sono i cittadini che devono scegliere il loro candidato”. Da oggi ci sono due certezze: le primarie si faranno e si faranno con i 6 candidati presenti a Palazzo Zanca. Il governatore è avvisato, colpi di teatro non ce ne saranno più, se vorrà potrà sostenere, in nome della coalizione della quale fa parte, il vincitore delle primarie. Resta l’amarezza per il tempo perso,perché senza le ripetute richieste del Megafono le primarie si sarebbero tenute il 7 aprile, come a Roma. Il tavolo di coalizione comunque non sta sbarrando la porta a nessuno, il centro-sinistra è unito e aperto.
“Ho considerato la decisione di Crocetta di non partecipare alle primarie un atto di scorrettezza che indigna- ha spiegato Giuseppe Ramires- e inizialmente ho anche pensato di ritirarmi. Poi però in 48 ore ho raccolto 800 firme e per me le regole valgono, hanno un senso. Le primarie sono un working progress le stiamo costruendo e migliorando, non sono un’abitudine per noi, è una strada e la strada si può solo migliorare”. Per Emilio Fragale la porta ai crocettiani deve restare sempre aperta, anche perché “il nostro obiettivo non è chi vince le primarie, ma vincere le elezioni per dare alla città il miglior sindaco possibile” e ribadisce la sua candidatura autonoma da ogni partito e disincantata rispetto ad ogni recinto. L’unica donna del gruppo, agguerrita e decisa è Pucci Prestipino, candidata del Centro democratico: “Sono orgogliosa di poter competere, è questa la cosa più importante. Mi ha dato fastidio ascoltare la candidata del Megafono, Giusy Furnari che non ha voluto sottoporsi al confronto. Guardiamo avanti e chiediamoci, come ha detto con ironia Crozza: ci sono due mesi davanti, riusciremo a perdere le elezioni?”.
In realtà il balletto del Megafono e la farsa della candidatura hanno contribuito e non poco a far raggiungere, come direbbe Crozza, il traguardo del perdere le elezioni nonostante i due mesi di tempo.
“Oggi hanno vinto le primarie- commenta senza esitazione Felice Calabrò- abbiamo dimostrato di credere in questo strumento di partecipazione al di sopra di ogni altra cosa. Sono abituato a rispettare le regole e non m’importa guardare cosa fanno gli altri. Il 14 aprile sarà una grande festa di partecipazione e mi auguro che gli amici del Megafono possano far parte ancora della coalizione”.
Non è detto infatti che alla fine, dopo questo estenuante tira e molla Crocetta non possa dire ai suoi di fare come sta facendo l’Udc che ha dato libertà di scelta ai suoi elettori. Voci indiscrete sussurrano che però il governatore potrebbe riconciliarsi con il gruppo Picciolo-Greco che fino a ieri ha ribadito la volontà di candidare la Furnari con una lista autonoma alle amministrative. Questo però equivarrebbe a spezzare la coalizione, a tutto vantaggio del centro-destra.
“Crocetta deve concentrarsi su quel che sta facendo- ha aggiunto Giuseppe Grioli- e cioè governare la Sicilia. Noi riteniamo indispensabile la presenza e il contributo del movimento il Megafono, che speriamo possa continuare con noi questo percorso”. Insomma, Crocetta faccia il governatore e non usi sistemi che sanno più di vecchie logiche che di uno spirito costruttivo.
“Ci è sembrato di assistere a scene del teatro dell’assurdo- ha concluso Ciccio Quero- certo, anche noi abbiamo avvertito il fastidio per questi gesti, ma al fastidio dobbiamo contrapporre l’entusiasmo e la passione per questo strumento di partecipazione. Non vogliamo però che un futuro rientro di Crocetta in coalizione possa essere frutto di accordi per posti di sottogoverno, ai quali ci opporremo”.
Niente giochi di prestigio, né tatticismi. Il treno delle primarie, nonostante le bombe piazzate nelle rotaie e gli assalti degli indiani è arrivato al traguardo. Il 14 aprile si vota in 11 gazebo (12 con quello doppio di Piazza Cairoli destinato a 16enni ed extracomunitari). Dopo lo spoglio, la sera stessa, ci sarà il Terzo tempo, con tutti i candidati e i partecipanti. Venerdì 11 aprile confronto dei candidati alle 16 al Maurolico.
Rosaria Brancato
IL MEGAFONO…
aveva le batterie poco cariche..anzi proprio scariche. Chi aveva l’incarico di gestire questa situazione ha mostrato incapacità poca visione politica…gli altri candidati hanno fatto quadrato giustamente perchè messina vale più dei giochetti da figurine panini.
Cara Brancato, lei non fa nulla per non apparire una elettrice del PD. Ci dica per chi vota: Grioli o Calabrò?
Ma come può ritenere che questa campagna elettorale sia seria e non una mera corsa ad eleggere il commissario liquidatore della città (messo che si arrivi alle elezioni)? E’ una città che ha finito pure la frutta e sta gettando i resti del pasto nella spazzatura. Tanto che uno dei due punti programmatici di Grioli riguarda la ‘munnizza. Niente sviluppo solo gestione del degrado e della miseria.
Il prossimo sindaco dovrà gestire debiti, fame e disoccupazione e consentire a Genovese di controllare lo stretto (quello che rimane del traffico gommato) e a lui e a qualcun altro di fare il nuovo PRG.
Lo ha capito D’Alia (da politico navigato) e si è defilato.
Credo che l’interesse vero per ciascuno dei candidati sia di legittimarsi a Roma per fare i parlamentari alla prossima chiamata.
E comunque le elezioni a Messina le vincono i 5 stelle.
mamma mia….ke centro sinistra…
Ma i soldi per fare tutto questo li mettono loro di tasca propria o ricevono sovvenzione?
Credono che tutto questo impegno sarà premiato se qualcuno di loro riesce a sedersi su una poltrona? Non c’è più trippa per gatti cari Megafoni.
Sembra di leggere l’Unità o il Fatto Quotidiano: moralismo profuso a piene mani.
Parlate solo di gente disoccupata e affamata che protesta e di piccoli uomini che non sapendo che fare nella vita giocano a fare politica per acquisire un reddito o maglio un posto in Parlamento al prossimo giro, con la città alla canna del gas, per un partito, il PD, che non ha alcun progetto infrastrutturale sotto Napoli e Bari.
Comunque i commenti si pubblicano tutti, anche quelli che non piacciono e/o non si aspetta che le notizie siano “passate” per pubblicarli.