Nella scelta degli ultimi assessori, il candidato del centrodestra si affida alla triade Genovese, Germanà e Amata. Il deputato regionale pesca anche dai partiti, ma con la sua personalità oscura del tutto l’interesse per i suoi assessori
Per il ballottaggio non ci saranno apparentamenti tecnici. I termini per ufficializzare il collegamento con ulteriori liste rispetto a quella o a quelle già collegate al primo turno sono scaduti oggi, ma già ieri è definitivamente tramontata l’ipotesi di apparentamento tra centrodestra e centrosinistra, a cui – nonostante la smentita di Navarra e De Domenico (vedi qui) – si è lavorato intensamente per almeno due giorni con l’obiettivo di rafforzare il fronte anti De Luca e spartirsi qualche poltrona. I molti malumori interni al Pd, a cominciare dalla ferma opposizione dell’ex candidato sindaco Felice Calabrò (rieletto con un’ottima affermazione personale in Consiglio comunale), ha stoppato l’iniziativa. Al tavolo delle trattative era seduto anche l’ex deputato reginale Beppe Picciolo, del quale non si registra neanche una dichiarazione ufficiale dopo l’esito del primo turno.
Nei giorni scorsi era caduto nel vuoto anche l’appello lanciato dal deputato regionale ed ex sindaco di Santa Teresa al Movimento Cinque Stelle (vedi qui), al quale guardavano con grande favore soprattutto suoi sostenitori "deluchiani". I pentastellati hanno chiuso le porte in faccia a De Luca ed il candidato sindaco M5S Gaetano Sciacca ha speso parole molto dure sia nei suoi confronti che nei confronti di Bramanti (vedi qui).
Allo scontro diretto del 24 giugno si arriverà dunque senza novità sul fronte delle alleanze.
Novità importanti giungono invece sul fronte della composizione della squadra del candidato sindaco del centrodestra. Se, infatti, il suo competitor ha ufficializzato già all’inizio campagna elettorale i nomi e le deleghe di tutti gli assessori che lo coadiuverebbero nel caso in cui diventasse sindaco, il direttore scientifico dell’Irccs-Neurolesi Bramanti ha proceduto secondo il “timing” imposto dalla normativa vigente e ieri ha svelato i nomi di altri tre assessori, tutti riconducibili ai leader politici locali che hanno sponsorizzato la sua candidatura (vedi qui) insieme al presidente della Regione Nello Musumeci.
Giusy Marabello, alla sua prima esperienza in politica e candidata nella lista Insieme per Messina (che ha sfiorato ma non ha raggiunto la soglia del 5%) è stata nominata in quota Nino Germanà. Simona Contestabile, più volte consigliere comunale, è una fedelissima di Fancantonio Genovese e fa parte di quella truppa di consiglieri comunali che nel 2015 migrarono dal Partito democratico a Forza Italia per seguire l’allora deputato nazionale. Pasquale Currò, candidato nella lista Fratelli d’Italia, rimasta anch’essa al di sotto della soglia del 5%, è stato indicato come assessore dalla deputata regionale Elvira Amata. Bramanti si è inoltre affrettato a dire che «Diventerà Bellissima ( movimento del presidente Musumeci ndr), la prima delle liste che ha rasentato il 5%, per stile istituzionale ha deciso di procedere alla propria designazione successivamente». Insomma, tutto secondo il Manuale Cencelli, modus operandi che tuttavia fa a pugni con quell’indipendenza dai partiti più volte sbandierata e con quella definizione di candidato civico auto-attribuitasi da Bramanti. Ma in politica, si sa, i numeri contano più delle parole e Bramanti è convinto che per vincere al ballottaggio avrà bisogno del sostegno della coalizione, e soprattutto di quei capocorrente che possono spostare voti. Anche a costo di suscitare veementi proteste interne, come sta a accadendo in queste ore nel centrodestra, dove sono numerosi gli scontenti per i nomi degli ultimi tre assessori designati. Ricordiamo che i primi quattro assessori nominati da Bramanti erano: Mario Ceraolo, ex vice questore e oggi membro della Federazione Antiracket Italiana; l’architetto Pino Falzea, esponente dell’associazione politica Capitale Messina; il professore universitario ed esperto di diritto amministrativo Carlo Mazzù (pro rettore ai tempi di Navarra); la poliziotta Rosaria Maira.
Passando alla giunta De Luca, nel caso di vittoria del deputato regionale siederebbero nell’esecutivo di Palazzo Zanca: l’ingegnere Salvatore Mondello; l’avvocato Dafne Musolino; Pippo Scattareggia; Carlotta Previti; Massimiliano Minutoli; l’avvocato Alessandra Calafiore; il dirigente scolastico Enzo Trimarchi. Sia Minutoli che Scattareggia hanno militato nell’ Udc. Carlotta Previti è stata esperta a titolo gratuito ai tempi del sindaco Buzzanca e più recentemente esperta dell’ex commissario della Città Metropolitana Calanna. Ma il suo curriculum racconta di numerosi incarichi di nomina politica. Contrariamente a quanto sta accadendo al candidato del centrodestra Bramanti, sia per la mancanza di alleati sia per la sua personalità “straripante”, De Luca è riuscito in questa campagna elettorale a catalizzare solo su di sé l’attenzione mediatica, oscurando quasi del tutto l’interesse per la sua squadra di assessori, non tutti novelli o vergini politicamente. Del resto, lo stesso De Luca non si inventa oggi politico. E’ in campo dall’età di 18 anni, ha cambiato spesso partiti, è stato abile ad usarli come taxi per farsi eleggere e poi fare le valigie e traslocare (come ad esempio è accaduto alle ultime regionali con l’Udc). Nel 2008, De Luca è stato un sostenitore della giunta Buzzanca, di cui faceva parte Pinella Aliberti, assessore ai servizi sociali indicata proprio dall’ex sindaco di Santa Teresa, che la scaricò quando scoppio lo scandalo dei fondi elargiti ad associazioni culturali, sportive e religiose, rompendo in quell'occasione anche con l'allora primo cittadino, che non concesse al deputato regionale di esprimere un altro nominativo. Ai tempi di Buzzanca, De Luca poteva contare anche sulla presenza di un consigliere comunale a lui molto vicino, Ivano Cantello. Eppure, oggi il parlamenatre regionale riesce a far passare il messaggio che lui rappresenta il nuovo e che con il sistema non c’entra nulla.
Danila La Torre