Crocetta dice "sì" e pensa alle Regionali. Sicilia Futura di Picciolo pronta alla sfida

Crocetta dice “sì” e pensa alle Regionali. Sicilia Futura di Picciolo pronta alla sfida

Rosaria Brancato

Crocetta dice “sì” e pensa alle Regionali. Sicilia Futura di Picciolo pronta alla sfida

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mercoledì 30 Novembre 2016 - 23:09

Il governatore motiva il suo sì al referendum all'incontro promosso da Sicilia Futura in un'affollata sala del Royal. In vista delle Regionali iniziano a "pesarsi" i numeri. "Non sarà l'apocalisse- dice- ma dobbiamo votare con la ragione"

E’ stato l’incontro per ribadire il sì del presidente Crocetta al Referendum ma è stato soprattutto un modo per “pesare” le forze alla vigilia di un anno che sarà una catena di competizioni elettorali.

Ed il “peso” di Sicilia Futura all’interno dell’alleanza con il Pd si è visto nei numeri (peraltro su un tema per nulla appassionante come la Riforma costituzionale) che hanno affollato la sala del Royal.

Al fianco di Crocetta, insieme all’assessore Croce, al sub-commissario Pd Antoci, il leader di Sicilia Futura Beppe Picciolo ha dato dimostrazione di quanto il movimento sia cresciuto e voglia crescere ancora ed essere sempre più determinante. Con loro, per intervenire sui temi più legati al territorio, anche il senatore Lumia ed il presidente onorario di Sicilia Futura Totò Cardinale.

Più che di Referendum, si è parlato di territorio. Se l’assessore regionale Maurizio Croce, è arrivato a Messina dopo aver parlato ai cittadini di Letojanni, Giardini, Castelmola, feriti dall’ennesima sciagura, il governatore Crocetta è entrato in sala portando con sé il bagaglio amaro di chi aveva appena incontrato i familiari di uno dei tre morti nella tragedia della nave Sansovino. Appena 24 ore prima aveva stanziato in giunta regionale somme ingenti per i comuni alluvionati. Non si poteva non parlare di una terra, Messina, piagata dal dissesto, dalle inefficienze, dalla mancata prevenzione. Poco prima dell’arrivo di Crocetta il dibattito si era incentrato sui temi della sicurezza, portati avanti da un intervento del dirigente dell’ispettorato del lavoro Gaetano Sciacca che ha esortato gli amministratori ed i politici presenti (assessore e presidente in testa) a capire che senza la prevenzione e la cultura della sicurezza, non ci sarà mai alcun risultato. L’assessore Croce ha ripetuto quanto detto più volte negli ultimi anni, a proposito della necessità d’interventi decisivi e capillari a tutela dei territori dopo troppi anni di “distrazioni” e indifferenza.

Anche il sub commissario del Pd Antoci, presidente del parco dei Nebrodi, ha posto l’accento sulla necessità di essere uniti nelle battaglie a difesa del territorio, prima di lanciarsi nell’appello per il sì.

A concludere i lavori è stato Crocetta che ha fatto un “riassunto” dei 4 anni di mandato ed anche nel “tirare la volata” al sì ha sottolineato quanto, a suo dire, il governo regionale ha fatto: “Per tanti il 4 dicembre è il giorno dell’Apocalisse. Quindi il 5 sarà il day after. Io dico che dobbiamo votare con la testa e non solo con il cuore. Se io pensassi che questa Riforma penalizza la Sicilia sarei il primo a dirlo. Invece no. La nostra autonomia non sarà toccata. Né la nostra identità, cultura, storia. Ai leghisti che sostengono che con questa riforma saranno rallentate le Regioni che sono avanti nel settore della sanità io replico che non c’è niente di più falso. Ma aggiungo che non abbiamo da imparare niente da nessuno, abbiamo le carte in regola, siamo al nono posto in Italia per livello di assistenza e sulla sanità abbiamo superato come Regioni sia l’Umbria, che il Lazio e la Campania. Quando sono venuto qui, durante la campagna elettorale del 2012 Messina era la capitale mondiale del consumo di materiale per osteoporosi. Oggi quel mondo è scomparso. Quando arrivi a quei dati significa che c’è manciugghia. Sapete cosa è a manciugghia? Quando, dalla spigola all’elefante ognuno dice: cosa c’è per me…. Quel sistema ha danneggiato l’economia, rallentato lo sviluppo, rovinato le imprese.

Nel concludere ha sciorinato i dati della sua giunta, come i tagli del 35% alla spesa corrente ed i vari settori. Infine, collegandosi a quanto dichiarato da Croce ha ricordato che nel Patto per la Sicilia ben 102 comuni dei 108 della provincia è inserito con progetti a tutela del territorio.

Più che un’iniziativa di campagna referendaria è stata un’anteprima delle prossime regionali, con un Crocetta più agguerrito che mai pronto a dare del filo da torcere alle altre correnti del Pd in era renziana. Se il Megafono targato 2012 non c’è quasi più, il Presidente ha trovato in Sicilia Futura un alleato di ferro, soprattutto nell’asse con il Pd. La sala affollata, le presenze di esponenti degli ordini, amministratori della provincia, era un chiaro segnale che guarda al 2017 e che vede Picciolo, leader di Sicilia Futura, tra i protagonisti dei movimenti determinanti e delle alleanze che si verranno a creare. La politica si fa anche con i numeri ed era questo il messaggio dell’incontro al Royal, che andava di pari passo con il dibattito di un altro alleato del Pd, D’Alia, nella sala Sinopoli del Teatro.

Entrambe le sale affollate rappresentano l’immagine di quel che sarà il centro-sinistra nei prossimi mesi. Il Pd dello Stretto, in questo momento guidato dal commissario Carbone, non potrà prescindere da questi numeri, né ignorarli.

Del resto è chiaro che, per dirla con Crocetta, il 4 dicembre non sarà l’Apocalisse, ma solo l’inizio di una nuova e lunghissima campagna elettorale.

Rosaria Brancato

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