2013-2018: un quadro ribaltato a Roma, Palermo, Messina, 5 anni sono tanti

2013-2018: un quadro ribaltato a Roma, Palermo, Messina, 5 anni sono tanti

Rosaria Brancato

2013-2018: un quadro ribaltato a Roma, Palermo, Messina, 5 anni sono tanti

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giovedì 17 Maggio 2018 - 06:39

E' come se il contesto di 5 anni fa fosse preistoria rispetto a quanto sono mutate le cose dal 2013 ad oggi.

Da oggi è il vero “start” per le amministrative del 10 giugno. Si conoscono tutte le squadre in campo, i candidati sindaci e le coalizioni.

E’ il vero inizio della campagna elettorale.

Rispetto al maggio 2013 il quadro, sia generale che messinese, è totalmente mutato.

Si è ribaltato e nulla né a Messina, né a Palermo né a Roma è come 5 anni fa.

1)Nel maggio del 2013 si andava al voto per le amministrative dopo l’ennesimo commissariamento (era Luigi Croce infatti a “reggere” le sorti del Palazzo).

Oggi si va al voto con l’unica amministrazione, dopo Leonardi (quindi stiamo parlando di quasi 15 anni) che ha completato un mandato intero di 5 anni.

2)Nella primavera del 2013 le amministrative erano la terza tornata elettorale dopo le Regionali dell’ottobre 2012 e le Politiche del febbraio 2013. In entrambe le competizioni aveva vinto il centro sinistra. A Palermo governava Crocetta ed a Roma, dopo quella che Bersani definì la “non sconfitta”, c’era il governo Letta che di lì a poco sarebbe stato impallinato da Renzi con la famosa frase #enricostaisereno.

Oggi, 5 anni dopo, le Regionali del novembre 2017 hanno portato Musumeci alla guida della Sicilia e la vittoria della coalizione di centro destra. A Roma si va verso un governo M5S-Lega e la coalizione di centro destra è la prima in Parlamento.

3)Nel 2013 Accorinti era “l’astro nascente”, su di lui si concentravano le speranze di un cambiamento e le proteste dell’antipolitica. Nel 2018 Accorinti è l’amministratore uscente, non è più il nuovo. I 5stelle stanno per andare al governo e in questo momento il vero “astro nascente”, colui che incarna la protesta a Messina è diventato Cateno De Luca. Anche lui peraltro come Accorinti 5 anni fa punta sulla figura dell’uomo-simbolo rispetto alla forza della lista che lo sostiene.

4)Il M5S come detto nel 2013 usciva da due competizioni elettorali che lo avevano visto entrare per la prima volta all’Ars ed in Parlamento, ma a Messina non era ancora particolarmente radicato ed inoltre gli elettori hanno visto in Accorinti il voto di protesta. Oggi il M5S ha fatto il pieno di deputati sia a Roma che a Palermo e pur contando su una sola lista alle amministrative sa bene che il suo elettorato vota il movimento “a prescindere” da chi è in lizza. Resta da capire l’incognita del trascinamento delle liste ma soprattutto come l’elettorato guarderà all’alleanza con la Lega ed al governo nazionale

5)Nel 2013 il centro sinistra vinceva a Messina sia per le Regionali che per le Politiche gazie alla forza delle liste a trazione genovesiana, al punto che la percentuale registrata al primo turno dal candidato sindaco del centro sinistra Felice Calabrò risultò più bassa di quella delle liste che ottennero la maggioranza in Aula ma lasciarono Calabrò al palo del primo turno (per 59 voti). Nel 2018 è il centro destra ad avere la maggioranza sia a Palermo che a Roma. A Messina nel frattempo l’area genovesiana si è spostata di fronte. Frattanto è cambiata anche la legge elettorale che ha ripristinato il voto di trascinamento. Non a caso c’è stata la corsa per presentare più liste (e il centro destra ne ha 10).

Come si vede è arduo poter pensare oggi come finirà.

L’unica certezza è un quadro che è come ribaltato rispetto a 5 anni.

Pensando al 2013 è come pensare alla preistoria.

Rosaria Brancato

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