Il sindaco uscente usa l'ironia per replicare alle accuse di immobilismo e incapacità amministrativa. Ed elenca i risultati ottenuti nella frazione costiera di Calderà: “Siamo diversi dai soliti politicanti”
“È difficile spiegare ai barcellonesi cosa è successo sulle nostre e sulle loro teste, così come è difficile spiegare il nostro lavoro silenzioso”. Non ci sta Maria Teresa Collica, sindaco uscente di Barcellona Pozzo di Gotto, a passare per incompetente. E risponde agli attacchi, durissimi, di tutti coloro che hanno appoggiato, moralmente o effettivamente, la mozione di sfiducia.
“Le elezioni anticipate sono un torto alla città” – spiega Collica – “non soltanto per i 200.000 € che esse costeranno, ma soprattutto per il cinismo con il quale si è decisi di usare Barcellona per “testare” il futuro assetto politico regionale. Si tratta solo e soltanto di accordi sottobanco, presi per scalzarmi testando le future accozzaglie politiche che gestiranno la regione, con i metodi di sempre. Noi siamo diversi, abbiamo un'idea diversa della politica, del bene comune, della cittadinanza attiva. L'abbiamo dimostrato e lo dimostreremo ancora”.
La cornice del comizio è la splendida Calderà, frazione costiera della città del Longano. “E questa spiaggia dovrà ottenere la bandiera blu” – continua Collica, riferendosi al programma FEE per il riconoscimento delle spiagge più belle e curate d'Italia, – “abbiamo già programmato numerosi interventi e alcuni sono già in fase avanzata. É stato elaborato un nuovo piano rifiuti, che comprende la pulizia regolare delle spiagge, e non interventi occasionali. Si sta lavorando per migliorare una rete fognaria disastrata. Sono già pronti due finanziamenti per realizzare un porticciolo per i pescatori di Cicerata e un polo sportivo a Spinesante. Ancora, abbiamo chiesto al demanio la concessione, per sei anni, della spiaggia di Calderà, così da poter organizzare più facilmente eventi tutto l'anno”.
Ma, più che per ciò che ha fatto, Collica è contestata per ciò che non avrebbe fatto. “Abbiamo lavorato per costruire una quotidianità efficiente” – insiste il sindaco sfiduciato – “e il lavoro di questi anni sta iniziando ad emergere. Una delle leggende metropolitane più popolari tra i miei detrattori è quella della strada “marchesano”, progetto della vecchia amministrazione, certo, che era però privo sia dei pareri degli uffici sia di alcuni finanziamenti necessari alla messa in sicurezza dell'opera. E che dire del ponte di Calderà? Mi si accusa di non saper avviare un iter di ristrutturazione: peccato che il ponte vada costruito nuovamente, perché così hanno stabilito i vecchi amministratori; e questo comporta un iter molto più lungo. Inoltre, lo stesso è della provincia: c'erano stati dei finanziamenti dalla protezione civile, ma insufficienti. C'era anche un progetto, che la provincia ha però ritenuto troppo costoso. Adesso, un nuovo progetto è al vaglio della protezione civile. Ma noi abbiamo fatto di più: abbiamo chiesto di inserirlo tra le vie di fuga, così da accorciare i tempi; ancora, sono stati stanziati 49 milioni di € dalla regione per completare diverse strade provinciali, e noi abbiamo fatto sì che anche la SP di Calderà vi rientrasse”.
Le rivendicazioni non finiscono qui. “Si parla tanto della strada “serre”, che sarebbe utile per il decongestionamento del traffico cittadino per la sua posizione parallela alla litoranea. Ma i finanziamenti ottenuti, per questa come per tante altre opere, non bastano più a causa dell'incremento dei prezzi. Inoltre, i soldi erano stati revocati dal governo centrale perché si era perso troppo tempo a spenderli, e questo prima del mio insediamento come sindaco. Noi abbiamo riottenuto quel finanziamento, ma con l'obbligo di impiegarlo in tempi brevi. E, visto che per la strada “serre” c'era soltanto un progetto preliminare, abbiamo dirottato i fondi così da terminare altre opere, immediatamente cantierabili. Ma ci saranno altre possibilità, altri canali di finanziamento che ci consentiranno di realizzare anche quel progetto”.
E, parlando dei problemi della sua città, Collica rimarca il leitmotiv della sua carriera politica, la diversità dagli “altri”: “Barcellona è stata fatta male. Il depuratore è in una posizione tecnicamente orribile; l'acqua, invece di arrivare in città scendendo dalle nostre colline, viene spinta su dal mare con un costo di 1 milione di euro annui. Sono due piccoli esempi di come è stata gestita la nostra città da quelle persone che si ritengono esperte e competenti, e che hanno operato prima di noi. Ma noi siamo diversi e, in silenzio, abbiamo lavorato e continueremo a farlo, a modo nostro, vicini ai cittadini e al territorio”.
Giovanni Passalacqua