Il candidato sindaco del centrodestra afferma di essere pronto ad intestarsi “in prima persona queste battaglie per ribaltare una situazione di immobilismo che si è protratta per troppo tempo"
"La Città Metropolitana di Messina non è dietro le quinte, non è figlia di un dio minore elettorale. Sono candidato sindaco di Messina e ho l’orgoglio e la consapevolezza di essere anche candidato sindaco metropolitano ed in quanto tale metto al primo posto una serie di priorità per lo sviluppo dell’intero territorio provinciale. Prima tra tutte c’è la battaglia per la 16esima Autorità Portuale, quella dello Stretto e che vede insieme il porto di Messina e di Milazzo-Giammoro e quelli di Villa San Giovanni e Reggio Calabria”. Così in un comunicato il candidato sindaco del centrodestra Dino Bramanti.
“La riforma Delrio – continua – ha relegato Messina ad un ruolo di comparsa totalmente subalterna al porto di Gioia Tauro. Da sindaco metropolitano e da sindaco di Messina mi batterò per l’istituzione di un’Autorità portuale autonoma che ci spetta di diritto in virtù dei nostri numeri e delle nostre potenzialità. Insieme alla deputazione nazionale ed al governatore Musumeci che si è già dichiarato dalla nostra parte, solleciteremo una modifica della riforma e la riaffermazione del ruolo dello Stretto. E’ una battaglia che riguarda tutto il territorio, così come quella contestuale per il riconoscimento del porto di Messina quale porto core. Spiace constatare che finora è venuta a mancare un’incisività da parte dell’attuale sindaco di Messina e sindaco metropolitano sia su questa tematica, che è fondamentale, che su tutte le altre. Nei giorni scorsi ho ascoltato l’appello dell’ex commissario della Città Metropolitana Francesco Calanna in merito alla centralità dell’Ente, venuta meno in questi lunghi anni in cui il governo Crocetta ha letteralmente provato a cancellare dalla mappa geo politica le ex Province”.
“Il sindaco Metropolitano – prosegue Bramanti – erediterà un Ente che ha subito i colpi di una politica regionale e nazionale dissennata, volta con il prelievo forzoso voluto dal Pd, a mettere in ginocchio le province e la loro autonomia. Dopo 5 anni di commissariamenti la Città Metropolitana ha una struttura ridotta all’osso, lo spettro del dissesto e incertezza sulle competenze. C’è però la possibilità di invertire il percorso, partendo dalle risorse certe, quelle del Patto per il Sud e per la Città Metropolitana e quelle per la Riqualificazione delle periferie urbane. Ci sono i progetti e ci sono le risorse. C’è il personale che non vede l’ora di tornare ad operare dopo anni di mortificazioni”.
“Sono pronto ad intestarmi in prima persona queste battaglie per ribaltare una situazione di immobilismo che si è protratta per troppo tempo".
Bramanti per la serie se non cambia nulla sul porto non cambia nulla in Città. L’unica opzione per creare lavoro produttivo è legata allo sviluppo delle attività portuali ed all’introduzione di nuovi investimenti sulle ZES. Possibile che chi dovrebbe motrare cultura manifesta tanta ignoranza? Cosa può mai fare l’autorità portuale di Messina isolata dal resto dei grandi traffici ed affari? Bisogna cambiare, provare nuove strade ed opzioni di sviluppo.