Le primarie del Pd a Milazzo rischiano di rimanere un miraggio: Pino non ci sta e fa ricorso alla magistratura, mentre il partito vive ore di dubbio. Il candidato Presti scrive una lettera aperta al partito per chiedere chiarezza
Candidati certi, primarie molto incerte. Sono ore di confusione a Milazzo, l’elettore non sa più se domenica 15 potrà votare alle primarie del Pd e scegliere il proprio candidato sindaco.
Ma facciamo un breve riassunto: dopo l’ingresso di Pino nel Pd abbiamo assistito ad uno scontro ancora aperto tra i “genovesiani” che sostengono il sindaco uscente e i “panarelliani”, decisi a non farlo partecipare alle primarie. La vicenda è finita al centro di un ricorso che lo stesso Pino ha presentato, dopo l'esclusione, alla Commissione di garanzia. Dal regionale al nazionale il ricorso di Pino ha seguito le varie tappe, fin quando la Commissione nazionale ha dato il via libera alla candidatura. A porre la parola fine è stato il segretario regionale del Pd Fausto Raciti che ieri ha confermato l'esclusione in base al regolamento fissato per queste primarie, scatenando la reazione di Pino che ha deciso di fare ricorso alla magistratura. In una situazione di caos c'è chi avanza anche l'ipotesi di annullare le primarie; se ne saprà di più solo tra qualche ora.
Intanto uno dei candidati alle Primarie, Salvo Presti, ha deciso di intervenire tramite una lettera aperta indirizzata al Partito Democratico. Presti chiede chiarezza in vista delle primarie fissate per domenica 15.
“Alla luce– si legge nella lettera- delle notizie diffuse a mezzo stampa dalla serata del 9 Marzo circa l’approvazione unanime, da parte del plenum della Commissione regionale di garanzia presieduta da Giovanni Bruno, di un provvedimento riferito al ricorso del 14/11/2014 relativo alle Amministrative del Comune di Milazzo, chiedo in qualità di comune cittadino tesserato al Partito Democratico e di candidato alle Primarie Pd nel Comune di Milazzo, di definire ed esprimere in modo inequivocabile e univoco quale sia il regime giuridico di certezza e di applicazione delle norme di rango statutario previste in seno al Partito democratico per l’indizione delle Primarie di partito, con particolare riferimento ai requisiti richiesti. Il Partito democratico non può in alcun modo subire un danno indelebile alla propria immagine di credibilità, coerenza e unitarietà scaturente dalla più totale confusione ed incertezza cui l’opinione pubblica e i nostri elettori sono gettati in questi mesi dalla sistematica e continua discordanza interna tra gli stessi organi di partito chiamati ad esprimersi intorno alla vicenda”.
Presti spiega di aver deciso di concorrere alle primarie per spirito di servizio e non per esecizio di forza,in un quadro di regole certe e a garanzia di tutti. " I vuoti e le fumosità politiche che ha ingenerato il Partito, a livelli e in ambiti diversi, non possono e non devono essere colmati con interventi esterni, finanche della Giustizia. Un’ipotesi del genere dovrebbe comportare una immediata e pubblica assunzione di responsabilità politica da Roma in giù”.
Presti chiede quindi una risposta ufficiale ed univoca che chiuda in modo definitivo la vicenda milazzese: “in caso contrario temo che sarà la stessa opinione pubblica, ma ancor più i nostri elettori e più in generale i cittadini, a dover trarre le conseguenti deduzioni, paventando inevitabilmente un solco di responsabilità politica da attribuirsi allo stesso Partito democratico in ogni ordine e grado. La credibilità di un partito e ancora prima delle persone non può essere oggetto di vuoti di espressione e bizantini esercizi di potere”.