Elezioni, traballa la data del 10 giugno. Il Pd perde tempo gli altri corrono

Elezioni, traballa la data del 10 giugno. Il Pd perde tempo gli altri corrono

Rosaria Brancato

Elezioni, traballa la data del 10 giugno. Il Pd perde tempo gli altri corrono

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domenica 18 Marzo 2018 - 06:26

La data dello spoglio per il ballottaggio coincide infatti con la terza prova scritta per gli esami di stato. Intanto a Messina le coalizioni corrono mentre il Pd perde tempo.

A Palermo stanno studiando ipotesi alternative anche se le difficoltà si riscontrano anche nelle altre date individuate. Il problema è infatti emerso per il ballottaggio.

Con il primo turno fissato al 10 giugno infatti il ballottaggio sarebbe domenica 24 che però coincide con il giorno antecedente alla terza prova scritta per gli esami di Stato, lunedì 25 giugno.

Poiché si vota negli istituti scolastici il rischio sarebbe che i locali sarebbero usati per lo spoglio, né si può pensare un rinvio di una data che è contemporanea a livello nazionale.

Difficilmente percorribile l’ipotesi di spostare le sezioni interessate perché comporterebbe la stampa e la consegna a domicilio di centinaia di migliaia di nuove schede elettorali ai siciliani chiamati al voto nel 137 comuni interessati fra cui ci sono anche 5 capoluoghi di provincia ovvero Catania, Messina, Trapani Ragusa e Siracusa.

Al momento si stanno studiando anche altre date per il voto.

La prima ipotesi è il primo turno il 27 maggio con ballottaggio al 10 giugno, sebbene questa comporti tempi ristretti per l’indizione dei comizi e la campagna elettorale.

La seconda ipotesi è primo turno il 3 giugno e ballottaggio il 17 ma il rischio è legato all’astensionismo collegato alle festività d’inizio giugno, che peraltro a Messina coincidono anche con la festa della Patrona, la Madonna della Lettera.

Terza ipotesi primo turno il 17 giugno ballottaggio l’1 luglio, ma anche questa desta perplessità perché un ballottaggio a luglio equivale a perdere una larga fetta d’elettorato che preferirà il mare alle urne.

Mentre gli uffici dell’assessorato retto da Bernadette Grasso sono al lavoro per decidere la data, a Messina siamo ancora alla fase delle candidature a sindaco.

Chi è estremamente in ritardo ma non sembra preoccuparsene è il Pd che, uscito dalla batosta delle Politiche (sia pure con risultati in controtendenza rispetto al resto dell’isola dal momento che Messina è il miglior esito in assoluto), finora ha dedicato ben due riunioni a quel che potremmo definire il “riscaldamento”.

Anche il cronoprogramma fissato dalla riunione di venerdì sera fa pensare che i Dem siano convinti che si voti a settembre……e non tra due mesi.

Dall’incontro è emersa una grande determinazione e la voglia di ripartire dopo la grave sconfitta elettorale – sebbene nel panorama siciliano Messina abbia ottenuto i risultati migliori – e la consapevolezza che l’appuntamento delle amministrative appare come l’occasione propizia per dimostrare che il PD, a Messina, come nel Paese, resta centrale per poter offrire risposte serie e concrete ai bisogni dei giovani, delle famiglie e delle imprese. Circa il percorso che porta alle amministrative messinesi, riconfermando tutte le sensibilità interne spirito di unione e di condivisione nel difficile momento politico, si è espressa l’urgenza e la necessità di raggiungere in brevi tempi alla definizione dell’offerta politica del Partito alla città, consci della evidente accelerazione impressa dagli avversari e che ci deve stimolare a trovare una sintesi. A tal fine si è deciso di affrontare nelle prossime ore un cronoprogramma che preveda degli step collegati e successivi:

1-Lavorare prioritariamente alla definizione della coalizione di centrosinistra che si dovrà presentare alla città e all’elaborazione di un programma chiaro da presentare alla città;

2-Costituzione di un gruppo di lavoro per la formazione delle liste;

3-Individuazione di un candidato condiviso con la coalizione, forte ed autorevole;

4-In caso di mancata individuazione del citato candidato unitario che sia autorevole e credibile politicamente dinanzi alla città ed al nostro elettorato in tempi brevissimi, eventuale indizione delle primarie tra coloro che hanno dato o daranno la disponibilità alla candidatura.

Come si vede le primarie sono il quarto punto di un cronoprogramma che ancora deve iniziare il che la dice lunga sulla volontà di procedere in questa direzione.

I nomi sul tappeto restano sempre gli stessi, Antonio Saitta e Felice Calabrò. Quest’ultimo ha proposto le primarie.

In attesa che suoni la sveglia in casa Pd negli altri schieramenti è già tempo di ufficializzazioni.

Il M5S con ogni probabilità schiererà Gaetano Sciacca ed il suo nome è nella piattaforma nazionale utilizzata dal movimento per la scrematura delle candidature.

Sciacca ha chiesto la possibilità di schierare almeno una seconda lista e garanzie anche per maggiore autonomia nella scelta degli assessori. Vedremo nelle prossime ore cosa accadrà sebbene la linea del movimento sulla lista sia piuttosto rigida.

Ha smentito qualsiasi ipotesi di candidatura a sindaco l’ex presidente dell’ordine degli architetti Giovanni Lazzari il cui nome era circolato prepotentemente nei giorni scorsi come alternativa a Sciacca.

Quanto al centro-destra la candidatura di Dino Bramanti è agli ultimi ritocchi. Stasera l’incontro con Musumeci. Anche in questo caso il direttore scientifico dell’Irccs ha chiesto una serie di garanzie puntando ad un’esperienza di civismo come quella che ha portato Leoluca Orlando a Palermo. Partiti defilati, squadra di alto profilo ed espressione della società civile, ampia autonomia, meno simboli.

Rosaria Brancato

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