Felice Calabrò: Saitta vince con il "noi" e con buone liste per il consiglio

Felice Calabrò: Saitta vince con il “noi” e con buone liste per il consiglio

Rosaria Brancato

Felice Calabrò: Saitta vince con il “noi” e con buone liste per il consiglio

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lunedì 09 Aprile 2018 - 05:20

L'ex candidato sindaco del 2013 definisce Saitta la migliore scelta "essere politici non è una vergogna". Si candida al consiglio perchè "in questi anni è venuto a mancare il senso del ruolo del consigliere, che non è quello di far riparare le buche per strada"

Il mio è il concetto del noi. Saitta vince se vince il noi. Antonio Saitta è il miglior candidato. E’ tra i fondatori del Pd, altro che corrente accademica, non diciamo sciocchezze. Antonio era assessore nella giunta Provvidenti, candidato sindaco nel 2003, vicesindaco di Genovese. Ha fondato il Pd a Messina. Ed è competente. E’ la miglior candidatura con una squadra forte ma soprattutto unita”.

Felice Calabrò, che nel 2013 per 49 voti non ce la fece al primo turno e perse al ballottaggio con Accorinti, lo scorso 11 marzo ha lanciato la proposta delle primarie. Non una provocazione la sua ma un invito ad un’apertura alla città.

In quei giorni successivi all’esito delle Politiche ho pensato ad uno strumento democratico e previsto dallo statuto del Pd per confrontarci con la gente- spiega Calabrò– Avevo anche dato la mia disponibilità a spendermi per le primarie, ma la proposta non è piaciuta e quando dopo diversi incontri ho capito che si puntava ad una candidatura unitaria tra le varie anime ho fatto un passo indietro. Ho però aggiunto: sono disponibile a sostenere solo un candidato che sia politico. La politica ha una dignità, non dobbiamo vergognarci della politica. Io la faccio per passione, cosa vuol dire questa divisione tra società civile e politica? Che io non sono civile? Ho detto chiaro e tondo, se ci sarà un candidato politico me lo porto in giro come la Vara, come la Madonnina”.

Tra i 3 nomi rimasti in campo (Palano Quero, Saitta, Lazzari) avrebbe preferito che ci fosse una donna (e non ha mai nascosto che per lui la migliore è Antonella Russo) ma sul nome del professore Saitta è stato pienamente d’accordo. E si appresta a “portarlo in giro come la Vara”, soprattutto perché quel che manca al candidato è l’appeal popolare.

Dobbiamo fare buone liste– continua Calabrò- Non possiamo portare a Palazzo Zanca solo gente che ha patronati e Caf. Il ruolo del consigliere comunale è fondamentale. E si è visto in questi 5 anni come sia venuto a mancare. Un consigliere deve saper leggere le carte, interpretare le istanze della gente, confrontarsi con l’amministrazione, deve fare politica. Accorinti lascia il nulla grazie anche ad un consiglio comunale che non ha saputo neanche fare vera opposizione e si è occupato solo di buche nella strada o di far potare due alberi. La consigliera Antonella Russo è espressione piena del mio modo di intendere il ruolo del consigliere comunale. Io sarò candidato al Consiglio e rivendico l’importanza di questo compito”.

Sulla crisi del Pd non si dilunga perché secondo lui quel 90% di consenso registrato sul nome di Saitta è il punto di partenza di un nuovo percorso unitario che vedrà una squadra in campo. Su Francesco Palano Quero e Alessandro Russo non affonda il colpo, pur ricordando cosa accadde nel 2013 quando il loro sbattere la porta aprì la strada alla sua sconfitta ed all’elezione di Accorinti: “Sono contento se resteranno con noi. Un partito ha bisogno di tutti, ha bisogno del noi. Loro contestano agli altri quell’esercizio di potere che vorrebbero loro ma in base a numeri che non hanno”.

Tra gli altri candidati sindaco in campo pensa che il più temibile, sul fronte dei numeri delle liste sia Bramanti, mentre la sorpresa potrebbe essere Cateno De Luca: “Ha la fama di essere un bravo amministratore, sia pure di Fiumedinisi e Santa Teresa di Riva, realtà che non conosciamo, passa per vittima della giustizia, fa presa in alcuni settori ed è molto popolare. Certo la conseguenza peggiore dell’amministrazione Accorinti è che dopo di lui adesso tutti pensano di poter fare il sindaco e candidarsi a quel ruolo senza averne le capacità”.

Si dice preoccupato di una campagna elettorale che sin dalle prime battute si presenta violenta sotto il profilo verbale ed anche ridicola come conseguenza perché nelle risse non c’è alcun contenuto. Ma è pronto alla nuova avventura, 5 anni dopo.

“Ripeto, se facciamo buone liste, se creiamo una buona squadra e se vince il NOI se vince il partito e l’idea di amministrare bene allora arriviamo al ballottaggio. Io ci sono”.

Rosaria Brancato

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