Il presidente del Consiglio presenta "Taormina vera e bellissima": "Non sono candidato a primo cittadino, è prioritario il metodo e che ci sia una squadra di governo nuova, motivata e competente. Dialogheremo con tutti"
TAORMINA. Si muovono i primi passi in una campagna elettorale ancora tutta da decifrare e dai toni a tinte fosche. In questo contesto Antonio D’Aveni, presidente del Consiglio comunale, ha ufficialmente costituito il gruppo civico “Taormina vera e bellissima”. Un gruppo extraconsiliare “composto da amici”, in prospettiva delle amministrative della prossima primavera, “pronto a inserirsi nell’agone politico”. Antonio D’Aveni ne è il coordinatore.
Sarà il candidato sindaco, D’Aveni?
“No. Antonio D’Avemi è coordinatore, pronto a discutere con i candidati sindaci che si propongono. Sarò candidato a sindaco se c’è la necessità e se si creeranno i presupposti. Se c’è l’investitura da parte del gruppo valuterò insieme a tutti componenti il da farsi. Posso dire che comunque questo gruppo farà una campagna elettorale da protagonista”.
La candidatura a sindaco non è quindi una priorità?
“Assolutamente no. Bisogna innanzitutto ragionare sul metodo amministrativo che dovrà caratterizzare la prossima Amministrazione. Dopo potremo parlare di candidati a sindaco”.
In che posizione vi ponete rispetto al giro di valzer di candidature ed autocandidature di questi giorni?
“Prendiamo atto che c’è una frenesia da candidatura a sindaco, dettata dalla nuova legge elettorale. Tutti insomma pensano di poter fare il candidato a primo cittadino. Ma dimenticano che con la nuova legge deve essere costruita una squadra e non più una coalizione. Una squadra in cui non si può pensare solo ai numeri e che non può essere imperniata solo sui voti ma anche su altri fattori che poi gli elettori valuteranno, eccome: la voglia di fare, il tempo che si intende dedicare alla città e sul metodo che si vuole dare la nuova Amministrazione. Insomma, ci vuole gente di buona volontà. Bisognerà lavorare per realizzare una squadra di governo”.
Il gruppo che ha presentato pubblicamente come intende muoversi?
“Innanzitutto siamo partiti da una valutazione di rappresentanza del territorio. Nel senso che lavoreremo in sinergia, all’interno del nostro gruppo, con tutti i segmenti del territorio, a partire dalle frazioni. Stiamo anche pensando a dei gruppi di lavori che si esprimeranno su determinate tematiche e problematiche della città. Al momento non è il caso di fare nomi, per non fare un torto a nessuno, ma parlo di persone valide”.
L’ultima fase della legislatura è caratterizzata dalla battaglia intestina, in seno all’Amministrazione, tra il sindaco Eligio Giardina e il suo vice Andrea Raneri, in merito alla candidatura a sindaco, peraltro già ufficializzata da Raneri. Giardina prende tempo…
“Lascio a loro il problema. Sicuramente la diatriba c’è. E con essa anche una anomalia. Il vicesindaco è stato nominato dal sindaco ed è lì da pochi mesi… Per quanto mi riguarda problemi non ne esistono, nel senso che il nostro gruppo dialogherà con tutti”.
Ma avete una linea politica…
“Per Taormina vera e bellissima conterà il metodo di amministrare. Le persone dovranno essere presenti, nuove e competenti”.
Si chiudono intanto cinque anni di legislatura, tra tante ombre sotto il profilo politico.
“Guardi, ci sono state delle cose buone ed altre meno. Quella positiva, su tutte, consiste nel risanamento della città sotto il profilo finanziario. E’ stato varato un piano di riequilibrio che ha consentito di dare un colpo di spugna ai debiti pregressi, alle operazioni negative che erano state fatte negli anni precedenti. La cosa negativa, invece, è rappresentata dal fatto che probabilmente non si è stati in grado di pubblicizzare l’azione amministrativa di una Amministrazione definita da più parti non positiva. Mi riferisco ad alcuni affitti di locali comunali portati a buon fine sul Corso Umberto, al Contenzioso dove si registra un grande risparmio rispetto al passato e al Piano di riequilibrio che indubbiamente ha scongiurato il default di Taormina. Per non parlare delle battaglie vinte, inerenti l’Ospedale e in particolare per la Cardiochirurgia pediatrica ed i migranti”.