L'ex senatore, da quando ha annunciato il suo ritiro dalla politica, è molto attivo sui social network. Dove, tra una polemica e l'altra, non esita a togliersi qualche sassolino dalla scarpa
L'ex senatore Domenico Nania ha recentemente annunciato il suo ritiro dalla scena politica, al termine di una carriera quasi trentennale. Nonostante ciò, non ha rinunciato a dire la sua sugli argomenti più disparati riguardanti la sua città, Barcellona Pozzo di Gotto. Anzi, nelle ultime settimane, gli utenti dei social network in particolare hanno notato una febbrile attività del senatore che, seppur da “esterno”, rimane uno dei protagonisti della campagna elettorale.
Tra gli argomenti più trattati da Nania non può mancare quello della “ex amministrazione “una e trina”, rappresentata da “MTC” – Maria Teresa Collica, ovviamente, – fattasi Crocetta per liberare palazzo Longano dal malaffare e dal potere nero”. Le accuse sono le più disparate: dai meriti amministrativi rubati ai dipendenti ai progetti terminati dalla giunta Collica ma già pronti grazie al lavoro dell'amministrazione Nania – quella di Candeloro, cugino di Domenico, che ha amministrato Barcellona dal 2001 al 2012 – passando per la contestazione della “cultura del sospetto”, utilizzata per ribadire quella “differenza dagli altri” tanto cara al sindaco uscente.
Proprio su quest'ultimo punto, tuttavia, l’ex senatore prende posizione in maniera “sorprendente” in più occasioni, come quando, difendendo Collica dall'accusa di tutelare un interesse privato del padre, che rivendica diritti ereditari sull'immobile attualmente sede della biblioteca comunale, scrive: “Che si giudichi l'operato della Collica negativamente è una cosa. Che si riversi contro di lei quella "cultura del sospetto" che ha adoperato contro l'amministrazione Nania, chiedendo lo scioglimento del consiglio comunale per mafia, è un'altra cosa”. O, ancora, in occasione delle contestazioni di Fondaconuovo quando, nonostante le aspre critiche perché il comizio non sarebbe stato comunicato alle forze dell'ordine, il senatore difende il diritto di Collica a spiegare le sue ragioni senza subire forme di inciviltà e violenza.
Ma Collica non è certo l'unico obiettivo dei commenti di Nania, coinvolto in alcune polemiche dalla destra barcellonese, attualmente riunitasi intorno alla figura di Giuseppe Sottile. Chiamato in causa, seppur indirettamente, da Cosimo Flaccomio sul suo operato durante l'alluvione del 2011, l’ex senatore replica elencando le fasi convulse che hanno preceduto la dichiarazione dello stato di emergenza, con conseguenze disastrose sulla gestione dei danni e sulla ricostruzione; e, addirittura, riferendosi alle dichiarazioni del pentito D'Amico, racconta di un “inserimento d'ufficio” in una loggia massonica occulta da parte di alcuni nemici politici, con l'obiettivo di screditarlo a livello nazionale.
Imprescindibile, poi, una replica alle accuse di opportunismo politico indirizzate alla coalizione Materia, costituita da forze politiche di orientamenti divergenti, unite “perché, dopo il disastro dell'ex amministrazione – Bongiovanni, Poma, Collica per l’ex senatore, – hanno compreso che era opportuno accantonare le etichette che dividono e mettere al centro Barcellona Pozzo di Gotto. Sono convinto che si sia trattata di una scelta di opportunità, e non di opportunismo. Perchè, se i Dr appoggiano il governo Crocetta, a Barcellona non sono a fianco di Collica? Si tratta, appunto, di una questione di opportunità, per il bene della nostra città”.
Un'ultima categoria di frecciate è quella che gli utenti dei social network indirizzano all’ex senatore accusandolo di non aver fatto nulla di concreto per la sua città: “Rimproverarmi un certo immobilismo fino al 2001 quando, pur volendo, non potevo fare nulla in quanto all'opposizione – con il MSI prima e AN poi – non è corretto. Dall'ascesa del sindaco Candeloro Nania, in 33 mesi sono arrivati quasi 50 miliardi delle vecchie lire”. Fondi che, tra l'altro, sarebbero stati reperiti a costo zero perché non legati all'erogazione di un mutuo. Una lista di successi elencata in diversi opuscoli che, come da berlusconiana consuetudine, il senatore propone ai suoi interlocutori per convincerli della bontà delle sue argomentazioni.
Una fervente attività, dunque, che non fa sconti a nessuno. E Nania, “intestatario” di ben tre profili e una pagina su Facebook, non sembra intenzionato a ritirarsi anche dai social network in un prossimo futuro: “Ho sempre utilizzato internet per promuovere il mio lavoro istituzionale” – spiega il senatore in uno dei suoi post – “e, adesso che sono in “pensione”, utilizzo la rete per esprimere la mia opinione su temi che ritengo di conoscere, da libero cittadino, per amore della politica e della mia città”.
Giovanni Passalacqua
Ma ancora gente come nania è in circolazione?
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Il vecchiume avanza…
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