A rovinare i piani del Pd ci pensa il leader di Sicilia Futura che con una nota dice sì ad iniziative civiche, coalizioni allargate e chiude le porte a Saitta, "prima il programma e poi i nomi". E allega una bozza di programma con il sì al Ponte.
No al vecchio Pd, ai nomi già decisi a tavolino, sì ad ipotesi di primarie, sì al Ponte sullo Stretto. Se non è un no ad Antonio Saitta, poco ci manca.
Sicilia Futura si è riunita a livello regionale e spuntano i primi fulmini sul cielo del centro-sinistra messinese in vista delle amministrative.
In una nota Beppe Picciolo si prepara a far valere il peso all’interno della coalizione, preludio di un possibile futuro addio in caso di mancata sinergia. Alla nota allega una proposta di programma che tocca tutti i settori e che ad esempio include un sì al Ponte che potrebbe non piacere ad alcuni alleati.
Ma la nota dolente è la posizione sul nome del candidato sindaco. Attualmente l’area Panarello e quella accademica puntano sul professore Antonio Saitta, lasciando “raffreddare” l’idea delle primarie lanciata da Felice Calabrò.
Quanto scritto da Picciolo fa presagire che la strada è tutta in salita.
“Ci preoccupa la deriva conservatrice del PD siciliano e di una parte della sua classe dirigente che pur di mantenerne la guida è disposta a rischiare la propria estinzione- scrive Picciolo- Il risultato elettorale è sotto gli occhi di tutti ed impone una seria riflessione oltre che atti coraggiosi ed inequivocabili. Occorre rimuovere nel profondo modelli organizzativi e modi di pensare che fanno ricadere in quel passato ormai consegnato alla storia. E’ indispensabile una cruda e costruttiva autocritica, che permetta di aprire ad un mondo, quello riformista, liberale, popolare e socialista che sta rischiando di restare senza rappresentanza. Anche a Messina è necessario un approccio più laico alla politica per tentare di polarizzare l’attenzione di quanti non vogliono cadere nelle facili lusinghe dei movimenti populisti e qualunquisti. Pertanto chiediamo, prima al PD e poi a tutti quanti ne abbiamo la volontà, che si tenti ogni sforzo per riunire l’area di centro guardando più ai programmi che agli organigrammi, puntando solo dopo su uomini necessariamente capaci e competenti. Per fare ciò siamo anche disposti a dare vita ad iniziative civiche, che permettano di separare antichi steccati che fino ad oggi hanno creato diaframmi incomprensibili e dannosi. Sicilia Futura guarda quindi ai territori come stella polare delle proprie decisioni e si rivolge ad essi in piena autonomia per cercare di ridare speranza e fiducia ai cittadini. Quegli stessi cittadini ormai disillusi, che chiedono competenza ed onestà nelle scelte da compiere per una sana e robusta amministrazione della “cosa pubblica”. Siamo certi che su questa linea politica e sui temi del cambiamento e della territorialità anche il PD vorrà seguirci e gettare le basi per una coalizione, se fosse il caso, anche prevalentemente civica che aprendosi a tutti quanti vorranno crederci possa assicurare un lungo periodo di stabilità amministrativa e la certezza nel reperire concretamente le risorse economiche necessarie allo sviluppo della nostra Città”.
Il riferimento ad una coalizione prevalentemente civica riporta al comunicato di Dino Bramanti che ha stoppato gli imminenti annunci di ufficializzazione invitando ad ampliare l’arco dell’intesa.
Non è un addio questo di Picciolo ma una provocazione, perchè mette sul tavolo della discussione una bozza di programma, la prima che si vede dall’inizio degli incontri del centro-sinistra. Finora il Pd il programma lo ha solo annunciato. In questa bozza di Sicilia Futura c’è il sì al Ponte.
La palla passa al Pd. Ma le acque non sono affatto chete.
Rosaria Brancato