Il sovrintendente ai Beni culturali replica alle dichiarazioni dell'assessore Ialacqua che ha attribuito le condizioni delle fontane all'ufficio diretto da Orazio Micali: "Il progetto del Comune è carente nella documentazione e non in linea con la normativa"
Con riferimento alla nota dell’Assessore all’ambiente del Comune di Messina, è il caso di ricordare e nel contempo ribadire ancora una volta che questo Ufficio ha compiti e funzioni tecnico-amministrative e giammai politiche, e che l’azione quotidianamente posta in essere è impermeabile a qualsiasi interferenza elettorale.
I ritardi ai quali fa riferimento l’assessore all’Ambiente sono da ascrivere esclusivamente al fatto che il progetto prodotto dal Comune di Messina non è in linea e rispetta la normativa vigente in materia di appalto di beni culturali, in particolare il DM 145/2017. Sarebbe sufficiente adeguare il progetto e renderlo conforme alle prescrizioni di legge per ottenere il parere di merito di questo Ufficio, al pari di qualsiasi altro utente, pubblico e privato.
Anche per il progetto degli interventi di manutenzione delle fontane della città, come in molti altri casi, questo Ufficio non ha fatto mancare al Comune di Messina il proprio supporto e la necessaria consulenza, come ordinariamente fa con le altre 108 Amministrazioni che compongono il territorio di competenza della Soprintendenza, un’azione tuttavia che non può andare oltre i limiti che la norma impone a chi esercita funzioni di controllo e approvazione di atti prodotti da altre Amministrazioni, come prescrive il Piano per la Trasparenza e la Prevenzione della Corruzione.
A proposito dei dubbi amministrativi rappresentati dall’assessore Ialacqua è pleonastico ricordare che l’affidamento di lavori inerenti il patrimonio culturale necessita del nulla osta preventivo della Soprintendenza per i beni culturali. Il Comune di Messina, Dipartimento cimiteri e verde pubblico, ha richiesto il parere di questo Ufficio il 28 novembre 2017. Poiché la documentazione era incompleta la dirigente preposta alla direzione dei beni architettonici e storico artistici ha chiesto che la stessa venisse integrata con una lunga serie di documenti, che risultavano mancanti, e con parziale rielaborazione di altri. Il Dipartimento comunale ha integrato la pratica una prima volta il 7 marzo scorso e una seconda volta il 28 maggio, appena due giorni prima che l’Assessore all’Ambiente prendesse carta e penna. Probabilmente non era informato a sufficienza sull’andamento delle cose.
Non si comprende dunque a quali ritardi alluda l’assessore Ialacqua mentre si condivide appieno la riflessione a proposito delle “responsabilità soggettive ed oggettive nei ritardi delle procedure politico-amministrative che danneggiano solo la città e i cittadini”.
Orazio Micali