La "visione condivisa" di Cambiamo Messina dal basso: i punti del programma

La “visione condivisa” di Cambiamo Messina dal basso: i punti del programma

La “visione condivisa” di Cambiamo Messina dal basso: i punti del programma

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martedì 15 Maggio 2018 - 14:23

Il movimento, nato nel 2013 a sostegno della candidatura di Renato Accorinti, si presenta alle elezioni del 10 giugno con una sua lista che fa parte del tris di liste a supporto di Accorinti. Ecco il programma elettorale su cui si baserà la loro campagna elettorale

«In assenza di visione si sta male – scrive Marianella Sclavi – La capacità di elaborare visioni di futuri desiderabili da parte di tutti i cittadini interessati a una determinata situazione o problema, è la premessa e l’humus di una democrazia che funziona bene in ambienti complessi e turbolenti, una democrazia adatta al XXI secolo, di solito chiamata partecipata, ecologica, deliberativa, o anche da alcuni visionari (per esempio Aldo Capitini e Simone Weil) democrazia “per davvero”».


E’ con queste parole che Cambiamo Messina dal Basso annuncia il suo programma elettorale. Il movimento che nel 2013 ha portato Renato Accorinti a sedere sulla poltrona di primo cittadino e che alle elezioni del 10 giugno fa parte della triade di liste che proveranno a centrare il bis per Accorinti, fa il focus su quelli che sono i punti programmatici di questa campagna elettorale. Non una semplice “lista della spesa”, scrive il movimento, anche se l’elenco è molto lungo e perfettamente in continuità con quella che è stata l’azione di questi cinque anni di amministrazione Accorinti.

«Un programma deve avere anima, incarnare appunto una visione della città e del mondo, e mai può essere neutrale: un programma è sempre “di parte”. Racconta scelte, esperienze, storie. Il nostro programma ufficiale è dunque quello del nostro candidato, frutto della sintesi delle porzioni di cittadinanza che le tre liste rappresentano, e fondato sui principi-chiave che ci ispirano sin dal 2013. Abbiamo il desiderio, e forse anche il dovere etico, di raccontare alla città una visione condivisa figlia delle nostre assemblee, erede delle nostre sintesi, frutto dell’ascolto delle persone che incontriamo da cinque anni a questa parte. 


Le parole chiave esprimono ciò su cui abbiamo finora lavorato, ma anche ciò su cui dobbiamo e vogliamo continuare a lavorare: sono i beni comuni (materiali e immateriali) e gli spazi da recuperare (con un necessario perfezionamento della mappatura dei beni immobiliari e delle relative proprietà, con il recupero e la valorizzazione di luoghi significativi come la Casa del Portuale, l’Ex Macello, etc.); i servizi pubblici essenziali (trasporto, acqua, rifiuti, sanità, etc.); gli spazi verdi (per bambini e non solo); il diritto alla casa; il rapporto col paesaggio e col mare (con attenzione particolare a marittimi e pescatori, e con la possibile creazione di un mercato ittico comunale) e in particolare la liberazione del fronte mare; il turismo sostenibile; la cultura e la scuola, con la possibile istituzione di un “assessorato al centro storico”, la creazione di nuove agenzie educative sul territorio (biblioteche, spazi espositivi, centri sociali di quartiere), il recupero di beni culturali e paesaggistici (Museo, Circuito dei Forti, etc.), la valorizzazione del Pilone, l’arte di strada, il lavoro sull’edilizia scolastica, la lotta per i diritti di studenti e docenti; un’urbanistica che impedisca nuove cementificazioni e speculazioni edilizie (“Salvacolline” e nuovo PRG con drastica diminuzione delle cubature), e dia così spazio a nuove aree pedonali e una progettazione eco-sostenibile per la Zona Falcata; ambiente, nuovi stili di vita, salute e benessere (potenziamento della Strategia Rifiuti Zero: no inceneritori, aumento raccolta differenziata, educazione al riuso e al riciclo); creazione di nuovi spazi verdi ed eco spazi urbani con progettazione partecipata; potenziamento dell’adozione di spazi verdi da parte di singoli cittadini o gruppi; creazione di orti sociali e urbani; creazione e valorizzazione del Parco dei Peloritani, di sentieri di trekking e rifugi; utilizzo di energia solare; valorizzazione di economie alternative; contrasto al gioco d’azzardo; politica cimiteriale a cementificazione zero e potenziamento del servizio di cremazione; approcci alternativi alla salute fisica e mentale, educazione alimentare, inserimento di un menu vegetariano nelle mense pubbliche); benessere degli animali (nuove aree di sgambatura, attenzione alla pulizia, creazione di un cimitero degli animali, miglioramento del canile cittadino, contrasto a circhi con animali, corse di cavalli, combattimenti tra cani, creazione di un Ufficio per i diritti degli animali, potenziamento dei mezzi e formazione del personale per migliore tutela degli animali e prevenzione del randagismo, incentivazione dell’adozione di cani e gatti, creazione di un numero verde gratuito per i soggetti coinvolti (Comune, Provincia, Asp, associazioni e Guardie Zoofile, etc.) per contrastare le più frequenti violazione alla legge regionale, regolamentazione e controllo dell’allevamento di cani e gatti in collaborazione con Asp, Polizia locale, Guardie Zoofile), censimento colonie feline e cani randagi sul territorio, microchip e sterilizzazione e, ove possibile, re-immissione sul territorio); attenzione allo sport e potenziamento dello sport di base e degli sport cosiddetti minori; mobilità sostenibile (potenziamento trasporto pubblico, Bike sharing, Car sharing, etc.); contrasto all’oligopolio delle compagnie di navigazione e possibile creazione di una flotta comunale; attenzione agli “ultimi” (attraverso i servizi sociali), creazione di uno sportello dei diritti, potenziamento della Casa di Vincenzo, contrasto alle politiche securitarie e incentivazione di quelle di accoglienza dei migranti (no, ad esempio, ai CIE e agli hotspot, con una spiccata preferenza per il modello SPRAR), politiche di pari opportunità, integrazione e contrasto ad ogni forma di discriminazione; contrasto all’austerity e alla vessazione degli enti locali nelle politiche finanziarie, bilancio partecipativo; sviluppo economico e lavoro; comunicazione frequente con la cittadinanza e pratiche di democrazia partecipativa.


Siamo consapevoli che tutti questi progetti – ed altri che hanno fatto e faranno parte della nostra storia collettiva – hanno a che fare con la politica istituzionale, ma ne travalicano i confini riguardando la vita quotidiana di ciascuno di noi. Per questo ci impegniamo a restare in ascolto, a perorare queste cause nelle sedi istituzionali e a fare battaglie culturali nei luoghi e negli spazi della nostra vita di ogni giorno, sapendo che la democrazia rappresentativa richiede il nostro impegno quotidiano. Ma sapendo anche che la democrazia realmente partecipativa, quella profonda e a portata di tutte e tutti, resterà sempre la nostra sfida, il nostro sforzo e il nostro orizzonte».

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