Oggi Crocetta torna in trincea "Non mi dimetto, se volete sfiduciatemi voi" dichiara lanciando il guanto di sfida ad un Pd nelle sabbie mobili che per bocca dei vertici regionali e nazionali dice: "non escludiamo alcuna ipotesi ma o c'è il cerchio magico o c'è il Pd". Intanto nel partito scoppia il caso Ferrandelli. Lui si dimette ma i colleghi glielo impediscono. Forza Italia annuncia: se il Pd non lo sfiducia lo faremo noi.
Oggi è il giorno del ritorno di Crocetta: “Io sono un combattente, se vogliono mi sfiduciano loro e passeranno alla storia come complici dei golpisti che hanno affossato l’unico governo regionale antimafia”.
A prescindere da quest’ultima frase, che sembra abbia irritato il presidente della Repubblica Mattarella, fratello di Piersanti, presidente ucciso dalla mafia, da oggi scatta la fase 2 della stagione più difficile del governo Crocetta, quella che, con ogni probabilità, porterà al capolinea. Crocetta resta, lanciando il guanto di sfida non solo alle opposizioni ma ai suoi stessi alleati, Pd in testa, che sembrano essersi infilati in un labirinto senza uscita. Mentre le inchieste su Villa Sofia e Tutino svelano di giorno in giorno un contesto sempre più inquietante, nel quale il medico personale del governatore si era ritagliato un ruolo di primo piano nelle decisioni della sanità, il mondo politico è nel caos. La percentuale di mutevolezza nelle dichiarazioni è ormai arrivata alla soglia massima, come dimostra il segretario regionale del Pd Fausto Raciti, che sabato, appresa la smentita dell’intercettazione fatale da parte della Procura, si sbilancia: “siamo con Crocetta”, salvo, due giorni dopo, asserire un più cauto: “non escludiamo nessuna ipotesi”.
Andiamo per ordine. Crocetta ha è tornato in trincea pronto all’ultima battaglia, anche se è consapevole che sarà uno scontro all’ultimo sangue nel quale i nemici e gli amici hanno la stessa maschera ed è difficile distinguerli. Oggi si terrà anche la conferenza stampa del legale del governatore, Vincenzo Lo Re, che annuncerà la querela nei confronti de L’Espresso per la nota pubblicazione dell’intercettazione-giallo di Tutino: “Lucia va fermata come suo padre”.
Ma se su quella intercettazione è cessato il clamore a creare non pochi turbamenti sono le altre intercettazioni, quelle che riguardano Tutino e Sampieri intenti a stilare gli elenchi degli uomini fidati da mettere nei posti chiave della sanità “mettiamoli dove ci sono praterie per i voti”, nonché le dichiarazioni della Borsellino ai magistrati a proposito delle pressioni politiche ricevute. Pian piano emerge quel calvario citato dal fratello Manfredi e che ha portato la Borsellino a dimettersi a fine giugno dicendo, tra l’altro “è stata lesa l’immagine della sanità pubblica siciliana” e dicendolo quando ancora i dettagli di un vaso di Pandora ancora da scoperchiare del tutto, non erano noti. Ma a lei, la figlia di Paolo voluta come bandiera della trasparenza, nessuno l’ha ascoltata quando si è dimessa. Le parole di Manfredi hanno invece ridato l’udito ai sordi e la vista ai ciechi, al punto che nel Pd è un susseguirsi di vertici per capire come uscirne. Renzi del resto è già azzoppato da Roma capitale e vedere il partito in panne in Sicilia è stato un colpo letale.
Così persino Matteo Orfini, presidente nazionale Pd ha detto: “A prescindere dalla telefonata falsa, perché ci atteniamo a quanto ha detto la Procura, quello che emerge è un quadro inquietante di relazioni complicate e pericolose del 'cerchio magico' del governatore. Cosa che il Pd siciliano aveva denunciato da tempo, criticando Crocetta per le cose che stanno emergendo".
Più o meno stessi toni da parte di Raciti: “Sciogliere la legislatura? Siamo in uno scenario che e' aperto a tutte le ipotesi…E' una sconfitta anche nostra, noi abbiamo sottolineato alcuni limiti di questa esperienza molto tempo fa. Quando c'e' stata la scelta sulla nomina dei manager della sanita' il Pd , e io per primo, ci siamo messi di traverso perché pensavamo che ci fossero forzature e logiche non convincenti che avevano il sapore della spartizione. Molto della responsabilità di quelle scelte e' attribuibile a un circuito molto stretto su cui Crocetta ha fatto leva. O c'e' il cerchio magico o c'e' il Pd, entrambi non possono convivere. Il problema adesso non e' dimettersi o farlo cadere, ma come costruire una proposta politica per il futuro. Come costruire questo percorso, e' un fatto che riguarda non solo noi ma anche gli alleati e il Pd nazionale”.
Il problema è la mancanza di un candidato alternativo in caso di urne anticipate ma anche di una coalizione come quella che si è venuta a creare nel 2012. Il rischio è un salto nel buio con la consapevolezza del M5S che viaggia col vento in poppa. Mentre il Pd “cogita” , è scoppiato il caso Ferrandelli, il deputato regionale Pd che, coerente con le sue dichiarazioni si è ufficialmente dimesso, fatto rarissimo in Italia e ancora più raro in Sicilia ed ha persino invitato gli altri, grillini compresi, a fare altrettanto e tornare al voto anticipato. Non per nulla il suo movimento si chiama “i coraggiosi”. Ma anche le dimissioni di Fabrizio Ferrandelli sono diventati un paradosso perché al suo posto dovrebbe subentrare Davide Faraone, primo dei non eletti, che poi è stato eletto alla Camera ed è sottosegretario all'Istruzione. Pertanto al suo posto dovrebbe entrare all’Ars Francesco Riggio, avvocato palermitano coinvolto nello scandalo della Formazione in quanto presidente del Ciapi, arrestato e ora sotto processo per associazione per delinquere e corruzione e indagato in altri filoni dell'inchiesta. Il Pd dapprima ha diffuso un comunicato spiegando che Riggio, poiché appunto sotto inchiesta è incompatibile, poi è spuntata dal cilindro una soluzione fantasiosa: Ferrandelli non può dimettersi neanche se lo vuole.
“Stiamo attraversando una fase politica complessa nella quale servono scelte condivise: bisogna evitare fughe in avanti ed egoismi mediatici ha dichiarato il presidente del gruppo Pd Ars Antonello Cracolici- , bisogna far prevalere le ragioni del ‘noi’ rispetto alla voglia di esposizione dell’ ‘io’. Per questo motivo il Pd è contrario alle dimissioni di Fabrizio Ferrandelli e chiederà all’aula, che dovrà esprimersi con un ‘voto di accettazione’, di respingerle”.
Una situazione ai limiti del paradossale con Ferrandelli che in conferenza stampa invita tutti, Pd, Udc, Ncd a seguirlo e ad arrivare a quota 52 deputati dimissionari per poter tornare alle urne e il Pd che ribatte: sei egoista non puoi dimetterti, metteremo al voto la tua decisione.
"Al voto subito", dice Ferrandelli "Chiedendo scusa, dicendo che abbiamo sbagliato e che vogliamo ripartire. Se il Pd continuerà a galleggiare, pensando di essere assolto, i siciliani lo considereranno irrimediabilmente coinvolto. Oggi si parte, e siamo convinti che saremo in tanti, toccheremo tutte le grandi città siciliane. Non si può fare in 6 giorni o 6 mesi quello che non si e' fatto in sei anni. La rottamazione, che si era fermata a Reggio Calabria, arriva anche in Sicilia”.
Nel frattempo il neo assessore alla sanità Baldo Gucciardi alla luce di quanto è emerso relativamente alle nomine dei manager (che stando sia alle intercettazioni che alle dichiarazioni della Borsellino ai magistrati non sarebbero scaturite da un contesto limpido e da criteri di meritocrazia) ha annunciato “una ispezione conoscitiva straordinaria sulle Aziende sanitarie siciliane, iniziando da quelle di Palermo, che metta in chiaro a 360 gradi l’operato dei manager, dalla gestione degli appalti fino al rispetto delle direttive del governo regionale”.
Intanto negli ambienti Pd si sta diffondendo la convinzione che a staccare la spina al governo può essere solo Renzi. Ma non è facile perché la Regione ha un bilancio in bilico, con Roma che non ha ancora trasferito i 300 milioni di euro necessari a chiudere i conti per il 2015 e con un bilancio per il 2016 "impugnato" dal Cdm e con una voragine già pari a 1,8 miliardi di euro. Un voto anticipato a ottobre o a novembre, senza prima mettere una pezza ai conti regionali, metterebbe in ginocchio la Sicilia. Ma se il Pd non intende ancora muoveri Forza Italia è pronta a presentare la mozione di sfiducia Lo annuncia il capogruppo Marco Falcone. "Se non lo farà il Pd lo faremo noi – afferma – Oggi avremo una riunione con gli altri gruppi di minoranza. E se Crocetta non dovesse venire in Aula oggi a riferire sulle intercettazioni e sul caso Tutino siamo pronti ad occupare l’Assemblea”
Rosaria Brancato
Puru chiddu chi passau può fare meglio del RIVOLUZIONARIO,poi RE SARO,oggi PIFFERAIO suonato. Il PARTITO DEMOCRATICO sta decidendo se sfiduciare CROCETTA e ridare nuovamente voce ai siciliani, probabilmente RENZI vorrà giocarsi la carta del suo plinipotenziario Davide FARAONE e impegnarsi in prima persona nella campagna elettorale,oppure proporre un candidato simbolico e di grande prestigio,ad esempio offrire la candidatura a Lucia BORSELLINO.Il CENTRODESTRA siciliano è fuori dalla partita,tocca al MOVIMENTO 5 STELLE contrastare il sistema di interessi e il PD,non sarà facile, anzi è un’impresa titanica,perché le cifre in gioco sono enormi e l’avidità di chi prospera sulla spesa della Regione è incommensurabile. BORSELLINO o FARAONE o M5S?
Puru chiddu chi passau può fare meglio del RIVOLUZIONARIO,poi RE SARO,oggi PIFFERAIO suonato. Il PARTITO DEMOCRATICO sta decidendo se sfiduciare CROCETTA e ridare nuovamente voce ai siciliani, probabilmente RENZI vorrà giocarsi la carta del suo plinipotenziario Davide FARAONE e impegnarsi in prima persona nella campagna elettorale,oppure proporre un candidato simbolico e di grande prestigio,ad esempio offrire la candidatura a Lucia BORSELLINO.Il CENTRODESTRA siciliano è fuori dalla partita,tocca al MOVIMENTO 5 STELLE contrastare il sistema di interessi e il PD,non sarà facile, anzi è un’impresa titanica,perché le cifre in gioco sono enormi e l’avidità di chi prospera sulla spesa della Regione è incommensurabile. BORSELLINO o FARAONE o M5S?
Tutti con il coltello in mano: “Quando il bue è al macello”….
Secondo mè questa è un a trappola mediatica fatta scattare ad “hoc” da mano esperta per far fuori Crocetta,che a dir si voglia è un combattente storico contro il malaffare.
Speriamo trionfino i fatti e non le tresche politico massoniche.
Tutti con il coltello in mano: “Quando il bue è al macello”….
Secondo mè questa è un a trappola mediatica fatta scattare ad “hoc” da mano esperta per far fuori Crocetta,che a dir si voglia è un combattente storico contro il malaffare.
Speriamo trionfino i fatti e non le tresche politico massoniche.
Ma si, una bella sbiancata e via…, daltronde è quello che sta cercando di fare anche il PD, una bella sbiancata e tutto passa.
Parlare di elezioni è come mettere la carta abrasiva sul water, l’Onestà tornerà di moda.
Ma si, una bella sbiancata e via…, daltronde è quello che sta cercando di fare anche il PD, una bella sbiancata e tutto passa.
Parlare di elezioni è come mettere la carta abrasiva sul water, l’Onestà tornerà di moda.
Che combattente ??? ha portato la Sicilia allo sbaraglio .
Deve andare via, senza voltarsi indietro ha fallito in tutti i fronti.
Lucia Borsellino presidente della regione.
Che combattente ??? ha portato la Sicilia allo sbaraglio .
Deve andare via, senza voltarsi indietro ha fallito in tutti i fronti.
Lucia Borsellino presidente della regione.
votiamo il nuovo, 5 stelle cosi mandiamo a casa i professionisti della politica visto che si può vivere pure di lavoro ,se ne hanno voglia e capacità
votiamo il nuovo, 5 stelle cosi mandiamo a casa i professionisti della politica visto che si può vivere pure di lavoro ,se ne hanno voglia e capacità