L'ex sottosegretario, attualmente in corsa per la guida del Pd siciliano, ha presentato la sua candidatura a Messina, alla presenza dei big Navarra, De Domenico e Picciolo
La situazione ancora non è definita e tra oggi e domani sono attese le decisioni della Commissione nazionale di garanzia del Pd in merito alla pioggia di ricorsi piovuti dalla Sicilia in vista delle primarie del 16 dicembre
Nel frattempo i due candidati alla segreteria regionale, Teresa Piccione e Davide Faraone continuano la campagna elettorale per guidare il partito siciliano.
Ieri a Messina è stata la volta di Faraone che ha presentato la sua candidatura alla Segreteria regionale del PD nei saloni del Royal.
L’iniziativa è stata voluta dagli onn. Pietro Navarra e Franco De Domenico, con il gruppo LiberaMe, e dell’on. Beppe Picciolo, con Sicilia futura. Oltre 200 i presenti, tra cui diversi sindaci e amministratori locali della provincia di Messina.
In apertura, l’on. De Domenico ha evidenziato che questo “è un progetto dentro il PD, ma che guarda oltre il PD, aperto a tutti coloro – e sono tanti – che intendono dare un contributo. Ci vogliamo confrontare su un programma politico che abbia al centro il Meridione. Il Sud non può essere la ruota di scorta di Salvini”.
Beppe Picciolo ha ricordato come “Davide Faraone rappresenti il trait d’union tra il PD e Sicilia Futura: lui ci è stato vicino quando altri non credevano in noi. La situazione nazionale del PD, ancora alla ricerca di un punto di riferimento, di certo non aiuta. Serve una forza politica in grado di aggregare e di dare spazio anche a quella quota di elettori che, dopo avere dato fiducia a forze come il M5S, oggi sono delusi. La mancata candidatura di Faraone alla Presidenza della Regione è stata probabilmente un errore, a cui ora in parte possiamo riparare, scegliendolo come Segretario del PD siciliano”.
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Non dobbiamo vivere l’appuntamento di domenica – ha esordito Faraone – come una riflessione interna al PD. Noi stiamo pensando a qualcosa nuovo rispetto a quello che il partito è stato negli ultimi anni. Oggi si aprono spazi che devono costituire una base per costruire un rapporto con quelle forze moderate che sono presenti e attive, ma che a livello nazionale non hanno un riferimento in cui riconoscersi. Molto spesso le divisioni tra Lega e 5S sono strategiche, ma in realtà dietro questi ‘conflitti’ si nascondono manovre come l’attuale trattativa tra il Governo e la Regione Veneto che creerà ulteriori vantaggi per quella parte del Paese e, contemporaneamente, accrescerà le diseguaglianze con altre regioni.
Noi al Sud il modello del reddito di cittadinanza lo abbiamo già vissuto: basti pensare all’esperienza dei lavoratori socialmente utili, alle stabilizzazioni e al conseguente blocco dei concorsi pubblici. Ci vogliono fare tornare al passato, mentre questa realtà – pur con tutti i limiti – stava iniziando culturalmente a crescere, ad adottare un modello di lavoro che crea sviluppo e non funzionale all’assistenzialismo.È vero, in questo momento sembriamo partigiani di fronte a una marea giallo-verde, ma questa alleanza finirà e noi dovremo farci trovare pronti. Le primarie di domenica devono avere questo significato. Abbiamo la possibilità di fare della Sicilia un laboratorio positivo”.
Tra le testimonianze a supporto della candidatura di Faraone, quella di Giacomo D’Arrigo: “La sua candidatura ha un valore aggiunto: è divisiva e, quindi, alimenta il dibattito. I congressi unitari non consentono questo tipo di approfondimenti”.
Dopo l’intervento di diversi amministratori locali, le conclusioni di Pietro Navarra: “È un momento complicato per il PD e per il Paese, le difficoltà però si trasformano in opportunità se le affrontiamo con convinzione. Davide Faraone è la persona giusta per questo compito”.