Inizia la lunga stagione congressuale del Pd. A Palermo la Commissione regionale ha scelto gli 11 componenti della Commissione provinciale e stabilito che i circoli dovranno ridotti a 10. Passa quindi la linea di quanti, renziani in testa, si sono battuti per la discontinuità. Sulle candidature nessuna certezza, scoppia il caos in cerca di un nome che convinca tutti.
E’ iniziato il countdown per l’elezione del segretario provinciale del Pd. La Commissione regionale per il Congresso, della quale fanno parte le messinesi Liliana Modica e Angela Bottari, riunitasi oggi a Palermo, ha nominato gli 11 componenti della Commissione provinciale ed ha stabilito che i circoli dovranno essere 10.
E’ quindi passata la linea di quanti, come i renziani, si sono battuti per la riduzione dei circoli rispetto agli attuali 64, numero distante anni luce persino da Milano e Torino. La proposta avanzata dal reggente, nonché segretario regionale del Pd Giuseppe Lupo, era quella di ridurre il numero a 6 circoli, quante le circoscrizioni. Ipotesi appoggiata dai presenti alla direzione provinciale di sabato scorso ma avversata da Franco Rinaldi che ha chiesto la votazione dopo la verifica del numero legale. Le sorti del caso Messina sono state quindi decise oggi a Palermo che nel designare i componenti della Commissione provinciale li ha anche “invitati” ad attenersi ad un congruo numero di circoli, 10, quanti i gazebo che sono stati allestiti in occasione delle primarie per il sindaco. Nessuna via di mezzo quindi, e un punto a favore di quanti richiedevano un cambiamento ed una discontinuità rispetto al passato.
Questi gli 11 componenti della Commissione provinciale per il Congresso: Francesco Italiano, Anna Spanò, Giulia Ilacqua, Patrizia Floramo, Vincenzo Ciccolo, Patrizio Marino, Fabio Orlando, Maria De Salvo, Filippo Cangemi, Nicola Marchese, Luciana Intelisano.
I tempi sono strettissimi perché le operazioni congressuali inizieranno la prossima settimana e già domani entro le 20 dovranno essere presentate le candidature alla segreteria provinciale. La Commissione quindi si riunirà già domani nella nuova sede del Pd. Quanto al regolamento per il Congresso sembra partorito da una mente contorta che ama complicarsi la vita. In ogni caso la Commissione provinciale, sentiti i circoli stabilirà la data del Congresso provinciale in un giorno tra il 14 ed il 26 ottobre. Fissata la data in quella sede verranno eletti i segretari ed i coordinamenti dei singoli circoli, e i delegati all’assemblea provinciale e si terrà la votazione del segretario provinciale. Conclusa questa fase tutti i risultati dei singoli circoli in merito alla segreteria provinciale confluiranno nell’assemblea che porterà materialmente all’elezione. Ma la stagione congressuale non finisce qui, perché novembre è pieno di date e votazioni, con lo stesso spirito appassionato per le complicazioni. Nella riunione di oggi a Palermo Angela Bottari ha chiesto che "vista la peculiarità del caso messinese si potesse ipotizzare un rinvio del congresso, anche al dopo-primarie, per consentire un rasserenamento degli animi ed una normalizzazione di un quadro finora agitato da scontri e divisioni". Il reggente Lupo però si è detto contrario anche sul mettere ai voti la proposta dal momento che, ha spiegato, la Direzione regionale ha già votato all'unanimità sulle date conformandosi a quelle nazionali. Scartata anche la seconda richiesta con la quale la Bottari chiedeva di consentire più tempo ai messinesi per la presentazione delle candidature. Quanto ai candidati alla segreteria, è già caccia ai voti. Nulla però è dato per scontato nelle prossime 24 ore. Da un lato c'era la candidatura di Felice Calabrò, già candidato sindaco alle amministrative, sostenuto dalle truppe di Genovese, ipotesi che però nelle ultime ore ha iniziato a traballare per fare posto ad una candidatura "unitaria" o che abbia il più grande sostegno possibile. Sembra che lo stesso Genovese stia riflettendo sulla possibilità di virare su un nome che convinca tutti. Tra i rumors spuntano i nomi di Liliana Modica e Tani Isaja. Sull’altro fronte si sta registrando una convergenza tra i renziani della prima ora, i nuovi ingressi (Laccoto, gruppo Barbalace), i civatiani, Territori Democratici, gruppo Panarello, quanti in estate hanno preso parte all’incontro del Lucky Beach, per unire forze e voti su un unico candidato. In questo momento la scelta è caduta su Giacomo D’Arrigo, vicepresidente regionale del Big Bang Sicilia, e capace di coagulare consensi da più parti, nonché di contare su un ottimo sostegno in provincia. Da un lato quindi per Genovese questa elezione sarà un banco di prova ed una prova di forza, dall’altro i renziani & c avranno la prima occasione per “pesarsi” sui numeri e “pesare” i nuovi arrivi. E tra le fila dei "nuovi" ci sono molti che hanno dato sostegno a Calabrò e che a distanza di pochi mesi sono finiti su posizioni distanti. Per questo le prossime 24 ore saranno alla ricerca di un nome che se proprio non unisce tutte le anime almeno non le divida completamente.. Possibile anche una terza candidatura ma ci sono altre 24 ore di tempo.
Restando in casa Pd nell’infinita querelle tra Crocetta e il partito, si registra l’ennesima puntata. Il governatore, dopo aver deciso, suo malgrado, di aderire al gruppo Pd all’Ars ha continuato a litigare con il partito e a non cambiare idea sul rimpasto. Lupo, dal canto suo, consapevole che l’adesione di Crocetta al gruppo era solo uno specchietto per le allodole, continua a chiedere il rimpasto e a ribadire che “non ci sono assessori Pd in giunta”, sfiorando la situazione paradossale di un Presidente Pd senza assessori Pd dichiarati (perché ancora ce ne sono 4 in giunta).
Nell’ultimo botta e risposta Lupo la butta sull’ironia: “Avevamo apprezzato l'altro ieri l'apertura al confronto del presidente e invece oggi constatiamo che Crocetta continua a rilanciare le polemiche invece di occuparsi delle emergenze. Il Pd ha vinto le elezioni ed ha il diritto-dovere di governare insieme a Rosario Crocetta. Abbiamo però il dovere di dire che la giunta deve fare di più per il lavoro, lo sviluppo e le riforme e che così com'è non ce la fa. Non condividiamo che Crocetta perda tempo a costruire il Megafono e non comprendiamo perché ha cambiato idea rispetto a ieri. Forse perchè oggi piove?…”
Rosaria Brancato
Le risate sono se il burattinaio cambia circo, a quel punto il burattino che farà?
Il testo:Francantonio Genovese, deputato nazionale del Partito democratico ma soprattutto “lider maximo” dei Democrats in riva allo Stretto almeno per numero di tessere, è sul piede di lasciare il partito e approdare a nuovi lidi. Nelle scorse ore l’ex sindaco della città dello Stretto ha, infatti, chiamato a raccolta i suoi, tra questi molti consiglieri comunali, prospettando la possibilità concreta di un addio al Partito democratico nei prossimi giorni e chiedendo loro un atto di fedeltà. E non a caso sono stati bloccati i tesseramenti di molti dei “fedelissimi” in vista del prossimo Congresso provinciale. Un segnale inequivocabile di disimpegno, almeno per il momento, all’interno del Pd. La nuova frontiera per Genovese – che proprio ieri era a Roma dove i confronti sono serrati – è rappresentata dall’area che fa riferimento ad Angelino Alfano e all’eventuale Partito popolare europeo. I due si sono incontrati più volte ed entro qualche giorno la situazione apparirà più nitida. Ma non è escluso che l’addio venga “congelato” e rinviato ai prossimi mesi.
Sempre a proposito del Pd, ieri l’incontro chiarificatore tra il presidente della Regione Siciliana Rosario Crocetta e i vertici dei Democratici. Pace fatta, almeno in apparenza. Crocetta lascia all’Ars il gruppo del Megafono e aderisce al Pd.
E questo è il pd!
Insomma una torre di Babele in cui si capisce solo che dalla classica porta girevole si passa agevolmente dal centrosinistra al centrodestra e viceversa.Non prendano almeno in giro i cittadini invitandoli a votare: io non ci andrò di sicuro.