Le amministrative di giugno saranno determinanti: la città muore o risorge. Oggi più che mai gli elettori hanno in mano le sorti della città. Votare di pancia, seguendo i bisogni o tornando al passato sarebbe la fine. La precisazione di Trischitta
L’inizio del 2018 coincide con la campagna elettorale per le Politiche ma per Messina sarà un anno determinante: a giugno sarà tempo di amministrative e con ogni probabilità entro il primo semestre si terranno anche le elezioni per la Città Metropolitana.
Per la città dello Stretto il 2018 sarà un anno determinante: o si cambia o siamo destinati a perire. L’avviso ai naviganti è soprattutto per gli elettori, chiamati a scegliere la classe dirigente che non solo governerà a Roma, ma soprattutto li amministrerà per i prossimi 5 anni sia a livello cittadino che provinciale.
L’anno appena iniziato è un bivio: se continueremo ad essere malati della sindrome di Stoccolma, morbosamente attaccati alla politica delle promesse, degli annunci, rischiamo di dare il colpo finale ad una città fin troppo martoriata.
Mai come adesso serve un voto intelligente, fatto con la testa e non con la pancia, sebbene questa sia vuota. Dobbiamo scongiurare qualsiasi forma di ritorno al passato, anche sotto mentite spoglie, ma anche smetterla di fustigarci e di farci sopraffare dai sensi di colpa per gli errori ripetuti nel tempo.
La rosa reale dei candidati sindaco la conosceremo il 5 marzo, dopo l’esito delle Politiche. In base agli scenari ed ai rapporti di forza o agli equilibri che verranno fuori dalle urne capiremo quali saranno gli avversari di Accorinti per Palazzo Zanca.
Oggi i candidati ufficiali alla carica di sindaco sono: Renato Accorinti, Cateno De Luca, Pippo Trischitta e Giovanni Ardizzone (ai quali vanno aggiunti quelli che sin dai prossimi giorni usciranno allo scoperto).
I primi 3 hanno un comune denominatore, sono, con sfumature diverse, alquanto bizzarri, hanno una forte caratterizzazione ed una spiccata personalità. Sono, in modi diversi, “pittoreschi”. Anche Ardizzone ha una forte personalità che esprime attraverso il massimo rispetto per i ruoli che ricopre e per le istituzioni.
RENATO ACCORINTI ha dichiarato: “Voglio continuare questa avventura per altri 5 anni”, tracciando un bilancio dei 4 appena trascorsi che sembrava venir fuori da un libro di fantascienza. Se per lui questi anni sono stati un’avventura, per i messinesi lo sono stati un po' meno….. E’ giusto che si ricandidi perché Messina deve giudicarlo per i fatti. Strada facendo ha perso moltissimi dei suoi sostenitori ma è consapevole che “indietro non si torna” e che se la sua elezione nel 2013 affonda le radici nel referendum anti-Genovese la sua conferma dipende solo da lui.
CATENO DE LUCA ha fatto una campagna elettorale per le Regionali “voti uno prendi due”, dichiarando di voler candidarsi per guidare Messina. Amatissimo come ex sindaco a Santa Teresa di Riva e Fiumedinisi, ha molte caratteristiche che piacciono ai messinesi. Lo abbiamo lasciato a fine anno mentre suonava la zampogna all’Ars, mentre per tutto novembre hanno spopolato su facebook i suoi video al balcone, ai domiciliari, mentre recitava il Padre Nostro con la folla accorsa in solidarietà, nonché le sue invettive contro la “giustizia ingiustizia”. A lui come ad Accorinti, sia pure in modi opposti, non manca la capacità di stare sotto i riflettori, gestire in modo sapiente la visibilità e mandare messaggi mediatici d’impatto.
PIPPO TRISCHITTA, ha già tappezzato la città di manifesti con la sua candidatura ma è probabile che duri fino a quando scenderanno “in campo i più grandi”, che gli prenderanno il pallone e lo inviteranno a più miti consigli (non senza una contro partita). Il capogruppo di Forza Italia è passato alla storia cittadina più che per battaglie concrete contro il sindaco, per la “guerra degli scontrini” per le caramelle Golia o il Kinder Bueno. Al di là delle plateali conferenze stampa ha perso l’occasione per andare al cuore del problema (le missioni istituzionali) e, nella sostanza, con i voti sui bilanci, è stato tra i più grandi sostenitori del sindaco.
GIOVANNI ARDIZZONE è quanto di più distante vi sia tra i 3 precedenti. La sua presidenza dell’Ars è stata caratterizzata daL rispetto per l’Istituzione che rappresenta e mai si sarebbe presentato con la zampogna, con la maglietta Free Tibet, né avrebbe fatto le pulci sugli scontrini per i rubinetti nuovi nella stanza del sindaco. Ma esce dalla sconfitta alle Regionali, ha dimezzato i consensi, sconta un carattere spigoloso e soprattutto rappresenta, con 20 anni di carriera politica alle spalle fatti all’interno di partiti e coalizioni, una continuità col passato. E’ al fianco dell’associazione Liberi e Forti ma non si può dimenticare che nei decenni passati è stato presidente dell’Ars, vicepresidente della Provincia, vice sindaco, assessore, deputato, e che pertanto una sua candidatura “movimentista” o con lista civica è tardiva.
Gli scenari saranno evidenti a metà marzo, ma è prevedibile che:
1)Il M5S schieri un nome in grado far saltare il banco, sebbene la presenza di Accorinti rischi di sottrarre ai grillini i voti “contro”. M5S e Accorinti dovranno “dividersi” una fascia di elettorato.
2)Genovese provi a fare nel centro-destra quel che fatto nel centro-sinistra, ma non è detto che i nuovi alleati glielo consentano. Da due anni ha un nome (ed anche due) per la poltrona di Palazzo Zanca, un quarantenne, imprenditore, ma se la “diceria dell’untore” potrebbe spingere i “prescelti” a non accettare, non è neanche detto che gli alleati siano disposti a far da comparse.
3)Non sono da trascurare le posizioni di Diventerà Bellissima, Fd’I e la componente storica di Forza Italia. Se l’Udc è appiattita su Francantonio Genovese e ne attende i diktat, gli uomini di Musumeci ed una parte di azzurri stanno già muovendosi per non lasciare in mano all’ex sindaco il ruolo di asso pigliatutto (e le prove generali sono in corso per le candidature alle Politiche).
4)Al di là delle decisioni che il Rettore Navarra prenderà in vista delle Politiche, è fuor di dubbio che ci sarà una componente universitaria che dirà la sua alle amministrative. Altrettanto farà il gruppo Picciolo. Anche in questo caso, così come a destra, le prove generali dei nuovi equilibri saranno le Politiche.
Con almeno 5 candidati sindaco si va ad un frazionamento.
La nuova legge abbassa al 40% la percentuale per vincere al primo turno, ma con troppe candidature e con frazionamenti interni sia al centro-destra che al centro-sinistra, nonché una divisione dell’elettorato tra Accorinti e 5Stelle, sarà una guerra all’ultimo voto per capire chi saranno i due che andranno al ballottaggio.
L’ideale sarebbe una sorta di “governo di salute pubblica” affidato a competenti, capaci, appassionati, ma a Messina ci sono troppi galli nel pollaio e l’ipotesi è quasi improponibile.
Le sorti di Messina per i prossimi decenni oggi più che mai sono nelle mani degli elettori, di chi avrà il coraggio di votare con la testa.
L’amministrazione Accorinti è stata un “tirare a campare”, non ha risolto il problema principale, quello del dissesto, gli unici risultati che ha prodotto sono su semi piantati da altri, dal viadotto Ritiro a Tremestieri a via don Blasco. Non ha piantato semi nuovi ed è mancata una programmazione o una strategia complessiva e con il Piano di riequilibrio ha lasciato ai nostri figli un debito spaventoso.
Ma non possiamo piangerci addosso né rassegnarci al ritorno al passato: deve esserci una terza via.
Se sbagliamo a giugno non ci saranno più altre possibilità. L’unica vera battaglia da fare è per il futuro di Messina.
Nessuno può tirarsi fuori o pensare che non sarà responsabile delle conseguenze.
Rosaria Brancato
Riceviamo e pubblichiamo la precisazione di Trischitta:
Non ci sarà nessuno che mi porterà a miti consigli in quanto la mia candidatura è definitiva e non intendo avere alcuna carica che non sia quella di Sindaco, solo ed esclusivamente quella di Sindaco.
Io sono una persona con onore e dignità che mai si è venduto o è stato prezzolato e che non farebbe una campagna elettorale, ingannando i cittadini, per poi ritirarsi ed al solo fine di ottenere poltrone in cambio.
Ciò che ho fatto in Consiglio è documentato, risulta agli atti che possono essere visionati da chiunque.
Ho fatto battaglie anche per i rimborsi con coerenza perché certe spese, sostenute in missione, si pagano personalmente; battaglie che posso farle perché sono uno dei pochi in tutto il Comune, considerati consiglieri, Sindaco ed assessori, a non essere andato in questa legislatura di predissesto in missione a spese del Comune.
Basta che non sia un voto di culo…..
Ma come si fa ad accostare Accorinti a De Luca e Trischitta?Trischitta poi……leggo per stupirmi e basta, ormai.