Circa 150, tra professori e dirigenti dell'Ateneo si sono iscritti al Pd. Un ingresso che guarda lontano, alle Politiche ed alle amministrative 2018, ma anche alla ricostruzione di un partito rimasto paralizzato per 4 anni.
Il nuovo Pd di Messina inizia anche da una forte componente dell’Università.
Sebbene i dettagli sul tesseramento siano ancora inspiegabilmente top-secret (si sa soltanto che sono state superate le 6 mila iscrizioni), la vera sorpresa del nuovo corso di un partito rimasto sotto coperta per 4 anni è proprio questa: il tesseramento di un folto gruppo dirigente dell’Ateneo, tra docenti e dirigenti, segnale della volontà di scommettersi in prima persona e “metterci la faccia” nell’impegno per il territorio e la ricostruzione.
I numeri, per un Pd letteralmente svuotato dall’esodo genovesiano e dalle conseguenze di una paralisi durata 4 anni, hanno un peso: più di 140 iscritti di provenienza “accademica”, tra nuovi tesserati, ritorni e conferme.
Anche molti nomi hanno un peso: si va dai pro-rettori Michele Limosani e Pietro Perconti al direttore generale Francesco De Domenico, al preside di Scienze Politiche Giovanni Moschella fino al ritorno del professor Mario Bolognari. Nomi che vanno ad aggiungersi a chi nel Pd si è impegnato da tempo.
Se i numeri e i nomi hanno un peso lo ha altrettanto la scelta tempistica: in questo momento il Pd di Messina è una “prateria”, sulla quale c’era chi (e c’è ancora) puntava a diventare nuovo signore delle tessere o comunque ha intenzione di mettere il cappello. Il Pd dello Stretto dell’era post-Genovese, iniziando dall’anno zero (anche a causa degli addii degli scissionisti) è a forte rischio OPA.
E se in casa Pd il “bottino” più corposo di tessere 2017 lo ha registrato Laccoto, nel centro-sinistra dovrà vedersela con leader come Picciolo e D’Alia che finora hanno preferito restare al di fuori dei confini ma non si sa cosa potrebbe accadere nei prossimi mesi. In ascesa l’attuale vice commissario Pd Antoci (area Lumia), mentre i renziani della prima ora si son difesi bene in sede di tesseramento ma tra non molto inizierà l’assedio alla fortezza.
E’ iniziata infatti la lunga stagione elettorale: Regionali d’ottobre, Politiche di febbraio 2018 e amministrative giugno 2018, e gli scenari sono in continuo cambiamento.
Da qui la decisione di un gruppo evidentemente coeso e con le idee chiare di porre i primi mattoni per contribuire alla ricostruzione del Pd. Del resto in gioco c’è il controllo del partito giacchè il Congresso per l’elezione dei nuovi segretari non si terrà prima dell’estate.
La prima tappa saranno comunque le primarie del 30 aprile e se Renzi ha già ottenuto nella fase delle convenzioni il 70% a Messina, con l’ingresso del mondo accademico farà il pienone di consensi. Non sfuggirà alla memoria infatti che Renzi guarda con attenzione e stima l’Ateneo messinese e non a caso la firma del Patto per Messina si è tenuta proprio all’Università, con le foto ricordo che ritraevano l’ex premier ed il sindaco metropolitano sotto lo sguardo del rettore Navarra.
Proprio a questo proposito è chiaro che se 140 (ma probabilmente il numero è più alto) di componenti del mondo accademico decidono d’iscriversi al Pd questo non possa avvenire senza che il Rettore non lo sappia. Né che si tratti di una decisione improvvisa e non maturata all’interno di un percorso che guarda lontano.
L’operazione Pd guarda lontano, alle Politiche del 2018 ma anche alla classe dirigente che dovrà portare il partito e Messina fuori dalle secche.
Sia il sottosegretario Davide Faraone, con il quale il Magnifico ha un ottimo rapporto, che lo stesso ex premier, guardano con attenzione a questi passaggi, sia in vista delle Regionali (che potrebbero rappresentare la Caporetto del Pd in Sicilia) che delle Politiche. L’esito delle urne siciliane sarà da apripista per quelle di febbraio. Proprio per questo Renzi, consapevole dell’oltre il 70% di no siciliani al Referendum del 4 dicembre, ha invitato i suoi a cambiare rotta e ad evitare disastri.
Una missione più che ardua.
C’è chi dice che il Rettore Pietro Navarra stia pensando alle Politiche (probabilmente il Senato), chi sostiene che guarda alle amministrative 2018, c’è infine chi ritiene che il tempo dei nomi sarà più avanti e che adesso conta la forza del gruppo ed il “modello Università” che potrebbe essere portato ad esempio.
Quel che è certo è che la campagna elettorale è iniziata e finirà nell’estate del 2018 e che il nuovo Pd di Messina sta cambiando volto.
Rosaria Brancato
I nuovi liberisti che portano rovina e povertà, al grido di “ci vuole più Europa”, cioè più dittatura finanziaria e politiche di austerity per molti (il popolo), ma non per tutti (cioè banchieri, multinazionali e per loro).
I nuovi liberisti che portano rovina e povertà, al grido di “ci vuole più Europa”, cioè più dittatura finanziaria e politiche di austerity per molti (il popolo), ma non per tutti (cioè banchieri, multinazionali e per loro).
scusate lo sfogo …ma vi va di traverso se molti docenti Universitari e Dirigenti dell’Ateneo scelgono il PD e no il M5S ???????
scusate lo sfogo …ma vi va di traverso se molti docenti Universitari e Dirigenti dell’Ateneo scelgono il PD e no il M5S ???????
Mi piacerebbe saper chi è il disoccupato che si è iscritto al Pd.
Una volta eravamo noi operai iscritti al Pd oggi le persone di cultura .
Ditemi chi è il partito dei lavoratori e dei disoccupati ?
Dove c’è Accorinti non ci sarà mai il mio voto.
Mi piacerebbe saper chi è il disoccupato che si è iscritto al Pd.
Una volta eravamo noi operai iscritti al Pd oggi le persone di cultura .
Ditemi chi è il partito dei lavoratori e dei disoccupati ?
Dove c’è Accorinti non ci sarà mai il mio voto.
Sinceramente si ,non potranno mai fare gli interessi del popolo e specialmente della povera gente.
Sant’Agostino disse ;chi ha lo stomaco pieno non può parlare di digiuno.
Sinceramente si ,non potranno mai fare gli interessi del popolo e specialmente della povera gente.
Sant’Agostino disse ;chi ha lo stomaco pieno non può parlare di digiuno.
Se il compagno
Rettore Pietro Navarra non potrà usufruire del favore del capolista bloccato al Senato, in lista PD, dovrà cercarti i voti……. e so cazzi sua !
Se il compagno
Rettore Pietro Navarra non potrà usufruire del favore del capolista bloccato al Senato, in lista PD, dovrà cercarti i voti……. e so cazzi sua !
Personalmente del M5S (un Movimento di liberisti travestiti di una apparente onestà) non me ne frega una cippa. Il PD è la brutta copia di un pseudo centro sinistra del PDL. Ne arrestano uno al giorno, ed è formato perlopiù da ignoranti liberisti. E’ il partito che ha varato in questi ultimi 4 anni le “Deforme” (perchè non sono riforme che hanno migliorato il paese, ma lo hanno volutamente peggiorato … sotto la dettatura ricattatoria di Bruxelles) più ignobili del panorama politico italiano. Di certo altri liberisti di Messina non potranno che peggiorare la situazione. Si guardi il video “Shock Economy” di Naomi Klein o si legga il libro. Sa come li chiamavano i liberisti negli anni ’70? Idioti. Poi la corruzione li ha fatti rinascere.
Personalmente del M5S (un Movimento di liberisti travestiti di una apparente onestà) non me ne frega una cippa. Il PD è la brutta copia di un pseudo centro sinistra del PDL. Ne arrestano uno al giorno, ed è formato perlopiù da ignoranti liberisti. E’ il partito che ha varato in questi ultimi 4 anni le “Deforme” (perchè non sono riforme che hanno migliorato il paese, ma lo hanno volutamente peggiorato … sotto la dettatura ricattatoria di Bruxelles) più ignobili del panorama politico italiano. Di certo altri liberisti di Messina non potranno che peggiorare la situazione. Si guardi il video “Shock Economy” di Naomi Klein o si legga il libro. Sa come li chiamavano i liberisti negli anni ’70? Idioti. Poi la corruzione li ha fatti rinascere.