"Andate a votare, l'astensionismo favorisce il sistema" ha ricordato Alessandro Di Battista nel corso del comizio a Piazza Cairoli. LA FOTOGALLERY DI GIOVANNI ISOLINO
Nonostante la pioggia di febbraio la piazza di Messina riserva un’accoglienza calorosa ad Alessandro Di Battista, impegnato nel tour per le Politiche del 4 marzo.
Prima del suo discorso sono intervenuti i due candidati del M5S: Grazia D’Angelo (nel Collegio Uninominale Messina per il Senato) e Francesco D’Uva (Collegio Uninominale di Messina per la Camera).
“Il nostro slogan è: partecipa, scegli, cambia- ha detto Grazia D’Angelo alla folla- Abbiamo un programma ambizioso di 20 punti, ma soprattutto per noi il collegamento con il territorio è fondamentale. Siamo stati abituati a persone che una volta elette non si facevano più vedere. I nostri deputati continuano a lavorare nel territorio”.
Ed è proprio questo l’aspetto che ha sottolineato Francesco D’Uva, deputato uscente e candidato ricordando le battaglie portate avanti in questi 5 anni per Messina, dall’Autorità portuale alla Corte d’appello: “Mi è stato riconosciuto anche dalla stampa, mi sono occupato delle battaglie che riguardavano il mio territorio, mi sono battuto in tutte le Commissioni nelle quali facevo parte, come l’Antimafia o la Commissione cultura”.
Ad entrare nel dettaglio del programma e dei punti roventi della campagna elettorale è stato Alessandro Di Battista: “Siamo stati abituati alla politica delle monarchie, alle stirpi di politici come i De Luca, i Pittella, i Genovese. Per i 5stelle la politica non è una professione. Siamo cittadini, veniamo eletti ma abbiamo l’obbligo dei due mandati. Io non ci sarò più in Parlamento, ma non lascio la Politica, continuerò a farla da fuori. La politica non è un mestiere, altrimenti finisci col fare di tutto per non perdere la poltrona. Salvini fa politica dal ’93, persino prima di Berlusconi, quando io andavo ancora al liceo, lui già faceva il politico….”.
Di Battista si è soffermato su alcuni punti del programma come il reddito di cittadinanza spiegando come funziona: settimanalmente chi lo prende avrà obbligo di prestare 8 ore di lavoro gratuito per il Comune di appartenenza, dovrà seguire corsi di formazione e se rifiuta più di 3 proposte lavorative perderà il diritto all’erogazione.
“Vogliamo aggredire la corruzione, che è un’arma in mano alla mafia. Per questo pensiamo alla figura degli agenti provocatori che esiste già in molti altri Paesi. Si deve riformare la prescrizione. Vogliamo investire su sanità ed istruzione pubblica. Infine nel nostro programma c’è una Banca Pubblica che finanzia quelle idee e quei progetti di giovani costretti oggi ad andare a Londra a fare i lavapiatti per vivere, o i piccoli imprenditori, o chi ha perso il lavoro”.
Ha ricordato che la legge Fornero è stata votata da tutti, compresa la Meloni e Berlusconi e che nessuno a sinistra ha mai fatto vera opposizione a Forza Italia: “Ad Arcore ci sono andato io…..a cantargliele…. Comunque io Renzi e Berlusconi non me li filo, li tiene in vita il sistema mediatico, i talk show. Berlusconi lo hanno uscito dalla naftalina per l’occasione. Io non vi dico votate i 5stelle, vi dico schieratevi, unitevi a noi. Solo così potremo cambiare il sistema. Chi resta a casa e non vota fa un favore al sistema. Certo, a noi può capitare di sbagliare un congiuntivo, ma non abbiamo mai votato una legge anticostituzionale. E adesso voglio una granita!!!!” (la diretta del comizio a Piazza Cairoli è in homepage su Tempostretto e nella pagina Facebook di Tempostretto)
Rosaria Brancato
ma non si era ritirato dalla politica per cambiare i pannolini al pupo appena nato ?
reddito di cittadinanza? e vai……con le bufale.
Si. Infatti non è candidato. Contrlolli pure se lo ritiene necessario. Sa che in molti paesi anglosassoni ci sono luoghi pubblici dove chiunque può parlare in pubblico?
Di Battista dice la propria perché i cinque stelle sanno essere apprezzato, e lui da attivista si presta. Inconcepibile vero?
Di Battista dimentica di essere nella provincia capace di consegnare 17000 preferenze ad un adolescente, solo per il cognome che porta. Cosa vuole che si schieri un così folto esercito di galoppini, abituati a galleggiare nella mediocrità di qualche misera prebenda!? Gli sarebbe bastato leggere i commenti a corredo degli articoli di questo giornale, per scoprire il bassissimo livello socio-culturale che ammorba questa città. Si va dallo “zaurdo” che vitupera le isole pedonali, che gli impediscono le sfilate a bordo della sua uno turbo, al galoppino di professione (si riconosce dalla firma con nome e cognome) che trucida la propria dignità, prostrandosi regolarmente, a destra e sinistra, in cerca di un tozzo di pane.