L'ex ministro a Messina ha lanciato la proposta di una "costituente del Pd" e ha fatto una disamina della situazione attuale "dobbiamo recuperare il centro ed uscire dalle logiche dei blocchi contrapposti. Mi chiedo perchè nel Pd ci sia tanta paura di Sicilia Futura"
“Sicilia Futura c’è e ci sarà, non saremo una costola del Pd, tutt’al più una gamba. Contro ogni forma di radicalizzazione dello scontro siamo certi che qualcosa del centro debba essere recuperato. Usciamo dalla logica dei due blocchi, noi siamo e resteremo l’area che rappresenta i moderati, i riformisti-socialisti”. A Messina il presidente di Sicilia Futura Totò Cardinale ha trovato un gruppo forte, unito, per nulla demoralizzato dopo la mancata conferma all’Ars per un soffio di Beppe Picciolo (il seggio è andato per 100 voti a Cateno De Luca, eletto nella lista Udc- Sicilia Vera e che proprio ieri ha lasciato il partito ed è transitato al gruppo misto).
Nella sala del Capo Peloro gli esponenti del gruppo che fa capo a Beppe Picciolo si sono incontrati per pensare già al dopo: alle Politiche ed alle amministrative.
Numerosi gli interventi, dai coordinatori Salvo Versaci (che ha fatto il punto sui ricorsi presentati in tutta l’isola per il mancato rispetto di alcuni candidati della Legge Severino al momento della presentazione delle liste) e Santino Calderone, ai giovani di Sicilia Futura, dal preside La Tona (che ha evidenziato uno stato di estremo disagio delle Città Metropolitane dopo il disastro della riforma Crocetta), a numerosi sindaci della provincia, a Fabio D’Amore che ha “suonato la sveglia” su tutte le prossime competizioni. A portare un saluto è stato anche il commissario straordinario della Città Metropolitana Francesco Calanna.
“Il centro-destra in Sicilia ha vinto perché ha messo tutti insieme ed ha detto: attenti ai 5Stelle- ha detto Cardinale– In questo scontro il centro-sinistra è rimasto schiacciato. Abbiamo perso più di un mese e mezzo inseguendo Pietro Grasso che già stava pensando a quello che realizza adesso, poi abbiamo aspettato Orlando, Crocetta con tutti i guai della lista Arcipelago. Guardando avanti, allo scenario futuro tra 5 anni penso che Berlusconi, per motivi anagrafici non sarà più protagonista. Noi dobbiamo guardare avanti. Abbiamo un vantaggio, Renzi e i suoi sono una generazione di quarantenni. Adesso paghiamo lo scotto degli errori di questa campagna elettorale, mi auguro però che Renzi non voglia lasciarsi rosolare dopo le Politiche. A volte, se necessario si può fare anche un passo di lato. Il M5S da solo non ce la farà, il centro-destra unito non arriverà comunque alla maggioranza. Allora se a marzo vorremo evitare di ritornare alle urne l’alternativa sarà un governo di uomini di buona volontà”.
L’ex ministro è poi tornato ad analizzare quanto accaduto con l’elezione del presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè, grazie ai due voti determinanti e palesi (a differenza dei 4 franchi tiratori del Pd) dei deputati di Sicilia Futura. Cardinale ha evidenziato come una parte del Pd sia a novembre che per l’elezione delle vicepresidenze ha votato per il M5S “perché il nostro si chiama inciucio e il loro no? Perché se a livello nazionale parte della sinistra dovesse appoggiare i 5stelli non si chiama inciucio e invece noi veniamo accusati di farlo?”
Secondo gli esponenti di Sicilia Futura il rischio evidente nell’Ars con 20 deputati pentastellati e 11 Pd divisi e sempre in guerra, è quella di finire “fagocitati” ed azzerati come opposizione.
“Siamo contrari ad un’opposizione a prescindere, fatta solo per demolire, che finisce con il tradire anche il mandato elettorale. Se ci saranno leggi buone per la Sicilia le voteremo”
Nel dietro le quinte delle votazioni inoltre, è accaduto che il gruppo Pd si sia riunito per decidere verso chi far confluire i voti (De Pasquale) e finita la riunione la decisione sia stata semplicemente comunicata ai deputati di Sicilia Futura senza alcuna forma di condivisione o confronto.
“Dopo la sconfitta c’è stata una valutazione dell’accaduto nel Pd? Che direzione vuol intraprendere? Perché c’è questo timore di Sicilia Futura? Qualcuno ha paura di perdere terreno, ruoli? Io ho fondato la Margherita e sono stato tra quanti, unendosi ai Ds ha creato il Pd. Molti hanno creduto di poter annettere la Margherita e fare una sorta di Cosa 2. Ora che obiettivi ci sono? Fare la Cosa 3? Se non ti misuri, se chiudi le porte, prima o poi perdi. Nessuno ha il verbo, tantomeno in questa situazione attuale nel Pd. Io dico, facciamo una costituente del Pd, confrontiamoci. Se faremo questo allora saremo pronti quando il centro-destra si sgretolerà, perché accadrà e saremo noi la calamita dei consensi. A chi teme la concorrenza concludo dicendo che Sicilia Futura c’è e ci sarà e vuol essere un pezzo portante del Pd”.
Il 20 gennaio sarà tempo di presentazione delle liste per le Politiche, resta appena un mese per decidere chi correrà nei Collegi uninominali e chi al proporzionale con i listini, ma il Pd continua a presentarsi a Palermo dilaniato da scontri e veleni, incapace di avere una linea coerente e di prendere coscienza delle responsabilità della disfatta.
Ogni incertezza è un voto in più per il M5S.
E’ da questi presupposti che parte l’analisi di Sicilia Futura, che vedrà in campo, a Messina, la candidatura di Picciolo, che nel frattempo si è insediato a Roma, nel ruolo di consulente del ministero della sanità. Il gruppo non è stato scalfito dal risultato delle urne e nell’attesa dell’esito dei ricorsi al Tar che potrebbero cambiare la geografia politica dell’Ars e portare a Palermo Picciolo, si scaldano i motori sia per le Politiche che per le amministrative e le provinciali.
La prima metà del 2018 sarà infatti una lunga catena elettorale da marzo a giugno.
Rosaria Brancato