La riflessione di una 18enne che si accinge a votare: "Troppo caos, il confronto è stato sostituito con gli insulti su Facebook"
L’italiano medio ha imparato presto le chiacchiere volte alla distruzione invece che alla costruzione. A dimostrazione della sua indole polemica, ma mai determinata da un sentimento politico sincero e ragionato, è iniziata l’esilarante campagna elettorale per le votazioni che si terranno il quattro marzo: nemmeno il tempo di dare il via che l’inferno si era già scatenato!
Al teatrino di Forza Italia che innalza la famiglia tradizionale e alla sceneggiata di cattivo gusto di Matteo Salvini che promuove le sue doti da cittadino caritatevole donatore di sangue e da politico attento prima agli italiani, giusto per marcare la sua vera indole razzista che tanto si discosta da quella caritatevole che ha voluto mostrarci, si sono aggiunti gli haters ultra-quarantenni pronti ad insultare, seppur giustamente, la classe politica (senza distinzione di partiti).
In tutto questo caos generale il panorama umano non può che essere distrutto ed i giovani, come sempre, ne sconteranno la pena. Attacchi virtuali e scontri non hanno lasciato spazio al sentimento primo della politica: il dialogo, dove per dialogo non si intendono chiacchiere, bensì approfondimento e strumento di confronto per educare il popolo a scelte ragionate e ragionevoli. Ma adesso, ora che il dialogo si è ridotto ad un’emoticon arrabbiata su Facebook per mostrare il proprio dissenso, i giovani a cosa possono attingere per una formazione capace di innescare in loro pensiero critico?
Ma allora come possono questi giovani inconsapevoli risollevare le sorti di un Paese alla deriva e combattere una politica ladra? Fortunatamente, come quasi un miracolo, piccole realtà, a volte formate da giovani senza esperienza e senza una guida, hanno fondato piccole associazioni che hanno cominciato a studiare, a informarsi e a lavorare. Realtà che hanno cominciato a credere.
Ecco, questa è la risposta che stavo aspettando, l’input necessario per uscire dal nostro abitudinario passivismo che ha reso il nostro Paese servo di una classe dirigente corrotta. Eppure, in questo preoccupante sistema, nonostante i terrificanti dati ISTAT, che dimostrano quanto scarso interesse ci sia per la politica da parte dei giovani, questi ultimi hanno dimostrato che si può ricominciare e che si possono riportare i giovani ad un rapporto sano e costruttivo con la politica come filosofia del comune vivere bene e non come meccanismo di corruzione volto all’arricchimento personale.
Lottare vale la pena. Per una volta diciamo sì ad una politica sana e cominciamo a crearla, perché non esiste.
Gloria Leonardi