Crocetta: da Franco Battiato e Antonio Zichichi agli assessori-testimonial..

Crocetta: da Franco Battiato e Antonio Zichichi agli assessori-testimonial..

Rosaria Brancato

Crocetta: da Franco Battiato e Antonio Zichichi agli assessori-testimonial..

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giovedì 14 Settembre 2017 - 07:34

Il governatore della rivoluzione continua a sfornare nomine negli Iacp, nella sanità, negli uffici. Tocca quota 50 assessori in 5 anni e propone agli uomini della sua squadra di candidarsi...

E pensare che l’inizio fu col botto. Rosario Crocetta da Gela, appena eletto governatore della Rivoluzione in salsa sicula, stupì il Paese mettendo in giunta (insieme ai nomi indicati dagli alleati), l’artista Franco Battiato e lo scienziato Antonino Zichichi. In quelle prime scelte Crocetta volle evidenziare la sua liberà dai partiti. I due durarono pochissimo e per la verità anche gli altri componenti del primo governo Crocetta non furono molto più longevi. Tra tutti gli assessori del primo governo Crocetta Lucia Borsellino è stata quella che è rimasta più a lungo. Cinque anni dopo la foto della prima squadra il governatore di assessori ne ha cambiati 50, un record probabilmente internazionale. L’ingresso in giunta della messinese Aura Notarianni infatti, in questo scorcio di legislatura, durerà appena 50 giorni.

Finora abbiamo visto di tutto, dalla studentessa fuori corso Nelli Scilabra, vicina a Beppe Lumia, che resterà nella memoria per i flop della formazione e di Agenzia giovani, a Michela Stancheris, segretaria di Crocetta promossa sul campo dopo l’addio di Battiato (vi ricordate la famosa frase pronunciata a Bruxelles dall’artista: “in Parlamento ci sono troie che farebbero di tutto”?). Ci sono stati assessori-lampo, come Antonio Fiumefreddo, assessore in pectore o annunciato per ben 3 volte, riuscendo a stare sulla poltrona, in totale, meno di una settimana (poi però Crocetta ha ripagato il fedelissimo affidandogli le sorti di Riscossione Sicilia). O il caso di Ettore Leotta, magistrato in pensione che si dimise con una lettera nella quale si disse stanco di dover raggiungere Palermo da Siracusa tra mille peripezie dovute alla chiusura dell’autostrada Catania-Palermo a causa del crollo del viadotto Hymera. In quelle stesse 24 ore in cui si dimetteva Leotta lo faceva anche il collega Caleca, con una lettera di fuoco: “Continuo a sognare una politica nuova, pulita e trasparente per la Sicilia, non ci rinuncio. Avverto un totale senso di estraneità di fronte a incomprensibili ritorni al passato. le mie dimissioni sono irrevocabili e con effetto immediato”.

Per non parlare dell’addio di Lucia Borsellino, nel pieno del caso Tutino. La Borsellino, la più longeva del primo governo Crocetta, diede l’addio a fine giugno 2015 spiegando che la sua permanenza in squadra non era più possibile “per motivi di ordine etico e morale”. In 5 anni una carrellata di 50 assessori sono tanti. Ne citiamo alcuni. C’era Ester Bonafede, Patrizia Valenti, Giovanni Pizzo, Giovanni Pistorio, Nicolò Marino, Nino Bartolotta, Rosaria Barresi, Ezechia Reale, Giusy Furnari, Linda Vancheri, Roberto Agnello, Luca Bianchi, Salvatore Calleri, Dario Cartabellotta, Gianluca Miccichè, Bruno Caruso, Giuseppe Bruno, Maria Rita Sgarlata, Marcella Castronovo, Piergiorgio Gerratana, Cleo Li Calzi. Un elenco lunghissimo, che al di là della specifica competenza o bravura del singolo, ha causato solo danni alla Sicilia dal momento che nessun assessore che duri meno di un anno può portare a compimento quel che ha avviato.

Per molti “ex” il governatore ha sempre trovato una “sistemazione” non appena lasciata la squadra, in un ufficio di gabinetto, con una consulenza, in una partecipata.

Nei giorni scorsi, quando Crocetta stampava manifesti per le primarie e la sua ricandidatura pensando invece all’accordo da siglare con Renzii (in cambio di una poltrona alla Camera o al Senato) il governatore dichiarò: “quando sono stato eletto mi arrivavano elenchi di nomi di raccomandati da mettere nei vari posti. Li ho stracciati tutti”.

Peccato però che ha comprato un block notes da riempire con i nomi dei suoi fedelissimi da sistemare in tutte le poltrone possibili e immaginabili e continua a farlo ancora adesso, a un mese e mezzo dalle urne.

Nei giorni scorsi ha nominato i nuovi commissari nei nove Iacp dell’isola. A Messina, tanto per cambiare, ha scelto Francesco Calanna, che per 5 anni ha prorogato all’Eas e quando non ha più potuto prorogarlo lo ha nominato nell’ufficio di gabinetto dell’assessore Lo Bosco. Calanna sarà in lista con il Megafono a Messina. Crocetta sta per fare ulteriori nomine nella Seus ed in ambito sanitario, che vanno ad aggiungersi a quelle fatte in piena estate. Non pago di questa raffica di nomine di fedelissimi che non fa onore ad un’immagine di un presidente in scadenza, ha mandato una bizzarra lettera all’ormai ex assessore Vermiglio. Nella missiva Crocetta, che è il massimo vertice politico della Sicilia e non il capo di un partito, spiega d’aver invitato tutti i suoi assessori a candidarsi, se possibile in una lista del Megafono, oppure in una di quelle della coalizione. Una sorta di “chiamata alle armi” che trasformerebbe gli assessori in “testimonial”. Non sappiamo come abbiano reagito gli altri assessori. Vermiglio, ha risposto con eleganza e si è dimesso (ma l’avrebbe fatto comunque perché Germanà è candidato con Forza Italia).

Certo non è un comportamento da fine mandato quello di imporre una candidatura agli assessori di un governo nato come rivoluzionario e finito come conservatore.

Secondo alcune indiscrezioni il governatore ed il Pd sono alla ricerca di candidati forti per dare peso alle liste del Megafono, che sono a rischio soglia 5%. Un obiettivo importante per il Presidente, dal momento che rientra nell’accordo fatto con Renzi per rinunciare alla candidatura. Sul piatto della bilancia il 6 novembre Crocetta deve portare il “peso” del Megafono per poter “incassare” un ruolo alle Politiche.

Da qui la frenesia nella ricerca di sostegno, una sorta di “ansia da prestazione” che non si sposa bene con chi ha annunciato di voler fare la lotta alla manciugghia e si è distratto per seguire ben altre logiche.

Un brutto tramonto di fine mandato, un assalto alla diligenza che neanche Lombardo e Cuffaro hanno mai fatto.

Da Battiato e Zichichi agli assessori candidati col Megafono sembra essere passata un’era.

Rosaria Brancato

5 commenti

  1. Qualcuno può negare che crocetta sia il peggior governatore che la Sicilia abbia mai avuto? Voglio vedere con quale faccia i candidati alla sua lista chiederanno il voto. Io, so come rispondere…. Proprio ieri ho comprato un paio di scarpe nuove….

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  2. se si tratta di chiamata alle armi e deve candidare tutti aspettiamo che a Messina Crocetta candidi il suo main sponsor Finocchiaro, ….. no?

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  3. SIG. FRANCO CALIRI MI RACCOMANDO SCARPONI CHIODATI AD USO GRUPPO ASSALTATORI COMSUBIN

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  4. una fine indecorosa sia di Crocetta che di tutti i beneficiari della “manciugghia”….Il PD non dice niente?

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  5. questo purtroppo è il PD di renzi & c. , peggiore espressione della manciugghia tanto aborrita a parole dal governatore peggiore della storia . VERGOGNA MILLE VOLTE !!!!

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