Crocetta ed il gioco di prestigio dell'esclusione della lista Arcipelago

Crocetta ed il gioco di prestigio dell’esclusione della lista Arcipelago

Rosaria Brancato

Crocetta ed il gioco di prestigio dell’esclusione della lista Arcipelago

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martedì 17 Ottobre 2017 - 04:48

Tra errori grossolani e liti interne al Pd è saltata la lista del Presidente a Messina. Crocetta era capolista e ora va all'incasso. Ma siamo davvero sicuri che si andata così? Per il governatore in fondo è una via d'uscita comoda per evitare di "pesarsi" con i voti.

Al netto della superficialità e degli errori grossolani fatti al momento della presentazione della lista, al netto dell’antipatia che sia Orlando che una parte di Dem hanno per Crocetta, al netto ancora delle lotte intestine al Pd, c’è chi vede dietro l’esclusione della lista Arcipelago a Messina proprio lo zampino del governatore, che da “vittima sacrificale” è pronto ad incassare.

Ci sono infatti troppe stranezze dietro il pasticcio Messina che ha azzoppato la lista del Presidente Micari ed ha portato fuori dalla scena il governatore uscente che aveva scelto il Collegio dello Stretto come unica sede dove presentarsi come capolista.

Del pasticcio abbiamo scritto nei giorni scorsi ed è emersa un’imbarazzante incapacità di affrontare un normale passaggio procedurale previsto dalla legge: presentare dal da giovedì 5 a venerdì 6 entro le 16 (quindi avendo a disposizione 48 ore) la lista completa di documentazione. Non si trattava quindi di partecipare ad una selezione della Nasa, tenendo anche in considerazione il fatto che la data delle Regionali è nota dalla primavera. Leggendo i verbali ed i ricorsi presentati al Tar emerge chiaramente come alle 16, orario ultimo di scadenza, solo uno dei due presentatori della lista Arcipelago era DENTRO l’ufficio. Il secondo a quanto lui stesso dichiara “era nei pressi nel Tribunale” (il che potrebbe anche poter dire che era al bar Venuti). Inoltre la documentazione era relativa solo a due degli otto candidati previsti dalla normativa.

Tra una corsa al fotofinish mentre la porta si chiude, con una scena da film “non chiudete quella porta”, zainetti e documenti che spariscono e candidati che appaiono e scompaiono come in una puntata di Beautiful, è evidente che nell’esclusione della lista c’è una percentuale di superficialità. C’è poi la componente “fratelli-coltelli”.

Il sogno di Leoluca Orlando, mai tenuto nascosto, è vedere la fine del Pd con lui unico leader trionfatore. La postilla di questo sogno vede il suo acerrimo nemico, Crocetta, sparire dalle cronache politiche. C’è poi il Pd che avrebbe voluto che Crocetta si auto-dissolvesse nel nulla due mesi prima dalle elezioni in modo da far dimenticare ai siciliani che con il governatore hanno governato anche gli alleati, dividendosi poltrone, assessorati, sottogoverni e Cda. C’è Micari che è stato catapultato in un mondo che non è quello di Alice nel Paese delle Meraviglie ma quello dell’Esorcista nel quale quella che credi tua figlia ad un certo punto si trasforma in Satana e devi chiamare un prete per riportarla alle sembianze reali.

In tutto questo c’è Crocetta che, dopo 5 anni in cui, pienamente corresponsabile, ha fatto da parafulmine ad ogni tipo di bersaglio. Ha venduto cara la pelle contrattando con Renzi, in cambio del suo passo indietro come candidato alla Presidenza, un bel posto sicuro alla Camera. Mentre stava strombazzando a destra e a manca che con il suo Megafono avrebbe portato oltre 60 mila voti a Micari è scoppiata la grana Arcipelago. Mancavano i candidati. Probabilmente Crocetta, che è politico navigato, ha visto una via d’uscita senza dover dimostrare che davvero 60 mila siciliani ed oltre lo adorano nonostante i suoi 5 anni di governo. Ha quindi acconsentito nel mandare in soffitta il simbolo del Megafono e nello schierare i megafoniani nelle liste Arcipelago. Ma a Palermo ed a Catania al suo nome, sia Orlando che Micari, hanno detto no. Così al governatore non è rimasta che la “sua” Messina, dove pertanto si è messo capolista. La sorte ha voluto che nella lista Arcipelago di Messina c’era già un Pd renziano che viaggia con i suoi voti, ovvero Nicola Barbalace e nelle ultime ore tra il 5 ed il 6 si era inserito anche l’ex assessore Tani Isajia, che quanto a bacino elettorale non scherza e che stava lasciando la lista Pd per spostarsi.

In quelle stesse ora a Siracusa chi era incaricato di predisporre la lista dei megafoniani stacca il telefono e lascia la stanza della riunione portandosi la documentazione.

A Messina Crocetta inizia a rendersi conto che la lista stava diventando buona e che probabilmente per un governatore uscente registrare un risultato non eccellente e per giunta commisurato ai due colleghi di lista altrettanto corazzati, non avrebbe giovato alla sua immagine.

In meno di mezz’ora la lista Arcipelago è saltata con errori talmente grossolani da sembrare finti. Davide Siragusano, uno dei due protagonisti del film in Tribunale “Non chiudete quella porta”, è stato premiato nei giorni scorsi con un incarico di 1 mese nell’ufficio di gabinetto di Crocetta. E lui, il governatore, adesso dichiara: “Sono stato leale, mi sono sacrificato, adesso Renzi ed il Pd mi devono un posto in segreteria nazionale ed un seggio alla Camera”.

Ma siamo davvero sicuri che sia andata così?

In fondo, non è stato meglio per il governatore uscente non misurarsi con i numeri reali dell’elezione? Senza lista nessuno saprà mai quanti consensi avrebbe preso. Nessuno saprà mai se Crocetta era destinato ad un mare di voti o ad una pessima figura.

Insomma, meglio vincere facile….facendo finta di aver perso…

Rosaria Brancato

4 commenti

  1. libero professionista 17 Ottobre 2017 05:36

    Non v’e alcun dubbio. E’ stato fatto apposta per non misurarsi elettoralmente. Crocetta continua a dimostrarsi il politico più’ inaffidabile. Probabilmente il più squallido Presidente della Regione Siciliana degli ultimi decenni.

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  2. ragionamento verosimile

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  3. ..senza contare che il buon Crocetta non avrà mai sicuramente digerito “l’invito” a non candidarsi alla presidenza, astutamente ha fatto finta di appoggiare il Pd, e invece lo ha ulteriormente azzoppato, uomini miseri, culto della persona, questo PD è una delusione dopo l’altra…

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  4. Non sono un fan di Crocetta ma dire che è stato il peggiore degli ultimi anni mi sembra un’eresiapazzesca, specie paragonato a chi ha dovuto abbandonare per essere poi condannato per voto di scambio o per favoreggiamento a cosa nostra….

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