Musumeci: Alla Sicilia serve un Presidente fermo, competente, libero, onesto

Musumeci: Alla Sicilia serve un Presidente fermo, competente, libero, onesto

Rosaria Brancato

Musumeci: Alla Sicilia serve un Presidente fermo, competente, libero, onesto

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martedì 10 Ottobre 2017 - 16:15

"La rivoluzione a Messina è stato solo un espediente elettorale. L'Università è stata trasformata in un Comitato elettorale, sono esterrefatto". Sulle liste pulite: "Genovese? Non è una scelta opportuna, ma decidono gli elettori"

Se in questi giorni di campagna elettorale cercate Nello Musumeci non lo troverete ad un convegno, ad una conferenza stampa, o in passerella ad una mega convention per sfilare sotto i riflettori. Andatelo a cercare tra la gente, al mercato, nei villaggi di periferia, in piazza, nelle zone degradate, dimenticate dai media e dalla burocrazia.

A Messina siamo riusciti a stargli dietro solo utilizzando un motorino tra una tappa e un’altra e là dove andava non c’erano manifesti affissi per annunciarlo, ma solo la gente che, riconoscendolo, si fermava per una stretta di mano.

Per me la piazza è un contenitore di emozioni. Non potrei fare una cosa diversa. Faccio una campagna elettorale con stile antico ma coniugandola con i mezzi moderni”. Nello Musumeci da settimane batte palmo a palmo la Sicilia, provincia per provincia. Nella tabella di marcia di Messina ha già visitato gran parte dei 108 Comuni, predilige gli incontri là dove “si vive” il paese, dove la gente s’incontra, chiacchiera, si lamenta, sogna. Da San Saba a Sant’Agata di Militello, da Furci a Santa Margherita, frazione per frazione, più che una campagna elettorale è un “porta a porta” della politica, un contatto diretto e quotidiano.

Con Chiara Sterrantino, candidata nella lista del Presidente Diventerà Bellissima, con l’ex parlamentare ed ex assessore regionale Carmelo Briguglio, con l’ex commissario Iacp Giuseppe Laface, le tappe della mattina di Musumeci sono Fondo Pugliatti, mercato Zaera, Fondo De Pasquale, l’incontro con i dipendenti delle ex Province.

Attraversa quel che resta di un mercato che doveva essere altro e che nell’attesa di quel che doveva diventare è stato abbandonato al suo destino, parla con i venditori che hanno perso speranze e clienti “ questo è il cuore di Messina…- gli spiegano- una volta era il mercato della zona in della città, 50 anni fa….ed è rimasto quello di 50 anni fa….”. Lui guarda l’assenza di misure di sicurezza, le condizioni del sito e commenta “questa è la realtà… Accorinti, Crocetta, … Vede- ci dice- ho trovato una città in totale degrado. Cerco invano la novità dell’amministrazione Accorinti, la rivoluzione Accorinti… Non la trovo. Era solo un espediente per vincere evidentemente”

Per strada lo fermano, fa una tappa ad ogni bancarella, ogni negozio, lo chiamano “presidente, io sono di sinistra, ma la voto”, “dottoressa lo scriva, Musumeci non è il presidente tra la gente, ma il presidente con la gente”. Il “Toscano” sul viale Europa lo chiama per fargli assaggiare la granita caffè con panna ma i tempi stringono così restano a parlare dei mestieri tramandati di padre in figlio, dei sacrifici dei nonni e di quel passato che non c’è più.

Mi vota anche chi è di sinistra ma è rimasto deluso o disgustato, oppure chi aveva smesso di andare a votare, chi sta pensando di non andarci. A loro dico: la Sicilia ha bisogno di un Presidente fermo, duro, competente, libero e onesto”.

Nel centro-destra, tra le stanze dei bottoni, c’è chi in verità “lo tollera” e lo ritiene scomodo, più guardando al dopo che all’oggi della campagna.

Gli stessi alleati che dopo averlo tenuto per mesi sulla corda quando hanno capito che poteva essere il carro giusto sul quale salire hanno creato quella che è stata definita dagli avversari “un’accozzaglia” e che il candidato vicepresidente Gaetano Armao, deluso per non essere stato inserito nel listino, ha definito “una coalizione di sautafossa”.

Avete risolto i dissidi con Armao? E come farà con la coalizione quando presenteranno il conto in caso di elezione? “Io? Io non ho nessun problema con lui. Forse è lui che ha qualche problema con me. Quanto alle regole, sono io che le detto. E’ il Presidente che detta le regole.”.

In queste settimane raramente è sceso nell’agone degli scontri frontali, delle aggressioni verbali. Non è nel suo stile, pacato ma diretto, duro ma senza venir meno al rispetto nei confronti di chi ha davanti.

I messinesi mi chiedono di cambiare. Voglio restituire a Messina il protagonismo di cui è stata spogliata e non solo in termini istituzionali o di presenza istituzionale. Non è più protagonista sotto il profilo economico, imprenditoriale, ma anche culturale. Se vedo l’oltraggio che è stato fatto ai danni dell’Università mi viene da piangere. Chiunque ha il diritto e il dovere di candidarsi, ma senza coinvolgere l’istituzione della quale fa parte. L’Ateneo di Messina è stato trasformato negli ultimi mesi in un Comitato elettorale. E’ triste. A Messina è mancata la rivoluzione. La novità in politica è stata solo un espediente elettorale. E’ successo con Accorinti, ma anche con Crocetta e con la Raggi. Non temo nessun avversario, li rispetto e chiedo rispetto”.

Micari e Fava sono stati gli unici candidati che hanno partecipato al confronto promosso a Palermo dai medici per parlare di sanità e hanno accusato sia Musumeci che Cancelleri di voler sottrarsi al confronto.

Sono stato invitato a 28 confronti con gli altri candidati, se volessi partecipare a tutti dovrebbero rinviare le elezioni ad aprile 2018, anche perché io voglio continuare ad incontrare le persone nelle piazze, nei Comuni, nei villaggi”.

Quanto allo Statuto siciliana sostiene che l’Autonomia deve essere ripensata, “finora è stata la foglia di fico per coprire le vergogne della classe dirigente”, quanto alla fuga dei giovani ed alla continuità territoriale non ha dubbi: “i giovani mi fermano e si fanno i selfie, mi chiedono di aiutarli a non andar via. La Regione vede puntare sulle imprese, non sulla spesa pubblica. L’impresa crea lavoro. Chiederò un confronto con il governo nazionale e con l’Europa. Un volo da Catania a Milano e ritorno non può costare in certi casi fino a mille e 30 euro… Io sono contrario a tutti i monopoli, sono per la libera concorrenza”.In queste ore la Commissione parlamentare antimafia presieduta da Rosy Bindi è in Sicilia per l’esame delle liste e circolano già su faceboook ed in rete gli elenchi dei cosiddetti “impresentabili”, vuoi per motivi legati alla Severino che a logiche di etica od opportunità.

A Messina il pomo della discordia è la candidatura di Luigi Genovese, figlio di Francantonio, condannato in primo grado a 11 anni per i Corsi d’oro.

Sono orgoglioso di essere stato il primo a parlare di liste pulite. Altri parlano solo di questo perché non hanno argomenti di altro genere. Lei mi chiede di Luigi Genovese, le chiedo io: è sporco?”

No, ma non è opportuna la candidatura vista la condanna del padre e dello zio che è deputato uscente.

Infatti, ha ragione, non è affatto opportuno. Io ho esortato le forze politiche a fare queste valutazioni. La selezione della classe dirigente e dei candidati spetta ai partiti. Se i partiti non la fanno spetta agli elettori. Loro hanno la responsabilità, al momento del voto, di fare questa selezione”.

Sui cambia casacca last minute, aumentati in modo esponenziale con l’avvicinarsi alle urne commenta “Il trasformismo in Italia c’è da 70 anni, non è una novità”, sul fatto che l’Italia guarda ai risultati siciliani come ad un test spiega “il mio dev’essere un governo di alternativa e non di alternanza”

Assegnerà un’apposita delega assessoriale alle isole minori abbiamo isole bellissime che restano solo nelle foto ricordo di fine estate”.

Ai dipendenti delle ex Province che chiedono a lui di guidare il “percorso di rinascita così come richiesto dagli italiani con la bocciatura del Referendum del 4 dicembre 2016” non fa promesse e ricorda come, in questi anni sia rimasto solo nella battaglia contro la riforma “Crocetta-Giletti” annunciata in diretta nel marzo 2013.

Non faccio promesse, vediamo cosa ha lasciato in cassa Crocetta, stanno raschiando il fondo del barile in queste ultime settimane…. Contro la riforma delle ex Province ho portato avanti una battaglia solitaria, neanche voi dipendenti, neanche i sindacati hanno osteggiato la riforma fin quando si è capito che era troppo tardi. L’Ars ha fatto una cosa vergognosa. Hanno impiegato 4 anni per una riforma, sbagliata, e alla fine una pletora di deputati pentiti l’ha affossata in 2 ore….”.

In questi anni, alla luce anche dei due mandati da Presidente della Provincia di Catania che gli hanno consentito una conoscenza approfondita degli Enti di area vasta, nessuno ha fiatato sulla cosiddetta elezione di secondo livello, fino a quando, nell’agosto scorso, non è stata bocciata la riforma.

L’elezione del presidente non può essere affidata alla scelta dei partiti. L’elezione diretta è sacrosanta, devono decidere gli elettori. La Provincia è una cosa seria. Per 30 anni la Regione ha accentrato tutto, ma questo serve solo a favorire la corruzione. Le partecipate creano le clientele. La Regione non deve essere un giocatore in campo, ma deve essere arbitro. La sua funzione è quella di pianificare, legiferare e controllare. Le Province devono tornare ad avere più competenze alle quali aggiungerne altre, penso alla motorizzazione, al Prg, all’abolizione degli Iacp che sono centri di clientela per dare alle Province la competenza sulle case popolari Dopo 25 anni ci sono ancora 65 mila famiglie che chiedono una casa….”.

Le Città Metropolitane secondo Musumeci sono un’invenzione che unisce capre e cavoli “Capizzi e Milazzo non hanno nulla in comune”, mentre le restanti 6 ex Province non possono essere considerate di serie B.

Animalista convinto istituirà un pronto soccorso per animali d’affezione in ogni comune.

La frecciata finale è per Crocetta e chi lo ha sostenuto fino alla fine: “ Dopo 2 anni ho detto ai colleghi in Assemblea: Crocetta non è normale, è affetto da isteria autoreferenziale. Nessuno mi ha ascoltato. Molti hanno preferito, per piccole cose da accattoni, restare. Ma sapevano che la direzione era il patibolo. E’ stato il Nerone di tutte le stagioni”.

Rosaria Brancato

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