Sciotto: “Non offriamo carriere universitarie né arancini, ma un Pd diverso"

Sciotto: “Non offriamo carriere universitarie né arancini, ma un Pd diverso”

Francesca Stornante

Sciotto: “Non offriamo carriere universitarie né arancini, ma un Pd diverso”

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giovedì 19 Ottobre 2017 - 06:00

Nella sala Sinopoli del Vittorio Emanuele si è presentato agli elettori il candidato Pd all'Ars Matteo Sciotto. E' l'espressione dei renziani storici, dei giovani Dem e avrà l'appoggio anche dei pezzi di Pd della lista Arcipelago rimasti esclusi.

Una candidatura di rottura dentro e fuori dal partito. Una candidatura che si presenta come espressione di un progetto corale che vuole essere il volto di un Pd diverso, di un Pd che non rottama, ma rinnova. Espressione di quella parte del Pd messinese che vuole chiudere i conti con rappresentanti che sono sempre gli stessi e siedono da anni sulle poltrone e che non vuole avere nulla a che fare con i burocrati e i gruppi di potere che decidono come spartirsi poltrone e incarichi pensando di poter calare ogni decisione dall’alto. Si è presentato così Matteo Sciotto nella sala Sinopoli del Teatro Vittorio Emanuele. 49 anni, sindaco di Gualtieri Sicaminò, è candidato all’Ars con un progetto che lo vede insieme ai renziani storici messinesi, ai giovani Dem e con molta probabilità anche con l’appoggio dei pezzi di Pd che erano nella lista Arcipelago, rimasta fuori dalla corsa elettorale. Ieri sera, infatti, nell’affollatissima sala c’era anche Tani Isaja con il quale è in corso un dialogo che potrebbe far confluire su Matteo Sciotto l’impegno che gli “esclusi”, in ballo c’è anche Massimo Simeone, hanno garantito al candidato presidente Fabrizio Micari.

L’incontro di ieri sera serviva per far conoscere chi è Matteo Sciotto e perché c’è una frangia di Pd che ha voluto scommettere su di lui. Si è parlato dei progetti, ma soprattutto è stata fatta moltissima autocritica su quello che è stato il Pd in questi anni, sugli errori che sono stati fatti e che ancora oggi si rischia di fare se si lascia la rappresentanza nelle mani dei “soliti noti”. Mea culpa anche sugli sbagli commessi negli ultimi cinque anni di governo dell’isola e non poche le frecciate che sono partite nei confronti degli altri due candidati “forti” del Pd all’Ars: Giuseppe Laccoto e Franco De Domenico. Senza citarli mai espressamente, chi ha parlato a sostegno di Sciotto lo ha fatto soprattutto mettendolo a confronto con le altre espressioni del Pd che si stanno contendendo un seggio all’Ars. Nel mirino, dunque, non solo gli avversari degli altri schieramenti ma anche i vicini di casa che remano verso un’idea di Pd diversa da quella che questo gruppo vuole costruire.

«Vogliamo portare avanti le idee di una classe dirigente che non riesce ad avere spazio perché le logiche del partito non lo permettono. Cerchiamo la fiducia di chi è stanco delle stesse promesse vane. Queste elezioni regionali rappresentino il vero Congresso provinciale del Pd di Messina. Il 6 novembre non avremo solo l’esito dei rapporti di forza tra i partiti e le coalizioni, ma avremo anche un dato certo sui rapporti di forza interni al partito. Non dimenticate la storia recente del Pd messinese: dopo Genovese siamo tutti attesi sulla soglia dei seggi elettorali per valutare quale vantaggio, o quale danno, abbia portato in termini numerici il cosiddetto rinnovamento» ha detto Sciotto.

«Quale forma di partito vogliamo che prevalga? Quella un po’ retrò di chi c’era prima, c’è ancora e mai se ne vorrebbe tornare a casa? Potremmo definirla ‘l’usato sicuro’. Vogliamo quella più arrembante di chi vuole, magari legittimamente, dare l’assalto ad una nave che sembra in balìa delle onde per impadronirsene e condurla verso chissà quali lidi? Potremmo paragonarla ad un’auto di grossa cilindrata ingombrante ed inquinante. Noi tutti abbiamo un’idea diversa. Vogliamo semmai essere un’auto elettrica, nuova ed innovativa. Noi puntiamo a creare un partito fatto di uomini e donne, liberi e forti, che scelgono di stare insieme perché uniti da ideali comuni e non da interessi comuni, legati da una forte volontà di rinnovare il partito e le istituzioni. Noi vogliamo un partito senza padrini e senza padroni. Con una doverosa avvertenza: a chi decide di sostenerci non abbiamo da offrire né carriere da primario, né concorsi all’Università, né imbarchi trimestrali sulle navi, né arancini o altre utilità, ma possiamo garantire il nostro impegno nell’interesse generale, la nostra fattiva partecipazione ad un progetto politico che vada al di là delle elezioni regionali continuando fino alle prossime elezioni amministrative ed oltre. Non consentiremo più a nessuno di giocare a fare il leader senza voti e senza idee».

Sciotto ha parlato a ruota libera e sul candidato presidente Fabrizio Micari non ha dubbi: «Come si fa a non vedere che la principale coalizione avversaria è un’accozzaglia di figure assetate di potere che sopportano la cattiva compagnia di chiunque pur di tornare sulle poltrone che contano? Come si fa a non vedere che nelle liste del centrodestra ci sono alcuni personaggi che ieri sostenevano il governo Lombardo, fino ad oggi hanno tenuto in piedi il governo Crocetta e da domani vorrebbero tornare a sedersi a tavola con Musumeci o con chiunque altro per continuare il banchetto? Occorre rigore morale, programmazione, ma soprattutto la capacità di scegliere. Sarà un lavoro duro e lungo, ma qualcuno deve cominciare a farlo. Noi vogliamo essere quel qualcuno».

Al fianco di Matteo Sciotto una squadra ricca e che crede fortemente nel valore di questa candidatura. Negli interventi di Francesco Palano Quero e Liliana Modica il perché di questa scelta legata soprattutto all’esperienza di amministratore locale che Sciotto porta con se. Dalla provincia, Tortorici e Barcellona, sono arrivati Iuri Paterniti Martello e Orazio Calamoneri per dire che c’è una squadra che ha bisogno di uomini credibili e non di chi ha trascorso gli ultimi dieci anni seduto all’Ars disinteressandosi delle sorti dei territori.

I più critici e pungenti sono stati Guglielmo Sidoti, responsabile dei Giovani Dem, e Alessandro Russo. «Siamo un progetto alternativo anche all'interno del nostro stesso partito che non è sempre stato il partito in cui noi ci siamo sentiti rappresentati. Altri però sono andati via, noi siamo rimasti. Dobbiamo però avere il coraggio di dire che alcune cose nel passato non sono andate come doveva. Anche oggi Alfano non è di certo il mio modello di alleato, però la scissione che si è consumata su questo tema sta alimentando le destre di Musumeci o i grillini» ha detto Sidoti. Sulla stessa scia anche Russo: «La candidatura di Sciotto per noi rappresenta qualcosa di vicino e affine a quello che abbiamo fatto noi lontano dai gruppi di potere del Pd. Abbiamo governato la Sicilia in maniera mediocre, la gente è incazzata con noi. Non è stato un passato soddisfacente e ce lo dobbiamo lasciare alle spalle. Oggi dobbiamo dare risposte, rifondare la Sicilia, avere il coraggio di dire di no, abbandonare il consenso facile, tornare tra la gente con i temi del nostro patrimonio: lavoro, inclusione differenze, nuovi diritti».

Francesca Stornante

2 commenti

  1. E I CETRIOLI CHE AVETE DATO E STANNO CONSEGNANDO AGLI ITALIANI CON LA VOSTRA POLITICA DI DISTRUZIONE DELLA SOCIETA’ ITALIANA?

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  2. Ecco perché ha preso la presidenza del Messina calcio

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