Stando al sondaggio, fatto prima dell'esclusione dell'Arcipelago, il centro-sinistra accorcerebbe le distanze dal centro-destra. Ma i grillini, da soli, superano il 28%
Nella guerra dei sondaggi c’è anche quello del centro-sinistra, che, sia pure datato in giorni antecedenti al pasticcio di Messina e dell’esclusione della lista Arcipelago, offre alcuni spunti di riflessione.
Stando al sondaggio, commissionato dal Pd, la forza delle liste porterebbe Fabrizio Micari alla vittoria con un 31,5%, seguito da Musumeci 30,5%, Cancelleri 29,8%, Fava 7,2%.
Il candidato del centro-sinistra avrebbe una vittoria di misura, legata soprattutto al “peso” elettorale delle singole liste, che nel frattempo hanno accorciato la distanza con il centro-destra, così come si vede dal grafico riassuntivo del sondaggio.
Stando alle risposte degli interpellati la coalizione del centro-sinistra otterrebbe il 32,3% così suddiviso: PD 13,8%, Sicilia Futura 7,8%, AP 5,4% e Arcipelago 5,3%.
Il centro-destra resta primo secondo il sondaggio, sia pure con una riduzione delle distanze. Avrebbe infatti il 33,4% così suddiviso: Forza Italia 13,6%, Diventerà Bellissima 6,8%, Popolari e autonomisti-Idea Sicilia 4,8%, Sicilia Vera-Udc 4,6%, Fratelli d’Italia-Noi con Salvini 3,6%.
Il M5S da solo otterrebbe il 28,5% dei consensi elettorali mentre Fava si attesterebbe al 5,8%.
Il sondaggio però è stato fatto prima del “pasticcio Arcipelago”, quindi prima dell’esclusione della lista a Messina e della sua mancata presentazione a Siracusa. Quel 5,3% attribuito alla lista del Presidente Micari e che consente al centro-sinistra di superare nel sondaggio il 32%, difficilmente potrà essere raggiunto con due “postazioni” in meno, cioè Messina e Siracusa. Probabilmente, ma non è detto, tutto dipende da come reagiranno gli “esclusi” e se quei voti andranno a rinforzare le liste Pd e Sicilia Futura, aumentando le rispettive percentuali.
Il 31,5% quindi che consegna Micari alla vittoria è un dato che non tiene conto di quanto accaduto.
La seconda riflessione riguarda le percentuali, rispettivamente del Pd (13,8%) e Forza Italia (13,6%). Sono due percentuali sostanzialmente uguali, con la differenza che il Pd viene fuori da 5 anni di governo della Sicilia e quasi 5 anni di governo a Roma, mentre Forza Italia, dopo fughe, divorzi, ritorni, è stata riesumata dagli archivi da poco tempo.
La terza riflessione riguarda i 5Stelle: nonostante le corazzate, continuano, da soli, a raggiungere quella soglia che in tanti, unendosi a frotte, racimolano con difficoltà.
Rosaria Brancato