I centristi voteranno la sfiducia in Aula "quella dell'amministrazione è una lettera di buone intenzioni". Quanto a Genovese "nessun accordo, nè con lui nè con Forza Italia"
“Il clima del confronto dovrebbe essere di civiltà. La mozione di sfiducia serve a fare chiarezza, in questo momento i messinesi sono confusi. C’è un Consiglio comunale che ha visto un intero gruppo passare dal Pd a Forza Italia in poche ore seguendo Genovese, senza poi chiedersi se i loro elettori fossero d’accordo. C’è un’amministrazione allo sbando nella quale nelle ultime 48 ore si sono dimessi 2 assessori al bilancio. C’è una giunta che dopo avere fatto la lista dei buoni e dei cattivi cambia idea e chiede un Patto di fine mandato. Ci sono consiglieri che prima firmano la mozione di sfiducia e poi annunciano di non volerla votare in Aula. C’è bisogno di chiarezza. Ognuno, sia chi voterà sì che chi sarà contrario alla sfiducia si dovrà assumere le responsabilità. Noi voteremo sì alla sfiducia”.
Nella sala Ovale di Palazzo Zanca il leader dei centristi, Gianpiero D’Alia, in conferenza stampa, alla presenza dei consiglieri Mario Rizzo, Franco Mondello, Libero Gioveni, Mariella Perrone e del coordinatore cittadino Paolo Alibrandi, fa il punto sia sulla questione sfiducia che sulla querelle Autorità portuale.
Lunedì ci sarà l’incontro del centro-sinistra dal quale, più che una posizione sulla mozione, emergerà quel quadro sul quale costruire la coalizione in vista delle prossime tornate elettorali, Regionali, Politiche, amministrative, indipendentemente dall’ordine cronologico con il quale si tornerà alle urne.
“La mozione non è un atto contro nessuno, è un modo per fare chiarezza, invece assistiamo ad un clima surreale. Penso che dopo la votazione chi dirà no alla sfiducia dovrà assumersi, fino alla fine del mandato, la responsabilità di sostenere tutti gli atti di quest’amministrazione. Non potrà poi, tra 1 anni, sostenere di aver fatto opposizione. Allo stesso modo chi ha firmato la mozione unendo le sue firme alle nostre, non può dire di non votarla in Aula. Lo trovo davvero surreale”.
I centristi dunque, che insieme ad Ncd a fine luglio 2016 hanno depositato la mozione di sfiducia la voteranno anche in Aula, ritenendo la nota dell’amministrazione sul Patto di fine mandato una letterina di buone intenzioni ma priva di contenuti concreti.
“Dopo aver fatto la lista dei buoni e dei cattivi Accorinti cambia tono e manda quella che io definirei una letterina di buona educazione, una lettera di buone intenzioni-prosegue D’Alia- Non dà alcuna indicazione precisa, non fa un’analisi autocritica, non indica le priorità da portare avanti in questo anno. Non vorrei che più che un patto alla fine si rivelasse un pacco…..di fine mandato. Se io fossi in Accorinti, visto che ha la città a favore ed il Consiglio comunale contro, mi dimetterei e tornerei alle urne, in modo da essere rieletto ed avere una maggioranza anche in Aula”.
L’ex ministro però si dice perplesso soprattutto per quanto accaduto nelle ultime ore con le dimissioni dell’assessore al bilancio Eller e con il caso di Cannizzaro, che dopo aver accettato la carica ha fatto un passo indietro.
“Ho sentito dire che la giunta si è rivolta alla Manpower per cercare un assessore…- ironizza- Sono molto preoccupato perché da quel che emerge i bilanci non sono risanati e se in 48 ore si dimettono due assessori, qualche dubbio me lo pongo. Tra l’altro Eller era stato nominato per risolvere i nodi dei bilanci e se adesso si dimette rilasciando quelle dichiarazioni la situazione è seria”.
L’ultima battuta D’Alia la riserva per ribadire i suoi rapporti con Genovese e smentire ogni possibile ipotesi di accordo, sotto o sopra il banco.
“Non c’è alcun accordo e mi spiace che qualche consigliere comunale provi ad imbeccare la stampa su questa cosa. Vorrei ricordare a tutti che se andiamo a riguardare l’album di famiglia del centro-sinistra in passato c’erano tutti con lui. Poi hanno dimenticato. Per quel che mi riguarda Genovese ha sbagliato ad andare a Forza Italia ma soprattutto a non lasciare la politica. Avrebbe dovuto fare un passo indietro sia per quanti sono accanto a lui sia perché, a causa della sua decisione di non volerlo fare, ha lasciato Messina in una condizione di stallo politico. Non ho intenzione di fare accordi né con Forza Italia né con Genovese, né a Messina, né a Roma né a Palermo. E’ stato proprio questo uno dei motivi che hanno portato alla scissione dall’Udc di Cesa e molti esponenti sono stati espulsi proprio per essere contrari a questi accordi con il centro-destra”.
Quanto al futuro D’Alia punta alla coalizione con il centro-sinistra e smentisce la sua candidatura a sindaco di Messina. Sulle primarie spiega che prima vengono i contenuti ed i programmi e poi i nomi.
Infine l’Autorità portuale, cavallo di battaglia per quasi 2 anni dei centristi.
D’Alia ha ribadito quanto dichiarato a Tempostretto (leggi qui l’articolo), e cioè che all’interno di un’Authority che sarà la più grande del Paese, Messina, grazie alla sua specificità dovrà avere l’autonomia amministrativa e gestionale per disciplinare l’intera area dello Stretto, in modo da creare un sistema integrato pubblico-privato tra le due sponde, tra Messina, Milazzo, Tremestieri, Villa, Reggio, e realizzare così un vero strumento di sviluppo. “La battaglia non può essere per la sede ma per la specificità, per diventare produttivi. Non possiamo essere solo porto per navi da crociera o traghetti. Dobbiamo fare molto di più”. Ha quindi ribadito l’idea di un tavolo tecnico-politico tra le istituzioni: Ministero, Regione Sicilia, Regione Calabria, sindaco di Messina, sindaco di Reggio e sindaci dei Comuni coinvolti.
“Spetta a Crocetta e ad Accorinti, come sindaco Metropolitano, l’iniziativa di avviare questo tavolo istituzionale al quale noi daremo il più ampio sostegno”.
Rosaria Brancato
il “se” lo leverei
il “se” lo leverei
D’Alia per poter dire la propria bisogna stare in aula prima, e voi siete i numeri uno per assenze.
Poi egregio lei si scrive “manpower” e non “main”…sono io ad essere preoccupato, dalla vostra impalpabilita’…chiamiamola così.Sapevo che l’errore sarebbe stato corretto “giornalai”
D’Alia per poter dire la propria bisogna stare in aula prima, e voi siete i numeri uno per assenze.
Poi egregio lei si scrive “manpower” e non “main”…sono io ad essere preoccupato, dalla vostra impalpabilita’…chiamiamola così.Sapevo che l’errore sarebbe stato corretto “giornalai”
il pacco è pieno di cetrioli,capisci a me.
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