Lamentano di essere gli unici per i quali viene ostacolata la stabilizzazione. Una lunga serie di eventi, verbali e sentenze per rivendicare i propri diritti da equiparare a quelli di altri precari poi assunti
Il personale precario trimestrale Agenti Tecnici Esattori del Consorzio Autostrade Siciliane è inserito in graduatoria per assunzioni stagionale e part-time approvata dalla Giunta Regionale con deliberazione numero 102 del 18 marzo 2003. Da questa graduatoria, a seguito dell’approvazione della Pianta Organica, con deliberazione Cas numero 49/Comm del 12 maggio 2005 sono state fatte assunzioni di 49 A.T.E. part-time a tempo indeterminato. I riservisti (ex art. 23 già impiegati in diversi enti pubblici), in sede di conciliazione, hanno ottenuto la riserva del 50% e sono stati assunti in numero di 24 attingendoli dalla stessa graduatoria, così come, senza bando pubblico di selezione, del personale è passato dall’esazione agli uffici, altro è passato da part-time a full time, altro personale dipendente da pubbliche amministrazioni è transitato in mobilità.
A spiegare tutto, sono i precari del Cas rimasti fuori dal 2010. “Le assunzioni in servizio con contratto a termine del personale precario – scrivono – avvenivano più volte in un anno (individualmente, non superando il limite dei 90 giorni) ed in tutti i periodi dell’anno con la medesima motivazione: sopperire alle temporanee esigenze del servizio di esazione pedaggio, esplicitando quindi una stabile esigenza del CAS di esazione pedaggio ma anche una grave ed evidente carenza di organico. Per tali assunzioni il personale precario, dovendo necessariamente perseguire il guadagno per la propria famiglia, si è precluso di esperire altre possibilità lavorative e/o frequentare corsi di formazione, tanto che, come da delibere 38/CD del 2008 e 50/CD del 2009 ‘in caso di rifiuto di effettuazione della prestazione il soggetto interpellato verrà cancellato in modo definitivo dalla stessa e tale cancellazione sarà notificata ufficialmente allo stesso’”.
I precari del Cas menzionano il verbale Nicolaci del 10 febbraio 2011. “Gli ispettori del Dipartimento della Funzione Pubblica, inviati dall’Assessore Regionale delle Infrastrutture della Mobilità e dei Trasporti, nei loro accertamenti ispettivi verificano che le procedure seguite a riguardo di assunzione di personale, trasformazione di contratti da part-time a tempo pieno e procedure di mobilità sono in totale incoerenza con le norme che disciplinano il pubblico impiego”.
La lunga storia perché i precari lamentano il fatto di essere gli unici per i quali viene ostacolata la stabilizzazione. “Le carenze di organico si traducono in turni da coprire nelle 24 ore; il Consorzio Autostrade Siciliane viene multato dall’Ispettorato del Lavoro di Messina (a seguito di denuncia sindacale) per 8 milioni di euro per l’abuso del ricorso al lavoro straordinario (straordinario che il Cas ha pagato più del lavoro ordinario) e supplementare, dove anche il personale di ruolo va incontro, per sopperire alle esigenze di servizio, a turni troppo ravvicinati e continuativi. E noi, personale precario, tenuti a casa”.
Nel gennaio 2013, presso l’Ufficio Provinciale del Lavoro di Messina, è stato concordato tra le parti (l’amministrazione del Cas e i ricorrenti lavoratori Ate part time) l’aumento dell’orario di lavoro a 144 ore mensili contro le 88/104 previste dal ccnl vigente. I lavoratori trimestrali precari hanno diffidato l’ente dal procedere in tal senso: “Contrariamente a quanto stabilito dal Giudice – proseguono -, che riconosce in sede di giudizio legale ai ricorrenti il diritto al risarcimento economico del danno ricevuto dall’Ente Cas (per averli impiegati oltre l’orario previsto delle 88/104) l’amministrazione del Cas attua ai part-time in conciliazione (per sopperire alla grave carenza di organico e per non incorrere in sanzioni per abuso del lavoro straordinario) la trasformazione del contratto; una procedura questa fortemente lesiva nei confronti del personale precario, che preclude le possibilità lavorative e inoltre anche discriminatoria”.
Il verbale Nicolaci, riguardo alle procedure di trasformazione dei contratti da part time a tempo pieno, è confermato da una sentenza del tribunale di Termini Imerese, del 28 settembre 2013, nella quale si legge che “E' infatti evidente che un contratto part time con 150 ore mensili garantite è, al di là delle parole, un contratto a tempo pieno”.
“Siamo tutti titolari di ricorso legale contro l’ente Cas – concludono i precari trimestrali – per la nullità del termine dei contratti di assunzione a tempo determinato e per i quali i Giudici hanno già condannato l’ente CAS in giudizio al risarcimento e che per tale danno alle casse dell’ente preventivabile in milioni di euro, i ricorrenti precari trimestrali non sono stati chiamati in conciliazione come gli altri ricorrenti part-time”.
Perchè non si rivolgono ai loro xxxxxxx?
Se non dovessero rispondere ed esaudire le loro richieste mi pare necessario intentare una causa civile nei loro confronti per il risarcimento del danno subito per avere fatto perdere tante opportunità lavorative a chi era stato assunto senza concorso in qualità di precario, con l’intesa che un provvedimento per la stabilizzazione sarebbe comunque arrivato.
I giovani con maggiori titoli possono sempre aspettare se non imparano a xxxxxxxx.