Sindacati contro Rfi: "Continuità territoriale sempre sul filo del rasoio"

Sindacati contro Rfi: “Continuità territoriale sempre sul filo del rasoio”

Sindacati contro Rfi: “Continuità territoriale sempre sul filo del rasoio”

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martedì 18 Ottobre 2016 - 09:47

La nave Logudoro resta sequestrata, nessuna presa di posizione all'obbligo di trasportare i passeggeri sui treni solo a bordo della nave Messina né sull'assenza di risorse governative destinate al servizio di collegamento veloce

"A distanza di quattro mesi dall’attivazione delle procedure di raffreddamento, la dirigenza dell’impianto navigazione Rfi continua ad attuare la tattica dilatoria per evitare il confronto con noi". Lo dicono il fronte sindacale unitario e la Rsu, che temono per l'incalzare del "drammatico dimensionamento del servizio che garantisce ai siciliani la continuità territoriale". Più nel dettaglio:

· "La Nave Logudoro resta sequestrata, la stessa unità era già destinata all’inutilizzo nonostante le risorse pubbliche impiegate per la ristrutturazione, per poi apprendere, in colpevole ritardo, che nel mercato non è facile recuperare materiale di ricambio.

· Nessuna presa di posizione da parte di Rfi si è registrata in opposizione all’improprio intervento della Capitaneria di Porto di Messina che dopo 115 anni di navigazione ferroviaria si sarebbe resa conto che in alcune unità della flotta Rfi i passeggeri non possono più sostare nei vagoni treno durante la traversata. Qualunque armatore privato che ha interesse alla produzione sarebbe intervenuto energicamente per contrastare la pesante penalizzazione ma se l’armatore è pubblico e si chiama Rfi si esaurisce tutto nell’incomprensibile silenzio…

· Il silenzio aziendale persiste anche in seguito alle dichiarazioni del deputato Vincenzo Garafolo che fra le righe ha chiarito la dinamica per cui il servizio dei mezzi veloci sarà garantito da Rfi senza risorse aggiuntive dal Governo centrale. E’ facile intuire che per effettuare il collegamento veloce fra Messina e Villa San Giovanni saranno sottratte risorse alla vera continuità territoriale, rappresentata dai treni sulle navi, già ridotta ai minimi termini; mentre per il collegamento veloce fra Messina e Reggio Calabria l’armatore privato – ex Ustica Lines- ha ricevuto sovvenzioni pubbliche che ammontano a circa 28 milioni di euro. Ancora una volta per garantire un servizio essenziale ai siciliani si chiede di rinunciare ad altro, smantellano il traghettamento ferroviario per dirottare risorse nel collegamento veloce rivolto solo all’utenza appiedata, come dire smontare la chiesa per addobbare l'altare".

Sono solo alcuni dei punti critici per cui il fronte sindacale unitario e la RSU eletta dai lavoratori hanno attivato le procedure di raffreddamento e chiedono da mesi un incontro ufficiale con l’azienda che "nelle rare occasioni di confronto ha sempre derubricato l’importanza degli allarmi lanciati dal sindacato che oggi si stanno tristemente concretizzando".

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