Il consiglio comunale ha votato all'unanimità l'opposizione a forme di incenerimento dei rifiuti nella Valle del Mela. Si attende il progetto di A2A. E la frattura nata in seno alla maggioranza non si ricompone
Il Comune di San Filippo del Mela ha approvato un atto di indirizzo per ribadire la sua contrarietà all’impiego della termovalorizzazione nel territorio. La delibera, che è stata approvata all’unanimità nel consiglio comunale svoltosi ieri pomeriggio, non esclude la possibilità di utilizzare il Css, ma ne vuole impedire l’impiego in impianti assimilabili a termovalorizzatori o inceneritori.
Si chiude così la polemica iniziata al momento dell’abbandono del tavolo tecnico convocato in regione con A2A, proprietaria della centrale elettrica Edipower, da parte della delegazione del Comune filippese, a seguito del mancato accoglimento di alcune richieste procedurali della delegazione stessa. In quell’occasione 4 consiglieri comunali avevano polemizzato contro l’amministrazione, portando in consiglio una delibera simile nelle proposte, ma fortemente critica nei confronti della giunta. E la frattura creatasi nella maggioranza non è stata ricomposta. Ad esordire è proprio il Sindaco, Pasquale Aliprandi, che ha proposto al consiglio un referendum consultivo prima di prendere qualunque decisione vincolante sulla possibile riconversione della centrale termoelettrica Edipower.
È poi toccato ai consiglieri di minoranza, che hanno accolto sia l’indirizzo della delibera, sia la proposta di referendum. Il consigliere Saverio Italiano ha ripreso un atto politico dell’aprile 2014, in cui il Comune già chiedeva ad A2A di puntare sulle energie rinnovabili. “Dall’incontro in Regione, tuttavia” – dichiara Italiano – “è emersa la volontà di puntare sulla termovalorizzazione. Questa scelta ha creato tensioni sociali, ed è stata cavalcata in maniera strumentale da diversi soggetti; ma il ruolo fondamentale spetta a San Filippo del Mela. Si può andare oltre la termovalorizzazione”. Dello stesso avviso il consigliere Gabriele Saporita, che è tornato sulle polemiche dei giorni scorsi: “Lo scorso consiglio comunale è stato una sconfitta per la città; un grande caos ha diviso i consiglieri e la stessa opinione pubblica. L’indirizzo sulla vertenza industriale Edipower è sempre stato preciso e lungimirante, e non prevede inceneritori. È necessario un confronto coi cittadini, perché l’ambientalismo deve riunificare il territorio, non frammentarlo”. Chiude gli interventi della minoranza il consigliere Elisa Perrone, che ha sottolineato come il problema ambientale sia sempre attuale, visto che nel 2013 il governo ha rivisto le attribuzioni del SIN – sito di interesse nazionale per le bonifiche -, cancellando 18 aree, ma non quella di Milazzo e della Valle del Mela.
Anche i 4 consiglieri dissenzienti si sono dichiarati soddisfatti: Silvia Di Giovanni ha parlato di una “maggioranza ritrovata”, mentre Felice Bartolone ha giudicato un “inutile spreco” la seduta di consiglio in quanto, a suo dire, la proposta presentata il 26 marzo avrebbe avuto gli stessi contenuti. Dichiarazione, questa, contestata da Saporita, che ha sottolineato come nel documento all’ordine del giorno non ci fossero riferimenti a esclusioni di consiglieri dalla votazione, né alla Procura della Repubblica, nel tentativo di creare una pacificazione, e non una polemica.
Ma sulle parole di Bartolone è tornato anche il Sindaco Aliprandi, una volta ripresa la parola: “Bisogna smetterla con la contrapposizione tra buoni e cattivi. Abbiamo tutti gli stessi interessi, e dobbiamo difendere la coesione sociale. Non accetterò che i carnefici diventino vittime. Non c’è nessuna ritrovata maggioranza, perché l’azione dei 4 consiglieri aveva mire politiche, e non certo la tutela degli interessi dei cittadini. Sono stato io stesso a coniare l’espressione “pattumiera di Sicilia” in occasione della riunione in Regione con A2A, perché è stato in quella riunione che ho capito le vere intenzioni dell’azienda”. “I 4 consiglieri” – continua Aliprandi – “hanno dichiarato a più riprese di aver sempre saputo quali erano le nostre intenzioni sulla vicenda. E allora perché polemizzare? Dobbiamo già affrontare la totale assenza della politica regionale, l’abbandono del nostro territorio da parte del presidente Crocetta, l’incapacità della Regione di ottenere persino quei 4 milioni di euro stanziati da anni per il SIN; e, oltre a tutto questo, dobbiamo anche occuparci dei maldestri tentativi di qualche consigliere di sovvertire l’attuale maggioranza? Si vergognino tutte quelle persone che descrivono la nostra valle come futura pattumiera di Sicilia, cavalcando un ambientalismo superficiale e populista per attaccarci nonostante siano consapevoli delle nostre intenzioni. Da parte nostra, ribadiamo che A2A dovrà presentare un progetto su cui discutere, e che quel progetto dovrà essere conforme alle nostre richieste”.
In chiusura, è il presidente del consiglio, Gavino Paulesu, a prendere la parola: “Si è detto che, se non si fosse approvato con urgenza il documento presentato dai 4 consiglieri il 26 marzo scorso, non sarebbe più stato possibile intervenire sul progetto. È passata una settimana e continua a non esserci nemmeno un progetto su cui discutere nel merito. L’amministrazione comunale non si è mai dichiarata favorevole al CSS, e di questo bisogna prendere atto”.
Resta la tensione per una vertenza che coinvolge la seconda realtà industriale della Valle del Mela. A2A continua a mostrare una certa ambiguità, e si attende il consiglio di amministrazione convocato il 10 aprile, che deciderà se finanziare o meno il progetto di riconversione. I lavoratori si dicono preoccupati dai paletti imposti dalla delibera approvata in consiglio, che potrebbero scoraggiare A2A dai suoi propositi, spingendola ad abbandonare il sito. La vicenda sembra ancora lontana dalla conclusione.