Il deputato regionale chiede all'assessore regionale al Lavoro di attenzionare la grave crisi dei supermercati che coinvolge centinaio di lavoratori
La crisi occupazionale del settore della grande distribuzione di Messina finisce al centro di una interrogazione del deputato regionale messinese del Pd Franco De Domenico. Il deputato ha interrogato l’Assessore Regionale alla Famiglia, alle Politiche Sociali e al Lavoro Antonio Scavone.
Un’iniziativa per sapere se l’assessore stia attenzionando la crisi della società Commerciale Gicap, che riguarda oltre seicento lavoratori. Un’altra tegola sulla situazione occupazionale messinese e siciliana che si aggiunge alla pregressa crisi della società F.lli Cambria (sempre di Messina) che riguarda altri 600 lavoratori, in parte già in cassa integrazione
De Domenico intende, inoltre, sapere quali iniziative concrete intenda assumere l’assessore, al fine di evitare tale grave crisi economico-occupazionale nel settore della grande distribuzione dell’isola.
Come è noto la società Commerciale Gicap ha una trattativa con la società Like Sicilia finalizzata all’affitto di ramo d’azienda, relativo a 42 esercizi commerciali a insegna Ard, Sidis, Max Sidis e Qui Conviene, presenti a Palermo, Messina e nelle province di Enna e Siracusa, oltre a quelli presenti nella Regione Calabria.
Stando alle dichiarazioni delle organizzazioni di categoria, la società subentrante “Like Sicilia”, azienda controllata dal colosso pugliese della grande distribuzione “Apulia”, avrebbe chiesto ai sindacati di far sottoscrivere ai lavoratori dei verbali di conciliazione individuali che prevedrebbero la rinuncia al diritto di cui all’art. 2112 c.c. (principio di solidarietà del subentrante), sia di una parte delle spettanze pregresse, che del T.F.R, che infine degli inquadramenti contrattuali. Ciò potrebbe compromettere il diritto dei lavoratori a percepire la liquidazione in caso di fallimento.
Pertanto De Domenico chiede all’assessore al ramo se intende intervenire a supporto dei lavoratori presso l’INPS, per evitare che, qualora la crisi sfociasse nel fallimento dell’azienda, venga meno l’intervento di garanzia per il TFR in presenza di una conciliazione, ovvero di contribuzione del TFR verso un fondo privato, agevolando, così, il passaggio dei lavoratori senza compromettere, quanto meno, il TFR maturato.