Avviata l'attivazione delle "procedure di raffreddamento". Il taglio della Regione "può essere causa di notevoli tagli sia sull’offerta sanitaria, nonché sui livelli occupazionali”
MESSINA – Si va verso lo sciopero all’Ospedale Papardo di Messina.
La Uil e la Cgil hanno chiesto al prefetto “l’avvio del tentativo di conciliazione e l’attivazione delle procedure di raffreddamento del conflitto che veda il coinvolgimento di tutte le parti in causa, vale a dire l’assessorato regionale alla Salute guidato dall’avvocato Ruggero Razza e il direttore generale dell’Azienda ospedaliera Papardo, al fine di risolvere definitivamente la problematica”.
La Uil e la Cgil di Messina, insieme alle categorie Uil Fpl e Fp Cgil, hanno comunicato al prefetto Cosima Di Stani, che il 28 maggio scorso si è svolta, nel pieno rispetto della normativa anti-Covid 19, nell’Auditorium dell’ospedale Papardo, una partecipata assemblea delle lavoratrici e dei lavoratori dell’Azienda ospedaliera per “esaminare la gravissima problematica” relativa al taglio finanziario da parte dell’assessorato regionale alla Salute: una decisione che può essere causa di notevoli tagli sia sull’offerta sanitaria, nonché sui livelli occupazionali”.
Sin qui quanto evidenziato dai segretari generali di Cgil e Uil, Giovanni Matsroeni e Ivan Tripodi, i segretari generali di Fp Cgil, Francesco Fucile, della Uil-Fpl, Pippo Calapi nonché i coordinatori provinciali area Medica, Guglielmo Catalioto (Fp Cgil) e Corrado Lamanna (Uil-Fpl).
Gli stessi sindacati spiegano che “l’Assessorato regionale alla Salute ha inspiegabilmente tagliato, solo per l’Azienda ospedaliera Papardo, circa 8 milioni di euro, mentre tutte le altre aziende ospedaliere siciliane sono state salvaguardate da tagli indiscriminati”. I lavoratori hanno evidenziato le pesanti preoccupazioni e il fortissimo dissenso in merito a tali scelte assunte da parte dell’Assessorato ed hanno deliberato, all’unanimità “lo stato di agitazione del personale. Sembrerebbe che l’Azienda Papardo – sostengono – sia diventata vittima sacrificale da parte dell’assessorato regionale alla Salute. Infatti non bisogna dimenticare che tale azienda già nel 2018 è stata fortemente penalizzata in quanto trasformata inspiegabilmente da Dea di secondo livello a Dea di primo livello, nonostante le numerose Alte specialità esistenti presso la stessa struttura.