Il 6 agosto nuova protesta se non saranno saldati gli arretrati, proclamato lo sciopero regionale unitario di tutti i lavoratori del Gruppo Papino
MESSINA – “Chiediamo l’immediato pagamento degli stipendi, chiediamo l’intervento alla cassintegrazione, chiediamo il rispetto delle tutele previste dalla legge per evitare questa macelleria sociale. Esigiamo chiarezza sul destino dell’azienda”, dichiara Giselda Campolo della Filcams-Cgil di Messina sulla vertenza regionale della Papino elettrodomestici che coinvolge anche i lavoratori dei punti vendita messinesi di Tremestieri e Milazzo dopo l’incontro che si è tenuto ieri a Catania per la procedura di licenziamento collettivo aperta dal Gruppo Papino che ha registrato la distanza con le organizzazioni sindacali.
“La richiesta aziendale di chiudere la procedura con il nostro avallo è inaccettabile”, puntualizza l’esponente della categoria della Cgil del settore commercio. I sindacati contestando i licenziamenti e la posizione dell’azienda che non intende ricorrere agli ammortizzatori sociali hanno chiesto di conoscere i bilanci e di produrre la documentazione sullo stato aziendale oltre che l’esistenza di accordi in corso per l’acquisizione da parte di altre realtà imprenditoriali.
“Tanti i passaggi poco chiari dell’agire del Gruppo – prosegue Campolo – che ancora oggi nasconde quale sia il progetto complessivo di riorganizzazione o liquidazione aziendale. Temiamo che dietro la volontà di non scoprire le carte sulle trattative in corso con ipotetici compratori nazionali e territoriali ci sia l’intenzione di “snellire” i punti vendita prima della eventuale cessione in modo da aggirare le tutele previste per legge sui livelli occupazionali ma anche sui parametri salariali. Non sarebbe la prima volta che per abbassare il costo del lavoro si procede a dei licenziamenti/dimissioni per poi riassumere gli stessi lavoratori o altri a condizioni contrattuali nettamente inferiori, e per farli assumere magari da società satellite o cessionarie”.
La Filcams Messina inoltre denuncia il blocco degli stipendi che sta aggravando una situazione di incertezza occupazionale per i 23 lavoratori dei punti vendita messinesi ed evidenzia “come il mancato pagamento dei legittimi salari suscita il timore che non pagare gli stipendi diventi arma di ricatto sui lavoratori”.
Il 6 agosto nuova protesta se non saranno saldati gli arretrati, proclamato lo sciopero regionale unitario di tutti i lavoratori del Gruppo Papino.