Si tratta di un passaggio obbligato in vista della vendita delle azioni dell'Asp e saranno circa 150 i lavoratori per i quali adesso scatteranno i preavvisi di licenziamento. Intanto, in arrivo due mandati di pagamento per gli stipendi.
Adesso si riparte quasi da zero. Non saranno più solo in 26 i lavoratori della Teseos ad avere in tasca le lettere di licenziamento ma tutti i 104 operatori che si occupano di servizi riabilitativi per conto dell’Asp insieme alle cooperative Obiettivo Salute e Rigenera. In totale saranno circa 150 i lavoratori per i quali adesso scatteranno i preavvisi di licenziamento. Le Funzioni Pubbliche di Cgil e Cisl sono riuscite a far revocare i 26 provvedimenti, come si era ipotizzato al termine della lunghissima riunione dello scorso 22 ottobre tra sindacati, Teseos e Asp perché adesso tutti gli operatori saranno nelle stesse condizioni e si apre una nuova fase. La cooperativa ha annunciato che andrà avanti su una strada che in realtà era ampiamente prevedibile e che appare quasi come un atto dovuto, in vista della prossima gara per la vendita delle azioni della Ssr detenute dall’Asp. Una volta vendute tutti i lavoratori licenziati dovranno transitare nella Ssr, salvaguardando così i livelli occupazionali, non nutrono grandi timori i segretari della Fp Cgil, Clara Crocè, e della Cisl Fp, Calogero Emanuele. L’attenzione però resterà altissima. Con questo passaggio non si dovrebbe più parlare di esuberi perché, ottenendo l’accreditamento, la Srr potrà assorbire tutti abbattendo la scoutistica del 30% sui servizi che l’Asp invece applicava. Si apre così un nuovo fronte della lotta per la difesa del posto di lavoro, ciò che sarà fondamentale, hanno spiegato Clara Crocè e Calogero Emanuele, è non interrompere i servizi. Un appello a chi è ancora in protesta arriva invece dai colleghi in assemblea“rientrate a lavoro e combattiamo insieme”. Un invito che potrebbe essere anche un modo per non fornire più alcun alibi a chi potrebbe usare questa forma di protesta come escamotage per non rispettare gli accordi.
Di tutto questo si è parlato a Barcellona, durante l&rsq
uo;assemblea tra lavoratori e sindacati, mentre non si placa la protesta della Flaica Cub. Una buona notizia però c’è. Sono in arrivo due mensilità di stipendio per i lavoratori che non sono stati collocati in cassa integrazione (maggio e giugno), e tre mensilità, precisamente maggio, giugno, e l’acconto sulle tre mensilità della cassa integrazione, per coloro che, invece, si trovavano in cassa integrazione. Di più non si è riusciti a ottenere. La Ssr ha spiegato di non poter anticipare altre somme perché, a causa dell’interruzione di parte dei servizi per via della protesta, la società non ha avuto fatturato e dichiara di non avere la possibilità di impiegare altre somme.
Intanto va avanti la causa impiantata proprio dalla Fp Cgil per tutelare i lavoratori. Anche al secondo grado di giudizio il sindacato non ha ottenuto la vittoria che sperava, adesso si discuterà con la segreteria generale come muoversi, si dovrà capire se ricorrere al terzo grado di giudizio.
La vertenza Teseos però non ha solo un volto. Mentre i confederali incontravano i lavoratori a Barcellona, va avanti l’occupazione di un gruppo di Teseos presso la sede della coop. Va avanti anche la solidarietà che in questi giorni è cresciuta sempre più. La petizione popolare lanciata nei giorni scorsi da padre Felice Scalia ha già raggiunto quota tremila firme e tra queste spiccano quelle della giunta comunale. Il primo a firmare era stato l’assessore al Bilancio e vicesindaco Guido Signorino, a dare manforte in testa il Sindaco Renato Accorinti e poi tutti i suoi assessori che hanno così assunto una posizione ufficiale sulla necessità di mantenere pubblica la società. Per vedere cosa accadrà bisognerà comunque attendere almeno il giorno della gara d’appalto.
I sindacati promettono battaglia. E i lavoratori non sono da meno.
Dall’assemblea è emerso che loro sono stati sempre solidali ma non hanno condiviso metodo di lotta che continuerà ad aggravare la loro condizione perché senza lavoro non si avranno più stipendi, la SSr non anticipa perché non ha fatturato
Rientrare a lavoro per fare battaglia insieme
Francesca Stornante
non capisco solo una cosa… queste persone che “si dice debbano esssre assunte dalla ssr” hanno fatto un concorso?
la questione mi sfugge…
”VUOLSI COSI’ COLA’,DOVE SI POTE, CIO’ CHE SI VUOLE, E PIU’ NON DIMANDARE!”.Così disse Dante a Caronte per convincerlo a traghettarlo assieme a Virgilio verso l’Inferno.Sono passati più di settecento anni dalla scrittura di quell’eccezionale Commedia,ma le cose in questa ”serva Italia” non sono affatto cambiate! Era e rimane ”il gran bordello”,descritto dal più grande dei poeti di tutti i tempi! Ed a leggere questo articolo si ha netta e chiara la sensazione che a comandare siano sempre gli stessi che decidono a loro piacimento e secondo i loro interessi e le loro convenienze sul destino,sulla vita,sull’esistenza e sulla sopravvivenza degli altri uomini. Uomini costretti a tacere e a non chiedere altro e rassegnarsi ad accettare le decisioni che altri molto in alto hanno già preso sulla loro pelle. Ed all’Inferno ci mandano quei lavoratori che dopo anni ed anni di intenso lavoro,di intensi sacrifici e rinunce vengono buttati in mezzo ad una strada come degli ”esuberi” di cui disfarsi. Lavoratori e lavoratrici che con il loro lavoro quotidiano hanno arricchito personaggi comodamente seduti nei loro confortevoli uffici. Ed all’inferno ci mandano i malati, i disabili le persone con gravi difficoltà esistenziali e materiali. All’Inferno ci mandano le famiglie che eroicamente giorno dopo giorno si prendono cura dei loro cari, con affetto e dedizione di certo sconosciute a questi ”potenti della terra”, a questi ”tagliatori di teste” che vedono solo budget,azioni da vendere e comprare,dismissioni e riallineamenti. Bambini,ragazzi,giovani ed anziani da settimane sono stati lasciati nell’inferno della loro grave situazione fisico-psichica, senza trattamenti fisioterapici e senza l’affettuosità,la vicinanza di chi si prendeva cura di loro. Noi siamo ”la voce di chi grida nel deserto”! La voce dei deboli, degli indifesi,degli offesi. La voce dei dimenticati,degli inascoltati,dei prevaricati.Ma noi non staremo zitti. Continueremo a gridare fino a quando avremo un filo di voce;fino a quando un orecchio più sensibile di altri non sentirà il nostro grido di dolore e si deciderà ad attuare finalmente quel Diritto alla Salute proclamato solennemente dalla Carta dei Diritti dell’Uomo. Un diritto naturale ed universale, che però nella nostra bella ma sfortunata terra, non ha trovato ancora le menti illuminate che ne abbiano compreso fino in fondo il significato!
Chissà poi alla fine chi ci andrà davvero all’Inferno, ma per rimanerci stavolta per l’Eternità?