Il giudice Bellino ha dato ragione alla Cgil che aveva attaccato il direttore generale sull'uso della mobilità interna. La replica dell'Azienda.
Il giudice del lavoro Graziella Bellino ha sciolto la riserva espressa nell’udienza del 30 luglio e si è pronunciata sul ricorso proposto dalla FPCGIL di Messina, tramite l’avvocato Antonella Russo, contro l'Azienda sanitaria provinciale di Messina. Il ricorso, presentato il 12 maggio 2015 per denunciare il comportamento antisindacale del dottor Gaetano Sirna tramite l’adozione di alcuni provvedimenti riguardanti l’organizzazione del lavoro del personale dipendente.
"Numerosi gli ordini di servizio di mobilità d’urgenza che invece simulavano una ordinaria procedura di mobilità di ufficio, per la quale non sono state attivate le normative contrattuali, le procedure di informazione sindacale e le previste modalità di attivazione di tale mobilità ordinaria – dichiarano Clara Crocè Segretario Generale della FPCGIL, Antonio Trino coordinatore provinciale sanità e Guglielmo Catalioto coordinatore provinciale Medici – e così facendo l’Azienda sanitaria, in persona del suo Direttore generale ha impedito e limitato fortemente l’esercizio dell’attività sindacale in azienda". Gli ordini di servizio per assegnazione temporanea ad altri sedi hanno riguardato il dipartimento di Riabilitazione dell’Asp, ma anche alcuni Tecnici di Laboratorio attualmente in forza al Laboratorio di Sanità pubblica dell’Asp. L'adozione della procedura d'urgenza è stata utilizzata impropriamente dal direttore "solo per eludere" il necessario e doveroso confronto con le organizzazioni sindacali”.
La FPCGIL ha denunciato le conseguenze sulle modalità di gestione del Laboratorio di sanità pubblica la cui attività h24 viene coperta con pochissime unità. Ciò anche a causa di precedenti provvedimenti con cui il direttore ha disposto altri “discutibili spostamenti di personale in zona della provincia, determinando, fra l’altro, un maggiore esborso di denaro pubblico, visto che ai lavoratori oggetto di trasferimento devono essere riconosciute le spese di trasferta, che in taluni casi sono sostanziose”.
L'azienda ha commentato dicendosi pronta a rispettare la sentenza. "La mobilità d'urgenza è un istituto previsto dall'art.2 del regolamento aziendale per la mobilità interna del personale del comparto – spiega l'Asp con una nota ufficiale – Esso prescrive l'utilizzazione provvisoria dei dipendenti in servizio presso un presidio ed ufficio, diverso da quello di assegnazione, in caso di eventi contingenti ed imprevedibili. In questo caso il provvedimento di mobilità d'urgenza è stato adottato per fronteggiare temporaneamente l'assenza di un dipendente per congedo parentale. Una assenza temporanea e non preventiva per la quale la mobilità d'ufficio non era attuabile in quanto il posto risultava solo momentaneamente disponibile. L'idea di far ruotare tutti i dipendenti è nata dal presupposto di non voler danneggiare il singolo, ripartendo su tutti l'impegno lavorativo. Per quanto attiene le competenze del laboratorio di sanità pubblica è essenziale precisare che esso svolge solo attività di controllo per le acque di balneazione e per quelle destinate al consumo umano. Tutte le attività descritte dalla CGIL non possono essere eseguite perché la struttura non è accreditata. Per ulteriori servizi l'Asp si affida ad altre realtà accreditate che operano al di fuori del territorio di propria competenza. Pertanto per le attività al momento prestate dal laboratorio il personale presente è molto più che sufficiente.