Giudice di pace, per la riapertura occorrono 125mila euro l'anno e l'adesione di 17 Comuni

Giudice di pace, per la riapertura occorrono 125mila euro l’anno e l’adesione di 17 Comuni

Carmelo Caspanello

Giudice di pace, per la riapertura occorrono 125mila euro l’anno e l’adesione di 17 Comuni

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venerdì 19 Giugno 2015 - 12:48

Ecco il Piano per riportare nell’hinterland che va da Scaletta Zanclea a Forza D’Agrò l’ufficio del Giudice di pace, sopresso in virtù del riordino predisposto nel 2013

Gli amministratori di 17 Comuni jonici sono al lavoro per riportare nell’hinterland che va da Scaletta Zanclea a Forza D’Agrò l’ufficio del Giudice di pace, sopresso in virtù del riordino predisposto nel 2013 dal ministero della Giustizia. In quest’area erano operativi due uffici, a S. Teresa di Riva ed Alì Terme (i cui locali sono di proprietà del ministero). Si punta a riaprire la sede di Alì Terme, annettendo i centri che ricadevano nella giurisdizione del presidio di S. Teresa, tranne Roccafiorità che in virtù delle nuove direttive passerà con Taormina. Un ruolo di primo piano lo stat svolgendo l’Unione dei Comuni delle Valli Joniche dei peloritani con in testa il suo presidente, Domenico Prestipino, che conta 12 paesi membri dei 17 ricadenti nel nuovo piano per la riapertura dell’ufficio di Alì Terme. Tutti, in base alla direttiva ministeriale, dovranno dire sì, altrimenti salta tutto. Quindi si sta lavorando su due fronti. Il primo è quello dell’adesione complessiva, che a quanto pare c’è (si attende solo la risposta definitiva di S. Teresa); l’altro, invece, riguarda la copertura delle spese, che ammontano a 125mila euro l’anno. La parte più cospicua riguarda il personale, 105mila euro per 4 dipendenti (due di categoria B e due C). I costi di gestione sono pari a 15mila euro e 5mila figurano alla voce spese “varie”. Il presidente Prestipino confida di poter ulteriormente limare questa cifra.

Non vi sono costi per i locali, ad Alì Terme, in quanto di proprietà del ministero. Di questo gli amministratori jonici hanno discusso questa mattina nel corso di una riunione nei locali del Centro diurno di Furci Siculo, moderata dal presidente dell’Unione Prestipino. La somma di 125mila euro va ripartita su una popolazione di 38mila e 170 abitanti. Quella dei 17 Comuni, da Scaletta a Forza d’Agrò, che ricadono nella giurisdizione dei precedenti uffici del Giudice di pace, tranne Roccafiorita. L’intesa di massima è stata raggiunta. Il 30% della somma sarebbe a carico, quale quota fissa, di ogni singolo Comune (ogni ente locale dovrebbe pagare 2mila e 83 euro l’anno). Il rimanente 70% verrebbe diviso in base al numero di abitanti (2 euro e 29 centesimi per residente). Bisogna decidere in fretta. C’è tempo fino al 30 luglio.

Alla riunione sono intervenuti il sindaco di Furci, Sebastiano Foti insieme agli assessori Raffaella Anastasi e Alessandro Niosi; i sindaci di Roccalumera Gaetano Argiroffi, di Scaletta Zanclea Gianfranco Moschella, Forza d’Agrò Fabio Di Cara, Fiumedinisi Alessandro Rasconà, Casalvecchio Marco Saetti e Pagliara Domenico Prestipino (che è anche presidente dell’Unione). Ed ancora, in rappresentanza di Alì Terme l’assessore Carmelo Sparacino, di S. Alessio l’assessore Antonella Papa, di Limina l’assessore Filippo Ricciardi e di Savoca il presidente del Consiglio Massimo Stracuzzi. Assenti gli amministratori di S. Teresa di Riva. Ed anche quelli di Alì, Nizza e Antillo, che comunque hanno già garantito l’adesione al progetto.

Carmelo Caspanello

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