Zona falcata. Il prefetto incontrerà il presidente della Regione per sbloccare l’impasse

Zona falcata. Il prefetto incontrerà il presidente della Regione per sbloccare l’impasse

Marco Ipsale

Zona falcata. Il prefetto incontrerà il presidente della Regione per sbloccare l’impasse

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mercoledì 09 Gennaio 2013 - 16:32

Riunione a palazzo del Governo con il presidente dell’Autorità Portuale, Antonino De Simone, il segretario generale, Francesco Di Sarcina, e il commissario ad acta dell’Ente Porto, Bruno Manfré. Il prefetto, Stefano Trotta, ha voluto fare il punto della situazione prima di chiedere un incontro al presidente della Regione per poter avviare i progetti di riqualificazione dell’area

Tra qualche mese saranno 60 anni. 60 anni senza realizzare l’unico obiettivo per il quale l’Ente Porto è stato costituito: l’attivazione del punto franco. E in 60 anni le cose sono chiaramente cambiate. I 144mila metri quadri sono una superficie troppo esigua per realizzarlo e si era prospettata l’ipotesi di trovare un’altra area a Giammoro.

A prescindere da questo, la priorità è quella di restituire alla città un’area importantissima da troppo tempo negata. Il piano regolatore portuale predisposto dall’Autorità Portuale prevede la riqualificazione dell’intera zona falcata, ma da anni è bloccato proprio per il contenzioso sulle aree con l’Ente Porto. I precedenti governi regionali non hanno voluto saperne di scioglierlo, nonostante la sua funzione sia stata ormai soppiantata dalla ben più importante Autorità Portuale. Ora, sin dall’insediamento del neo presidente della Regione, Rosario Crocetta, sono arrivate nuove richieste di scioglimento.

E della vicenda, adesso, si è interessata anche la Prefettura. Stamane a palazzo del Governo, si è tenuto un incontro tra il prefetto Stefano Trotta, il presidente dell’Autorità Portuale, Antonino De Simone, il segretario generale Francesco Di Sarcina e il commissario ad acta dell’Ente Porto, Bruno Manfré.

De Simone e Di Sarcina hanno illustrato la situazione al prefetto, che adesso chiederà un incontro al presidente della Regione per sbloccare l’impasse al più presto. Manfré, invece, ha rappresentato la sua difficile posizione poiché, in qualità di commissario ad acta dell’Ente Porto, il suo compito è esclusivamente quello di far proseguire l’attività ordinaria pagando gli stipendi dei dipendenti, senza entrare nel merito di altre vicende, compresa quella riguardante la zona falcata.

A questo punto, dunque, si aspetta che venga stabilita una data per un incontro tra il prefetto Trotta e il presidente Crocetta. Nella speranza, che possa finalmente trattarsi di un incontro decisivo per modificare le sorti di una zona fondamentale per la città e abbandonata da troppo tempo.

(Marco Ipsale)

2 commenti

  1. pagare gli stipendi?che significa che non fanno nulla ma pagano gli stipendi? ma che xxxxx di Ente è.Voglio un posto anch’io.

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  2. Salvatore Vernaci 9 Gennaio 2013 21:34

    La più grande occasione di sviluppo economico, commerciale, artigianale, industriale di Messina è la attivazione del Porto Franco. Il Porto Franco è stato per secoli la fortuna di questa città che si affaccia sul canale di Reggio-Capo Peloro, lungo 25 chilometri.
    Qualche secolo addietro la realizzazione del Porto Franco rese Messina una delle città più ricche del Mezzogiorno d’Italia, seconda solo a Napoli. Basta questo a far pensare che l’attivazione del Porto Franco potrebbe essere la svolta per l’economia peloritana, opportunità di lavoro per centinaia di giovani che oggi emigrano dalla città dello stretto, per non parlare delle numerose imprese (private e non) costrette a ritirarsi dal mercato, o a tagliare decisamente la forza lavoro.
    “Il Punto Franco rappresenta una grande occasione mancata per lo sviluppo della città. La collocazione geografica di Messina è posta a sei giorni di navigazione in meno dalla Cina rispetto ad Amburgo e a Rotterdam, nei cui porti approda la stragrande maggioranza di merci cinesi dirette in Europa e vi si svolgono le prime lavorazioni. La necessità di spacchettare, controllare, etichettare e imballare le merci provenienti da paesi esterni alla Comunità Europea, renderebbe il Punto Franco di Messina la prima obbligatoria “porta d’accesso” al mercato europeo. Ciò spiega il forte interesse, manifestato a più riprese in questi anni, da parte delle Camere di Commercio di numerosissimi paesi stranieri nonché da parte di importanti imprese specializzate nella prima lavorazione di diverse tipologie di prodotti d’importazione. Se infatti le attività di spacchettamento, controllo, certificazione e imballaggio delle merci, possono essere svolte nella ristretta area individuata dalla legge istitutiva del Punto Franco, un ampliamento della Zona Franca previsto nell’area di San Filippo del Mela, consentirebbe anche di depositare, trasformare e impiegare le merci in esenzione da contributi e formalità doganali. Nell’area sorgerebbero non soltanto imprese legate alla trasformazione delle merci, ma anche piccole e medie aziende che potrebbero rifornirsi di prodotti prelevandoli dal deposito franco, anche in quantitativi rapportati ad ogni singolo ciclo di lavorazione e trasformazione, libere da oneri doganali. Le potenzialità economiche ed il conseguente impatto occupazionale connessi all’istituzione del Punto Franco, sono straordinariamente rilevanti, soprattutto per un contesto “statico” come quello di Messina.” La realizzazione del Punto Franco, lo sviluppo di un centro di eccellenza della cantieristica navale, la riqualificazione dell’affaccio a mare nella Zona Falcata, possono costituire i punti fondamentali di un più complesso piano di rilancio della città.

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