L'assessore regionale Lucia Borsellino dice sì al "matrimonio" Piemonte-Neurolesi

L’assessore regionale Lucia Borsellino dice sì al “matrimonio” Piemonte-Neurolesi

Rosaria Brancato

L’assessore regionale Lucia Borsellino dice sì al “matrimonio” Piemonte-Neurolesi

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mercoledì 25 Marzo 2015 - 23:06

L'assessore regionale alla sanità Lucia Borsellino ieri a Messina per un vertice al Papardo in vista del "matrimonio" Piemonte-Neurolesi che si fa sempre più concreto. Il pronto soccorso, le emergenze ed i reparti collegati non saranno toccati, ma occorre vigilare fino alla Finanziaria. Soddisfatto il capogruppo regionale Beppe Picciolo: "il percorso è articolato ma dobbiamo fare squadra".

Si va a passi veloci verso la nascita del Piemonte-Neurolesi e il vertice che si è tenuto al Papardo è il primo frutto maturato dalla trasferta romana di dicembre dal ministro Lorenzin. Dall’ok dell’esponente del governo Renzi alla proposta presentata dai deputati regionali Beppe Picciolo,Nino Germanà e Santi Formica e dei parlamentari Enzo Garofalo e Bruno Mancuso sono trascorsi tre mesi e la continua collaborazione tra i dirigenti del Ministero e quelli del Dipartimento regionale ha fatto sì che l’ipotesi del Polo d’eccellenza della riabilitazione per il sud diventasse sempre più concreta. La salvezza dell’ospedale Piemonte, con il Pronto soccorso e il polo d’emergenza resta la priorità. Il vertice che si è tenuto ieri pomeriggio al Papardo, tra il direttore generale Michele Vullo, l’assessore regionale alla sanità Lucia Borsellino, i deputati regionali della Commissione Ars sanità Digiacomo,Beppe Picciolo,Filippo Panarello, i vertici dell’Ircss Neurolesi, Angelo Aliquò (neo nominato direttor generale da Crocetta) e Dino Bramanti, ed il sindaco Accorinti, ha avuto l’obiettivo di stilare una tabella di marcia che detti tempi e passaggi per arrivare ad inserire risorse e progetti nella Finanziaria all’esame dell’Ars. Sta per iniziare una fase delicatissima nella quale basta una “distrazione” per perdere soldi, posti letto e ultimo treno…

Il “matrimonio” tra l’Ircss Neurolesi e l’ospedale Piemonte si avvicina a passi veloci ma è chiaro che devono essere indicati i presupposti per garantire “le pari opportunità” nella coppia ed evitare che una parte finisca con il prevaricare l’altra ed in questo caso la parte più “fragile”, presa a picconate in questi anni è il nosocomio del viale Europa. Da qui la necessità di un lavoro di squadra tra deputazione e vertici della sanità per far sì che quell’accordo siglato a fine novembre resti in piedi senza stravolgimenti e il Piemonte non divenga una “succursale” o un’appendice del Centro Neurolesi. Dall’assessore Borsellino sono arrivate rassicurazioni sul fatto che il pronto soccorso e la struttura d’emergenza nonché i reparti collegati non saranno toccati, mentre appare più difficile, se non impossibile, che il punto nascita resti nel presidio. Un altro aspetto da seguire con attenzione,e questo è compito della deputazione, è verificare che gli impegni presi dalla Borsellino sul piano delle risorse destinate al Piemonte (e quindi solo all’assistenza) e i posti letti complessivi della struttura non finiscano con il subire decurtazioni strada facendo nel mese che passerà fino all’approvazione della Finanziaria. Ma il vertice al Papardo mette un punto fermo su quel percorso iniziato a dicembre a Roma e che adesso ha preso velocità,ma soprattutto chiarezza perché fino ad ora la Borsellino sull’argomento non si era mai espressa in modo ufficiale e netto.

“Guardi sono abbastanza soddisfatto del livello tecnico della discussione- commenta il capogruppo regionale Pdr Beppe Picciolo rispondendo a proposito dell’incontro- In realtà siamo partiti da un punto che ho definito irrinunciabile, ovvero, il Pronto Soccorso con astanteria e la rianimazione non sono in discussione! Per il resto il progetto è davvero affascinante! Pensare di poter portare a Messina un Centro di alta specializzazione per tutti i settori della Riabilitazione, fino a qualche mese fa sembrava un sogno irrealizzabile! Certo il percorso è difficile ed articolato e temo qualche agguato in corso d'opera! Ma se saremo compatti forse per la prima volta avremo in città una struttura capace di attrarre eccellenza e valore aggiunto. Intendo nuove professionalità e nuovi posti di lavoro! E per una struttura, quale il glorioso ospedale Piemonte, destinata all'oblio come il povero Margherita, vuol dire rinascere a nuova vita con una nuova e più alta " mission " . Chi avrebbe sperato tanto? "

Nei progetti in cantiere il Piemonte-Neurolesi dovrebbe diventare il polo d’eccellenza per la riabilitazione per dare risposte alla Sicilia e alla Calabria, dal momento che il presidio costituirebbe l’unico Ircss dell’isola, una struttura analoga ad altri centri di primo livello in tutta Italia, come il San Raffaele.

Fino a dicembre il progetto sembrava destinato a finire sotto i colpi d’ascia del piano di riordino della rete ospedaliera e del piano meno evidente di un lento smantellamento del Piemonte. La famosa trasferta dal ministro Lorenzin infatti fece seguito al “no” del capo di gabinetto dell’assessore Borsellino al disegno di legge Picciolo-Formica in quei giorni all’attenzione della Commissione sanità, un no che poneva la parola fine a qualsiasi ipotesi di “salvezza” del nosocomio. Dal 10 dicembre però, con il via libero del Ministero e gli incontri dei direttori generali Renato Botti e Giovanni Leonardi con i funzionari dell’assessorato regionale lo scenario è cambiato fino al vertice di ieri pomeriggio che ha messo nero su bianco i punti dai quali non si torna indietro: Pronto soccorso e tutela del presidio d’emergenza e istituzione del Piemonte-Neurolesi in modo tale da garantire sia posti letto che contributi per assistenza e ricerca, nonché nuova occupazione e nuovo bacino d’utenza. Si punta a 220 posti letto per acuti e riabilitativi.

Il “matrimonio” punta a trasformare lo storico nosocomio nel Centro d’eccellenza per la riabilitazione, mantenendo il pronto soccorso e le emergenze collegate alla riabilitazione (cardiologia, polmonare, ortopedica, neurologica) con la creazione di un’unità di terapia intensiva polmonare. Sarà quindi un unico polo riabilitativo e d’emergenza anche alla luce della peculiarità del territorio ad elevato rischio sismico al punto che nei mesi scorsi il capo della Protezione civile Gabrielli ha ricordato come il nosocomio sia un presidio inserito nel Piano di protezione civile e non possa essere smantellato in silenzio. L’incontro di oggi rappresenta sicuramente un punto fermo, ma è soltanto un passo in avanti perché adesso la partita vera si gioca a Palermo, all’Ars, tra giunta (che dovrà provvedere a mettere in Finanziaria quel che finora sono impegni verbali) e Assemblea che dovrà poi votare. E saranno questi i passaggi cruciali durante i quali Messina dovrà fare squadra senza bandiere politiche perché il diritto alla salute non ha nessun colore.

Rosaria Brancato

6 commenti

  1. una città(??) di 250 mila abitanti con 2 soli ospedali distanti 20 km l’uno dall’altro, a sto punto chiudere anche il policlinico e farci 4 belle palazzine no?

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  2. una città(??) di 250 mila abitanti con 2 soli ospedali distanti 20 km l’uno dall’altro, a sto punto chiudere anche il policlinico e farci 4 belle palazzine no?

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  3. Tutto quanto studiato a tavolino per regalare un ospedale alla fondazione Bonino-Pulejo.
    George

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  4. Tutto quanto studiato a tavolino per regalare un ospedale alla fondazione Bonino-Pulejo.
    George

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  5. Di solito faccio parte dei più critici verso le varie amministrazioni comunali che, di volta in volta si sono succedute a Palazzo Zanca, per come hanno ridotto la città.
    Questa volta, però, devo fare una sollevata di scudi nei confronti di questo “matrimonio”.
    Ho visto salvare la vita a mia sorella al Policlinico e il trattamento riservatole al “Pulejo” dopo un aneurisma che lasciava pochi spiragli… In quell’occasione ho potuto toccare con mano quanta a quale qualità esistono in una realtà come quella messinese. Gli operatori sanitari – a qualunque livello – di spessore umano difficilmente riscontrabile persino al tanto vantato “nord”. C’è di che andare orgogliosi!
    Un caro saluto.

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    Questa volta, però, devo fare una sollevata di scudi nei confronti di questo “matrimonio”.
    Ho visto salvare la vita a mia sorella al Policlinico e il trattamento riservatole al “Pulejo” dopo un aneurisma che lasciava pochi spiragli… In quell’occasione ho potuto toccare con mano quanta a quale qualità esistono in una realtà come quella messinese. Gli operatori sanitari – a qualunque livello – di spessore umano difficilmente riscontrabile persino al tanto vantato “nord”. C’è di che andare orgogliosi!
    Un caro saluto.

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