Ora si attende l'avvio dei lavori. Restano i nodi Rifotras e ponte Rfi di Santa Cecilia
E’ uno dei tre ostacoli che blocca il completamento della via don Blasco. Una parte del cavalcavia che collega via Tommaso Cannizzaro alla parte a mare deve essere demolita e ricostruita, serviva una variante ma “lo scorso dicembre – dicono il sindaco Federico Basile e il vice Salvatore Mondello – era stato pubblicato un decreto con dati inesatti. Grazie all’intervento del deputato regionale Giuseppe Lombardo, siamo riusciti a risolvere in maniera velocissima la questione legata all’approvazione della variante, ottenendo il decreto di rettifica che sostituisce quello erroneamente pubblicato”.
Lavoratori licenziati
Sabato la Filca Cisl aveva lanciato un appello al sindaco, rendendo pubblica la lettera di licenziamento inviata ai lavoratori, visto che le opere (nodo Atm a parte, aperto il 16 novembre) sono ferme da giugno 2022, quindi da più di sette mesi, proprio a causa dei tre ostacoli rimasti.
“Abbiamo sempre avuto a cuore le sorti dei lavoratori e dell’opera” concludono Basile e Mondello.
Ponte Rfi e Rifotras
Gli altri due nodi da risolvere riguardano le connessioni tra la vecchia via don Blasco e via Santa Cecilia (ponte Rfi) e quella tra viale Europa e via Salandra (Rifotras). Mercoledì in programma un incontro con Rfi per fare il punto sulle opere ferroviarie. Una volta concluse, potranno essere avviati i lavori di abbassamento della quota stradale sotto il ponte. Per il nodo Rifotras, invece, completata l’analisi ambientale, ora si aspetta il trasferimento dei macchinari per la successiva bonifica.
“L’Amministrazione convochi azienda e parti sociali”
«Ora l’Amministrazione convochi l’azienda e le parti sociali per consentire ai lavoratori di riprendere le attività per far ripartire il cantiere e completare un’opera strategica per il territorio – dicono il segretario generale della Cisl Messina, Nino Alibrandi, e il segretario di Filca Cisl, Nino Botta -. Ci aspettiamo sempre una convocazione anche perché, se non fosse stato per il sindacato, la committenza non sarebbe stata neanche a conoscenza che l’impresa aveva provveduto ai licenziamenti e all’abbandono dei lavori. Adesso è il momento che ai lavoratori venga subito consentito di rientrare in servizio».