Una situazione di degrado che va peggiorando di giorno in giorno
Se per i messinesi è divenuta ormai una vergognosa consuetudine quella di deturpare giorno dopo giorno, all’insegna del menefreghismo più scellerato e dannoso, l’habitat in cui viviamo, quanto accade in via Polveriera (nell’area che insiste tra i rioni Bisconte e Camaro) ha davvero dell’inverosimile. Un’autentica “ciliegina sulla torta” della scelleratezza, insomma, che non può non essere segnalata…
E’ divenuto “normale”, è vero lasciare un po’ di tutto fuori dai cassonetti, oltre che cataste di materiali vari accanto agli stessi, nonostante il fatto che per questi ultimi esista ormai un organizzato servizio di raccolta; ma non ci sembra altrettanto “normale” che in prossimità degli stessi grossi contenitori per il conferimento dei rifiuti venga “scaricata” anche la carcassa di un’autovettura.
Bisognerà intanto capire (attraverso il numero di matricola) se si tratta dei resti di una Smart rubata da qualche giorno o di un nuovo e meno costoso sistema di rottamazione e quindi smaltimento da parte di qualche privato.
La carcassa, tra l’altro, è stata abbandonata su un marciapiede, impedendo così il passaggio di pedoni, persone con disabilità fisica o mamme con bimbi in carrozzina. Tutti costretti, giocoforza, a camminare in strada per superare l’inusuale ostacolo a cui fanno da “degna cornice” erbacce e spazzatura.
Il manto stradale della via Polveriera è inoltre “costellato” da buche e avvallamenti che creano disagi e pericoli per motociclisti e automobilisti che frequentano questa zona nei pressi del campo sportivo “Marullo” in cui, negli ultimi anni, sono proliferati i complessi residenziali.
Per evitare che la piccola autovettura già “spogliata” di molti pezzi continui ad essere depredata e divenga rifugio per cani, gatti e… topi, alcuni residenti nel quartiere chiedono alle Autorità competenti un immediato intervento di rimozione, maggiori controlli (anche attraverso l’installazione di un impianto di videosorveglianza) e la “bonifica” di una zona divenuta “terra di nessuno”.
Cesare Giorgianni